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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di un’arma. I motivi del ricorso, incentrati sulla prescrizione del reato, sulla mancanza di dolo e sulla richiesta di attenuanti, sono stati giudicati generici, ripetitivi e manifestamente infondati. La Corte ha ribadito che il dubbio sulla data del reato, ai fini della prescrizione, opera solo in caso di incertezza assoluta e che la valutazione sulle attenuanti generiche è insindacabile in sede di legittimità se motivata logicamente. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha portato alla conferma della condanna e al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma Condanna per Ricettazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, dichiarando un ricorso inammissibile e confermando la condanna per ricettazione di un’arma. Questa decisione sottolinea l’importanza di presentare motivi di ricorso specifici e non meramente ripetitivi delle argomentazioni già respinte nei gradi di merito. Analizziamo nel dettaglio la vicenda processuale e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un individuo condannato nei primi due gradi di giudizio per i reati di cui all’art. 23 della legge n. 110 del 1975 e per ricettazione (art. 648 c.p.), in relazione a un’arma clandestina rinvenuta nella sua disponibilità nel 2021. La Corte di Appello di Reggio Calabria aveva confermato la sentenza di condanna. L’imputato, non rassegnato, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: Prescrizione, Dolo e Pena

La difesa dell’imputato ha articolato il proprio ricorso su tre punti fondamentali:

1. Eccezione di Prescrizione: Si sosteneva che il reato di ricettazione fosse ormai estinto per prescrizione, affermando che la ricezione dell’arma dovesse essere retrodatata al 2013, data per la quale non esistevano però prove concrete.
2. Elemento Psicologico (Dolo): Veniva contestato l’elemento soggettivo dei reati, riproponendo una tesi alternativa secondo cui l’arma sarebbe stata lasciata nell’autovettura da terzi prima che l’imputato la acquistasse.
3. Attenuanti Generiche e Trattamento Sanzionatorio: Si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e l’eccessività della pena inflitta.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi presentati e li ha ritenuti tutti infondati, giungendo a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende a carico del ricorrente.

Le Motivazioni della Corte

La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile si fonda su un’analisi rigorosa di ciascun motivo di doglianza, evidenziando la carenza dei requisiti necessari per un riesame in sede di legittimità.

Sulla Prescrizione: L’Incertezza non Assoluta

La Corte ha respinto l’eccezione di prescrizione, chiarendo un principio fondamentale: il criterio del favor rei (favore per l’imputato) nel dubbio sulla data di commissione del reato si applica solo in caso di incertezza assoluta e non quando tale incertezza può essere superata tramite deduzioni logiche. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva logicamente dedotto che la ricezione dell’arma fosse avvenuta in un’epoca prossima al suo ritrovamento nel 2021, e la tesi della difesa, che la retrodatava al 2013, era priva di qualsiasi riscontro probatorio. Pertanto, il motivo è stato giudicato manifestamente infondato.

Sull’Elemento Psicologico: Motivazione Generica e Reiterativa

Il secondo motivo, relativo alla presunta assenza di dolo, è stato giudicato reiterativo e a-specifico. La Corte ha osservato che la difesa si è limitata a riproporre la stessa tesi già presentata e motivatamente respinta dalla Corte d’Appello come ‘inverosimile’. Un ricorso per Cassazione non può consistere in una semplice ripetizione delle argomentazioni già valutate, ma deve confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone le illogicità, cosa che in questo caso non è avvenuta.

Sulle Attenuanti e la Pena: Il Giudizio di Fatto del Giudice di Merito

Infine, anche le doglianze sul diniego delle attenuanti generiche e sulla misura della pena sono state respinte. La Cassazione ha ribadito che la concessione o l’esclusione delle attenuanti generiche costituisce un giudizio di fatto, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia palesemente contraddittoria o illogica. Nel caso specifico, la Corte territoriale aveva adeguatamente motivato la sua decisione, facendo riferimento anche ai precedenti penali dell’imputato. Allo stesso modo, la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e, essendo stata inflitta una sanzione inferiore alla media edittale, non era necessaria una motivazione particolarmente dettagliata.

Le Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso per Cassazione

Questa ordinanza riafferma con forza un principio cardine del processo penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, i motivi presentati devono essere specifici, pertinenti e devono criticare in modo puntuale e logico i vizi della sentenza impugnata, senza limitarsi a riproporre questioni di fatto già ampiamente discusse e decise nei precedenti gradi di giudizio. La genericità e la ripetitività delle argomentazioni conducono inevitabilmente all’inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Quando può essere applicato il principio del favor rei sulla data di commissione di un reato ai fini della prescrizione?
Secondo la Corte, questo principio va applicato solo in caso di incertezza assoluta sulla data di commissione del reato o sull’inizio del termine di prescrizione, e non quando è possibile eliminare tale incertezza attraverso deduzioni logiche ammissibili, come avvenuto nel caso di specie.

Perché il motivo di ricorso sull’elemento psicologico del reato è stato respinto?
È stato respinto perché ritenuto reiterativo e a-specifico. La difesa si è limitata a riproporre una tesi alternativa (arma lasciata da terzi) che la Corte di Appello aveva già giudicato inverosimile con una motivazione non manifestamente illogica, senza confrontarsi criticamente con le ragioni della sentenza impugnata.

È possibile contestare in Cassazione il diniego delle attenuanti generiche?
No, la valutazione sulle attenuanti generiche è un giudizio di fatto riservato al giudice di merito. In sede di Cassazione, tale decisione non può essere riesaminata, a meno che la motivazione non sia contraddittoria o manifestamente illogica, e purché dia conto degli elementi considerati preponderanti ai fini della concessione o dell’esclusione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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