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Legittimazione ad causam: socia e società estinta

La Corte di Cassazione ha stabilito che il socio di una società estinta e cancellata dal registro delle imprese è privo di legittimazione ad causam per impugnare un avviso di accertamento indirizzato esclusivamente alla società. La notifica dell’atto al socio non è sufficiente a conferirgli tale legittimazione. La Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, rilevando d’ufficio il difetto originario di legittimazione, poiché la ricorrente non poteva agire in nome e per conto di un ente giuridicamente non più esistente al momento della notifica dell’atto.

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Legittimazione ad causam: il Socio non può Impugnare l’Atto Fiscale della Società Estinta

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale in materia tributaria e societaria: la legittimazione ad causam del socio unico a impugnare un avviso di accertamento indirizzato a una società di capitali già estinta e cancellata dal registro delle imprese. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, chiarisce i limiti dell’azione del socio, delineando un principio fondamentale per la gestione delle pendenze fiscali post-estinzione.

I Fatti del Caso: Un Avviso di Accertamento a una Società Non Più Esistente

Una società a responsabilità limitata, con un unico socio, veniva cancellata dal registro delle imprese nel marzo 2008. Anni dopo, nel 2012, l’Agenzia delle Entrate notificava al socio un avviso di accertamento relativo all’anno fiscale 2007. L’atto, però, era formalmente intestato alla società ormai estinta e contestava maggiori utili derivanti dalla vendita di alcuni immobili. Parallelamente, l’Ufficio notificava al socio altri due atti impositivi personali: uno per la presunta distribuzione di quegli utili (come reddito di capitale) e l’altro per la sua responsabilità patrimoniale per il debito tributario della società.

La socia decideva di impugnare separatamente tutti gli atti. La controversia in esame riguarda specificamente l’impugnazione dell’avviso di accertamento societario. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale si pronunciavano nel merito, confermando parzialmente la pretesa fiscale. La socia, quindi, ricorreva in Cassazione.

La Questione della Legittimazione ad Causam del Socio

La Corte Suprema, prima ancora di analizzare i motivi del ricorso, ha rilevato d’ufficio una questione pregiudiziale e insuperabile: il difetto di legittimazione ad causam della ricorrente. Questo vizio processuale, essendo relativo a una condizione fondamentale dell’azione, può essere rilevato in ogni stato e grado del processo e impedisce una decisione sul merito della controversia.

Il punto centrale è che la società, al momento della notifica dell’avviso di accertamento, era un soggetto giuridicamente inesistente. L’estinzione, perfezionata con la cancellazione dal registro delle imprese, determina la fine della sua capacità giuridica e processuale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e consolidate. In primo luogo, ha ribadito che la normativa del 2014 (art. 28, comma 4, d.lgs. n. 175/2014), che ha introdotto una “sopravvivenza” quinquennale delle società cancellate ai soli fini fiscali, non è retroattiva. Poiché la società era stata cancellata nel 2008, tale norma non poteva applicarsi al caso di specie.

Di conseguenza, l’avviso di accertamento era stato emesso nei confronti di un soggetto inesistente. La ricorrente, in qualità di ex socia, non aveva alcun titolo per impugnarlo. Non poteva agire come rappresentante legale di un ente che non esisteva più, né poteva farlo a titolo personale, poiché l’atto impositivo non conteneva alcuna pretesa tributaria diretta nei suoi confronti. La pretesa verso la socia era, infatti, contenuta negli altri due avvisi di accertamento, da lei separatamente impugnati.

La Cassazione ha precisato che la semplice ricezione della notifica dell’atto societario non conferisce al socio la legittimazione a contestarlo in proprio. La persona fisica che riceve un atto indirizzato esclusivamente a una società non è legittimata a impugnarlo, neanche per contestare la sua qualità di rappresentante. L’accertamento del difetto di legittimazione ad causam fin dall’origine del giudizio elimina ogni possibilità di prosecuzione dell’azione e impone l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, poiché la domanda non avrebbe mai potuto essere proposta.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Soci di Società Estinte

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica. Un socio di una società estinta non può sostituirsi ad essa per contestare un debito fiscale che è formalmente imputato all’ente non più esistente. La sua difesa deve concentrarsi sull’impugnazione degli atti che lo riguardano personalmente, come quelli che accertano la sua responsabilità per i debiti sociali (nei limiti di quanto riscosso con il bilancio finale di liquidazione) o che gli imputano la percezione di utili non dichiarati. Agire contro un atto indirizzato a un soggetto estinto è un’azione destinata a essere dichiarata inammissibile per difetto di legittimazione ad causam, con conseguente spreco di tempo e risorse.

Un socio può impugnare un avviso di accertamento indirizzato esclusivamente a una società estinta?
No. Secondo la Corte, il socio è privo di legittimazione ad causam per impugnare un atto impositivo che non contiene alcuna pretesa tributaria nei suoi confronti ma è diretto unicamente a una società che, a seguito della cancellazione dal registro delle imprese, ha cessato di esistere.

La notifica dell’atto societario al socio lo abilita a fare ricorso?
No. La sola circostanza che il socio sia il destinatario materiale della notifica di un atto intestato alla società estinta non è sufficiente a conferirgli la legittimazione a impugnarlo in proprio.

La legge che estende la “vita” fiscale di una società cancellata ha effetto retroattivo?
No. La Corte ha chiarito che l’art. 28, comma 4, del d.lgs. n. 175 del 2014, che prevede un differimento quinquennale degli effetti dell’estinzione ai fini fiscali, non ha efficacia retroattiva e si applica solo alle cancellazioni richieste a partire dal 13 dicembre 2014.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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