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Diffida ad adempiere, diritto a non adempiere

La ratio legis sottesa al più generale meccanismo della risoluzione giudiziale ex art.

Pubblicato il 16 May 2010 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

La ratio legis sottesa al più generale meccanismo della risoluzione giudiziale ex art. 1453 c.c. appare principio di portata assai più ampia, e dunque legittimamente esportabile nel parallelo sottosistema della risoluzione legale, dacché permeato dell’evidente funzione di accordare moderata tutela anche alla parte non adempiente che, assoggettata ad un’iniziativa volta alla caducazione del contratto, non può più essere, ex lege, destinataria di una successiva richiesta di adempimento in una vicenda in cui la definizione dell’effetto risolutorio è ancora in itinere, destinata com’è a formare oggetto di accertamento processuale in contraddittorio, onde porsi volontariamente, ma del tutto legittimamente, in condizione di non poter più adempiere.

Se la proposizione di una domanda giudiziale di risoluzione implica l’assenza dell’interesse del creditore all’adempimento e il conseguente acquisto, da parte del debitore, di una sorta di diritto a non adempiere, non v’è ragione di escludere che la stessa ratio non debba informare anche la speculare vicenda della diffida ad adempiere, in entrambi i casi risultando espressa inequivocabilmente la mancanza di interesse all’adempimento tempestivo.

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 553 del 14 gennaio 2009

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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