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Legittimazione socio: sequestro quote e ricorso fiscale

Un’ordinanza interlocutoria della Cassazione esamina il caso della legittimazione del socio, ex amministratore di una S.r.l. fallita, a impugnare un avviso di accertamento fiscale. La questione centrale riguarda il suo diritto di agire dopo che le quote societarie sono state sottoposte a sequestro preventivo e un custode giudiziario è stato nominato. Data la rilevanza del tema, la Corte ha rinviato la causa a una pubblica udienza per la decisione finale.

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Legittimazione del Socio e Sequestro Quote: La Cassazione Fa il Punto

L’ordinanza interlocutoria n. 25808/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione di notevole rilevanza pratica e giuridica: la legittimazione del socio a impugnare un avviso di accertamento fiscale notificato alla società, dopo che le sue quote sono state sottoposte a sequestro preventivo in ambito penale. La Corte, riconoscendo la complessità del tema, ha scelto di non decidere immediatamente, ma di rinviare la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

I Fatti del Caso: Accertamento Fiscale e Vicissitudini Societarie

Una società a responsabilità limitata riceveva un avviso di accertamento per un importo IVA di oltre 12 milioni di euro, scaturito da indagini penali che avevano ipotizzato il suo coinvolgimento in una “frode carosello”.

La situazione si complicava a causa di diverse vicende:
1. Sequestro Preventivo: Nel corso delle indagini penali, il giudice disponeva il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale.
2. Nomina di un Custode: Veniva nominato un custode giudiziario che assumeva anche la carica di amministratore unico della società.
3. Notifica dell’Atto: L’avviso di accertamento veniva notificato direttamente al custode giudiziario.
4. Impugnazione: L’ex amministratore e socio unico decideva di impugnare l’atto fiscale, agendo sia in proprio sia per conto della società.
5. Fallimento: Nel frattempo, la società veniva dichiarata fallita.

L’Agenzia delle Entrate ha sempre sostenuto il difetto di legittimazione dell’ex socio, ritenendo che, a seguito del sequestro e della nomina del custode, egli avesse perso il potere di rappresentare la società e di agire in sua difesa.

La Questione Giuridica: Chi ha il Diritto di Difendere la Società?

Il cuore della controversia risiede nel determinare se il socio, spogliato della gestione a causa di un sequestro penale, conservi un interesse e un diritto ad agire in giudizio per tutelare il patrimonio sociale da una pretesa fiscale che ritiene ingiusta. Si tratta di un conflitto tra i poteri del custode giudiziario, che amministra il bene sequestrato, e i diritti residui del proprietario delle quote.

L’Agenzia delle Entrate, con un ricorso incidentale, ha insistito sull’inammissibilità dell’azione del socio, sostenendo che solo il custode giudiziario (e successivamente il curatore fallimentare) avesse la titolarità per impugnare l’accertamento.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, non fornisce una risposta definitiva, ma delinea il percorso per arrivarci. I giudici hanno ritenuto che la questione della legittimazione del socio in un contesto così peculiare presenti una “particolare rilevanza”.

Il problema principale è bilanciare due esigenze:
* Da un lato, l’effettività del sequestro penale, che trasferisce i poteri di amministrazione al custode per finalità pubblicistiche.
* Dall’altro, la tutela del diritto di difesa del socio, che, pur privato della gestione, rimane proprietario delle quote e subisce le conseguenze patrimoniali delle vicende societarie, inclusi gli accertamenti fiscali.

La scelta di rinviare la causa a pubblica udienza, ai sensi dell’art. 375 c.p.c., segnala che la Corte intende ponderare attentamente tutti gli aspetti della questione. Questa procedura è riservata ai casi di particolare importanza o a quelli che possono dare origine a un contrasto giurisprudenziale. La decisione finale avrà quindi il peso di un principio di diritto destinato a orientare i casi futuri.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza interlocutoria n. 25808/2024 lascia aperta la questione fondamentale sulla legittimazione del socio a contestare atti impositivi in caso di sequestro delle partecipazioni. La decisione di demandare la trattazione alla pubblica udienza sottolinea la delicatezza e la complessità del tema. Gli operatori del diritto e gli imprenditori attendono con interesse la sentenza finale, che chiarirà i confini dei poteri del socio e del custode giudiziario nel contenzioso tributario, con importanti implicazioni sulla tutela dei diritti patrimoniali in pendenza di procedimenti penali.

Qual è la questione principale che la Corte di Cassazione ha deciso di approfondire in pubblica udienza?
La questione principale è se il socio ed ex rappresentante legale di una società abbia la legittimazione (cioè il diritto) a impugnare un avviso di accertamento fiscale notificato alla società, dopo che le sue partecipazioni sociali sono state sottoposte a sequestro preventivo e un custode giudiziario è stato nominato amministratore.

Perché la legittimazione del socio a impugnare l’avviso di accertamento era in dubbio?
La sua legittimazione era dubbia perché il sequestro preventivo delle quote e la nomina di un custode giudiziario con funzioni di amministratore lo avevano di fatto spogliato dei poteri di gestione e rappresentanza della società. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che solo il custode avesse il potere di agire in giudizio per conto della società.

Quale è stata la decisione finale della Corte in questa ordinanza?
La Corte non ha emesso una decisione finale sul merito della questione. Trattandosi di un’ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la particolare rilevanza del problema e ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza per una trattazione più approfondita prima di emettere una sentenza definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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