Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara
Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e rigore. Quando i motivi sono vaghi e astratti, il risultato è quasi sempre un ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questo principio, sottolineando l’importanza di formulare censure specifiche e pertinenti.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una condanna per furto aggravato. L’imputato, dopo una parziale riforma della sentenza in appello che lo condannava a otto mesi di reclusione e 200 euro di multa, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione. Il fulcro del suo ricorso era la presunta presenza di un vizio di motivazione nella decisione dei giudici di secondo grado.
La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le doglianze del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della colpevolezza o della pena, ma si è fermata a un livello preliminare: la valutazione della validità stessa dell’impugnazione. La conseguenza diretta è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché un Motivo di Ricorso Deve Essere Specifico?
Il cuore della decisione risiede nella motivazione fornita dai giudici supremi. Il motivo di ricorso è stato giudicato “assolutamente generico”. Le argomentazioni presentate erano “del tutto astratte” e non si correlavano in alcun modo con il contenuto specifico della sentenza impugnata.
La Corte ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale, sancito dall’art. 591 c.p.p.: l’appello non è un terzo grado di giudizio dove si possono riproporre le stesse questioni di fatto. Il ricorso in Cassazione serve a controllare la legittimità della decisione, ovvero a verificare se la legge è stata applicata correttamente e se la motivazione è logica e completa. Per fare ciò, è indispensabile che il ricorrente indichi con precisione quali parti della sentenza sono errate e perché, confrontandosi direttamente con le argomentazioni del giudice precedente.
Lamentare un generico vizio di motivazione senza “dialogare” con la sentenza impugnata trasforma l’atto in un’istanza vuota, incapace di attivare il controllo di legittimità della Corte. Per questo, un ricorso inammissibile è la sanzione processuale prevista per chi non rispetta questo onere di specificità.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Generico
Questa ordinanza è un monito importante. Un ricorso redatto in modo superficiale o generico non solo non ha alcuna possibilità di successo, ma comporta anche conseguenze economiche negative. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una semplice spesa processuale, ma una vera e propria sanzione volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Per i professionisti del diritto, emerge la necessità di uno studio approfondito della sentenza da impugnare, costruendo censure mirate che attacchino specifici passaggi logici e giuridici, unica via per superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.
Per quale motivo il ricorso è stato considerato generico?
Il ricorso è stato ritenuto generico perché le argomentazioni erano di natura astratta e non si collegavano in modo specifico e critico alle motivazioni contenute nella sentenza della Corte d’Appello che si intendeva impugnare.
Qual era il reato per cui il ricorrente era stato condannato?
Il ricorrente era stato condannato per il reato di furto aggravato a una pena di otto mesi di reclusione e duecento euro di multa, come stabilito dalla sentenza della Corte d’Appello.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21630 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21630 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PALERMO il 19/11/1988
avverso la sentenza del 03/10/2024 della CORTE D’APPELLO DI PALERMO
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che NOME COGNOME propone ricorso avverso la sentenza della Corte di appello di Palermo, che ha parzialmente riformato quella del Tribunale palermitano per il reato furto aggravato e condannato il ricorrente alla pena di mesi 8 di reclusione e ad euro 200,00 di multa;
Considerato che il motivo di ricorso – che lamenta vizio di motivazione- è assolutamente generico perché fondato su argomenti del tutto astratti che, a dispetto di quanto richiesto dall’ar 591 comma 1 lett. c), in alcun modo si correlano alla sentenza impugnata (Sez. 2, n. 11951 del 29/01/2014, Lavorato, Rv. 259425 – 01; Sez. 2, n. 19951 del 15 maggio 2008, COGNOME, Rv. 240109; Sez. 1 n. 39598 del 30 settembre 2004, COGNOME, Rv. 230634);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 7 maggio 2025
Il consigli e stensore
Il Presidente