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Ricorso inammissibile: pericolosità sociale e motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro la sentenza che ne confermava la pericolosità sociale. Il ricorso è stato giudicato generico e ripetitivo delle argomentazioni già respinte in appello. La Corte ha sottolineato che la valutazione della pericolosità sociale era ben motivata, basandosi sui precedenti penali e di polizia del soggetto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolosità Sociale: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il concetto di pericolosità sociale è un pilastro fondamentale nel diritto penale e nelle misure di prevenzione, poiché mira a proteggere la collettività da individui ritenuti propensi a commettere nuovi reati. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 5247/2024, offre un chiaro esempio di come i ricorsi contro tali valutazioni debbano essere formulati per superare il vaglio di legittimità. In caso contrario, il rischio è una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Quest’ultima aveva confermato la legittimità di un provvedimento amministrativo che ne attestava la pericolosità sociale e la conseguente necessità di allontanamento per motivi di pubblica sicurezza. Il ricorrente sosteneva che tale giudizio fosse stato espresso in violazione dei presupposti di legge (specificamente l’art. 20, comma 3, del d.lgs. n. 30 del 2007) e che il provvedimento fosse carente di motivazione, al punto da dover essere disapplicato dal giudice.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla Pericolosità Sociale

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha ritenuto palesemente infondato, dichiarandolo inammissibile. I giudici hanno evidenziato due difetti cruciali nell’atto di impugnazione. In primo luogo, il ricorso è stato definito ‘a-specifico’, ovvero privo di motivi di critica puntuali e circostanziati contro la decisione della Corte d’Appello. In secondo luogo, è stato considerato ‘reiterativo’, in quanto si limitava a riproporre le medesime censure già formulate con l’atto di appello, le quali erano state adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte territoriale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha chiarito che il ruolo del giudice di legittimità non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ‘non manifestamente illogica’ per confermare il giudizio di pericolosità sociale. In particolare, era stato correttamente valorizzato l’ampio richiamo, contenuto nel provvedimento originario, ai precedenti penali e di polizia del soggetto. Questi elementi, unitamente ad altri fattori, costituivano una base solida per giustificare sia la valutazione di pericolosità sia la conseguente misura dell’allontanamento per tutelare la sicurezza pubblica. Di fronte a una motivazione così strutturata, un ricorso che non solleva nuove e specifiche questioni di diritto è destinato all’inammissibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta due conseguenze per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione è giustificata dalla ‘colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione’, richiamando un principio consolidato dalla Corte Costituzionale. La sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: per accedere al giudizio di Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla decisione precedente, ma è necessario articolare critiche precise, pertinenti e non meramente ripetitive, dimostrando un vizio di legittimità nella sentenza impugnata.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è ‘a-specifico’, cioè non indica chiaramente i motivi di diritto per cui si contesta la sentenza, o quando si limita a ripetere le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni di legittimità.

Quali elementi giustificano un giudizio di pericolosità sociale?
Secondo l’ordinanza, il giudizio di pericolosità sociale può essere fondato su un’ampia valutazione che comprende i precedenti penali e/o di polizia del soggetto e, più in generale, tutti gli elementi che dimostrano la necessità del suo allontanamento per ragioni di pubblica sicurezza.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per colpa del ricorrente?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende come sanzione per aver presentato un’impugnazione non conforme alle regole procedurali, ovvero ‘irrituale’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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