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Tenuità del fatto: no se l’abuso è pianificato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per abuso edilizio. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non si applica quando l’illecito non è occasionale, ma deriva da una specifica progettazione e da plurime azioni, come nel caso di un ampliamento abusivo di 39 mq. Vengono inoltre respinte le richieste di attenuanti generiche e sospensione della pena.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: Esclusa per Abusi Edilizi Pianificati

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale, è uno degli argomenti più dibattuti nelle aule di giustizia, specialmente in materia di reati edilizi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che un abuso edilizio frutto di una specifica progettazione e di plurime azioni non può beneficiare di tale istituto. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: un Abuso Edilizio Contestato

Il caso trae origine dalla condanna di un cittadino per reati edilizi, previsti dagli articoli 44 e 95 del D.P.R. 380/2001. L’imputato aveva realizzato un aumento di cubatura di circa 39 mq. sulla propria abitazione. La condanna, emessa in primo grado dal Tribunale, prevedeva una pena di 4 mesi di arresto e 9.000 euro di ammenda. Tale decisione era stata successivamente confermata dalla Corte di Appello territoriale.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso per Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione dell’art. 131-bis c.p.: Si sosteneva che il comportamento dovesse essere considerato non abituale e l’offesa di particolare tenuità.
2. Violazione dell’art. 62-bis c.p.: Si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
3. Violazione dell’art. 163 c.p.: Si contestava la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Cassazione sulla Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi proposti una mera ripetizione di censure già respinte in appello e, pertanto, non specifici. La parte centrale della decisione riguarda proprio l’inapplicabilità della tenuità del fatto al caso concreto.

La Natura Pianificata dell’Abuso

Il Collegio ha sottolineato che l’art. 131-bis c.p. richiede due condizioni congiunte: la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento. Nel caso esaminato, l’abuso non era una condotta occasionale, ma il risultato di una “specifica progettazione e plurime azioni destinate all’abuso”. La realizzazione di un ampliamento di 39 mq. implica una pianificazione e un’esecuzione che escludono la natura estemporanea e occasionale richiesta per l’applicazione della norma. Inoltre, è stata esclusa l’esiguità del pericolo connesso alla violazione delle normative urbanistiche e antisismiche.

Il Rigetto delle Altre Istanze

Anche gli altri due motivi sono stati respinti. Riguardo alle attenuanti generiche, la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: dopo la riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza non è più sufficiente per la loro concessione, essendo necessaria la presenza di elementi di segno positivo. Infine, la negata sospensione della pena è stata giustificata da un giudizio prognostico negativo. La natura del reato, finalizzato a soddisfare esigenze abitative personali, è stata interpretata come indice di un concreto rischio di recidiva.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato l’inammissibilità del ricorso evidenziando come le doglianze fossero una “pedissequa reiterazione” di argomenti già motivatamente disattesi dalla Corte territoriale. Questo rende il ricorso non specifico, poiché non si confronta criticamente con la sentenza impugnata. Sul merito, la decisione si fonda su principi consolidati. Per la tenuità del fatto, non basta che il danno sia limitato, ma è essenziale che la condotta sia non abituale e l’offesa complessivamente tenue, cosa che un abuso edilizio pianificato e significativo non può essere. Per le attenuanti e la pena sospesa, il potere discrezionale del giudice di merito è stato esercitato in modo logico e coerente con la giurisprudenza di legittimità, basando la valutazione negativa su elementi concreti legati alla tipologia e alle finalità del reato commesso.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rafforza un principio fondamentale: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un salvacondotto per ogni illecito di modesta entità. La valutazione deve considerare non solo il risultato finale, ma anche le modalità della condotta. Un’azione pianificata, che denota una deliberata volontà di violare la legge per un tornaconto personale, come l’ampliamento della propria abitazione, non rientra nell’ambito applicativo dell’art. 131-bis c.p. La sentenza serve da monito: la progettazione di un illecito, anche se di impatto apparentemente contenuto, ne aggrava la valutazione complessiva, precludendo l’accesso a benefici come la non punibilità.

Quando un reato edilizio può beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Un reato edilizio può beneficiare della non punibilità solo se l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento non è abituale. Secondo questa ordinanza, un abuso edilizio che deriva da una specifica progettazione e da plurime azioni, come un ampliamento di 39 mq, non è considerato condotta occasionale e quindi non rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 131-bis c.p.

Lo stato di incensuratezza è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. La Corte di Cassazione ribadisce che, a seguito della riforma legislativa, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice deve riscontrare la presenza di elementi o circostanze di segno positivo per poterle concedere.

Perché può essere negata la sospensione condizionale della pena in caso di abuso edilizio?
La sospensione condizionale della pena può essere negata sulla base di un giudizio prognostico negativo. Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che la natura del reato, commesso per soddisfare esigenze abitative personali e familiari, indicasse un concreto rischio di recidiva, giustificando così il diniego del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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