LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Simulazione di reato: no a sanzioni sostitutive

Un individuo, condannato per simulazione di reato dopo aver falsamente denunciato il furto di un’auto per nascondere un incidente, si è visto respingere il ricorso. La Corte di Cassazione ha confermato il diniego delle sanzioni sostitutive, ritenendole inadeguate a causa del curriculum criminale dell’imputato, che indicava una personalità incline ad attività fraudolente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Simulazione di Reato: la Personalità del Reo Blocca le Sanzioni Sostitutive

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7293/2024, ha affrontato un interessante caso di simulazione di reato, stabilendo principi importanti riguardo la concessione delle sanzioni sostitutive. La decisione chiarisce che la valutazione della personalità dell’imputato, desunta anche dai suoi precedenti penali, è un fattore determinante per negare l’accesso a pene alternative alla detenzione, anche in presenza di un parziale ravvedimento.

I Fatti: La Falsa Denuncia di Furto per Coprire un Incidente

Il caso ha origine da una condanna per il delitto di simulazione di reato (art. 367 c.p.). L’imputato aveva denunciato ai Carabinieri il furto di un’autovettura che aveva in uso come comodatario. In realtà, il veicolo non era stato rubato, ma era andato distrutto a seguito di un incidente stradale causato dallo stesso imputato. Poche ore dopo la falsa denuncia, l’uomo, accompagnato dal proprio avvocato, si era recato nuovamente presso la stazione dei Carabinieri per ritrattare la sua versione, ammettendo la verità.

Nonostante la ritrattazione, sia il tribunale di primo grado che la Corte di Appello di Torino lo avevano condannato per il reato commesso.

L’Appello e la Richiesta di Sanzioni Sostitutive

In appello, la difesa aveva richiesto l’applicazione di una sanzione sostitutiva, specificamente la libertà controllata, prevista dalla legge n. 689/1981. Questa richiesta si basava sulla tesi che una pena alternativa sarebbe stata più idonea alla rieducazione del condannato, tenendo conto della sua successiva ritrattazione, qualificabile come ravvedimento operoso, e della presunta occasionalità del fatto.

Tuttavia, la Corte di Appello aveva respinto la richiesta. La motivazione del diniego si fondava sul “curriculum penale” dell’imputato, che, secondo i giudici, delineava una “personalità incline ad attività frodatoria”, rendendo le sanzioni sostitutive inadeguate a promuovere un’effettiva rieducazione.

La Decisione della Cassazione sulla simulazione di reato

L’imputato ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la motivazione della Corte di Appello fosse meramente apparente e non avesse adeguatamente ponderato tutti gli elementi a suo favore. La Suprema Corte ha però ritenuto il ricorso infondato, rigettandolo e confermando la decisione dei giudici di merito.

Le Motivazioni: Il Ruolo della Personalità del Reo

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la scelta di applicare o meno le sanzioni sostitutive è un potere discrezionale del giudice. Questa discrezionalità non è arbitraria, ma deve essere esercitata sulla base dei criteri stabiliti dall’articolo 133 del codice penale, che includono la gravità del reato, le modalità dell’azione e, soprattutto, la personalità del condannato.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello non fosse affatto apparente. I giudici di merito avevano correttamente valorizzato il curriculum criminale dell’imputato, che includeva anche una condanna per circonvenzione di incapaci. Questo precedente, unito alla natura fraudolenta della simulazione di reato commessa, giustificava pienamente il giudizio di una personalità incline a commettere illeciti. Di conseguenza, il diniego della sanzione sostitutiva è stato considerato logico e ben argomentato, poiché una pena alternativa non avrebbe risposto all’esigenza rieducativa in un soggetto con tali inclinazioni.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, conferma che il ravvedimento operoso, come la ritrattazione di una falsa denuncia, pur essendo un elemento positivo, non è di per sé sufficiente a garantire l’accesso a benefici penali come le sanzioni sostitutive. Il giudice è tenuto a compiere una valutazione complessiva e approfondita della figura del reo.

In secondo luogo, viene sottolineata la centralità del curriculum criminale come strumento per interpretare la personalità del condannato. La presenza di precedenti specifici, in particolare per reati contro il patrimonio o la fede pubblica, può legittimamente indurre il giudice a ritenere che pene non detentive siano inadeguate. Questa pronuncia consolida l’orientamento secondo cui le sanzioni sostitutive, pur promosse dalle recenti riforme (come la Riforma Cartabia), non sono un automatismo, ma il risultato di un’attenta ponderazione che mette al centro la concreta possibilità di rieducazione del singolo condannato.

Quando può essere negata l’applicazione di una sanzione sostitutiva alla pena detentiva?
L’applicazione di una sanzione sostitutiva può essere negata quando il giudice, attraverso una valutazione discrezionale basata sui criteri dell’art. 133 c.p. (come la gravità del reato e la personalità del reo), ritiene che tale misura non sia idonea a promuovere un’effettiva rieducazione del condannato. Un curriculum criminale che indica una tendenza a commettere reati può giustificare tale diniego.

Il ravvedimento, come la ritrattazione di una falsa denuncia, garantisce l’accesso alle sanzioni sostitutive?
No, non lo garantisce automaticamente. Sebbene la ritrattazione sia un elemento positivo che il giudice deve considerare, non è decisivo. La valutazione finale deve tenere conto di tutti gli aspetti della personalità del reo, inclusi i suoi precedenti penali, che possono portare a negare il beneficio se indicano una propensione al delitto.

Cosa si intende per ‘personalità incline ad attività frodatoria’ in un caso di simulazione di reato?
Si riferisce a una caratteristica dell’imputato, desunta dal suo curriculum criminale, che mostra una tendenza a commettere reati basati sull’inganno e la frode. Nel caso di specie, una precedente condanna per circonvenzione di incapaci, unita alla falsa denuncia, ha portato i giudici a formulare questa valutazione e a considerare l’imputato non meritevole di sanzioni alternative alla detenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati