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Tutela reale, risarcimento del danno ulteriore

E’ lo stesso comportamento del datore di lavoro che non ottempera con immediatezza all’ordine  di reintegrazione che lo espone al ulteriori conseguenze sul piano risarcitorio facilmente evitabili attraverso un pronto adempimento del provvedimento di reintegrazione nel posto di lavoro.

Pubblicato il 15 January 2014 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Nel regime di tutela reale ex art. 18 L. 300/70 avverso i licenziamenti illegittimi, la predeterminazione legale del danno in favore del lavoratore (con riferimento alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello della reintegrazione) non esclude che il lavoratore possa chiedere il risarcimento del danno ulteriore che gli sia derivato dal ritardo della reintegra e che il Giudice, in presenza della relativa prova – il cui onere incombe sul lavoratore ma che, in presenza di precise allegazioni, può essere soddisfatto mediante ricorso alla prova presuntiva – possa liquidarlo direttamente.

E’ lo stesso comportamento del datore di lavoro che non ottempera con immediatezza all’ordine  di reintegrazione che lo espone al ulteriori conseguenze sul piano risarcitorio facilmente evitabili attraverso un pronto adempimento del provvedimento di reintegrazione nel posto di lavoro.

Non vi è, pertanto, alcuna duplicazione del risarcimento già effettuato attraverso la corresponsione delle retribuzioni dovute, in quanto l’ulteriore danno è strettamente collegato ad un comportamento omissivo datoriale solo eventuale, così come l’onere della prova del danno è a carico del lavoratore.

L’interpretazione è diretta, nel complesso, ad evitare che un comportamento illegittimo – come un licenziamento non assistito né da giusta causa né da giustificato motivo – possa generare una situazione di ulteriore mortificazione e compromissione della dignità della persona del lavoratore che viene privato, nonostante l’ordine del Giudice, della possibilità di reinserirsi prontamente nel mondo lavorativo e di dare il proprio contributo produttivo al benessere collettivo, con l’evidente rischio anche di un logoramento della professionalità acquisita.

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 9073 del 15 aprile 2013

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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