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Ricorso inammissibile: Cassazione e la ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per reingresso illegale nel territorio nazionale. La decisione si fonda sul principio secondo cui è un ricorso per cassazione inammissibile quello che si limita a riproporre le medesime argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica alla motivazione della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non costituisce un terzo grado di merito.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Inammissibile: Quando la Ripetizione Non Paga

Un ricorso per cassazione inammissibile è una delle insidie più comuni nel processo penale. La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso non può essere una mera riproduzione dei motivi già presentati in appello. Analizziamo insieme un caso pratico che illustra perfettamente questa regola, offrendo spunti cruciali per chiunque affronti il giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato sia in primo grado che in appello per il reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato, in violazione del Testo Unico sull’Immigrazione (art. 13, comma 13, D.Lgs. 286/1998).

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione basando le sue difese su due argomenti principali:
1. Mancanza dell’elemento soggettivo: Sosteneva di non aver agito con dolo, ma di essere rientrato in Italia a causa di un errore scusabile, dovuto alla sua scarsa conoscenza della lingua italiana e all’aver semplicemente acquisito il cognome della moglie, senza usare un “alias” per ingannare le autorità.
2. Trattamento sanzionatorio e mancata sospensione della pena: Contestava la pena inflitta e la mancata concessione della sospensione condizionale, ritenendo che i giudici di merito non avessero considerato elementi a suo favore.

La Decisione sul Ricorso per Cassazione Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito delle argomentazioni difensive, ma si concentra su un vizio procedurale preliminare e decisivo: la mancanza di specificità del ricorso. I giudici hanno osservato che l’atto presentato era una sostanziale ripetizione delle doglianze già formulate nell’atto di appello. La Corte d’Appello aveva già esaminato e respinto tali punti con una motivazione definita “congrua e logica”, e il ricorrente non si era confrontato criticamente con essa.

L’Importanza di un Ricorso Specifico

La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato nella sua giurisprudenza (citando, tra le altre, la sentenza n. 27816 del 2019): il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. È un giudizio di legittimità, volto a controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Per questo motivo, è inammissibile un ricorso che si limita a:
– Riprodurre e reiterare gli stessi motivi dell’appello.
– Lamentare genericamente una carenza o illogicità della motivazione.
– Non confrontarsi criticamente con le specifiche argomentazioni usate dal giudice di secondo grado per respingere le tesi difensive.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte sono state chiare e dirette. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché ripeteva le doglianze già respinte dalla Corte d’Appello, la quale aveva fornito una motivazione logica e coerente. In particolare, il ricorrente non ha mosso critiche specifiche alle ragioni con cui i giudici di merito avevano smontato le sue tesi difensive, quali:

– L’insussistenza di una reale e scarsa conoscenza della lingua italiana.
– La non credibilità della sua versione riguardo a una falsa informazione sulla libertà di circolare in Italia.
– L’irrilevanza della giustificazione addotta per il rientro.
– Le ragioni ostative alla concessione della sospensione condizionale della pena.

In sostanza, il ricorso non ha attaccato la sentenza d’appello, ma ha solo riproposto vecchie argomentazioni, rendendo l’impugnazione priva della specificità richiesta dalla legge.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale: per affrontare con successo il giudizio di Cassazione, non è sufficiente essere convinti delle proprie ragioni. È indispensabile che il ricorso sia strutturato come una critica puntuale e argomentata della decisione di secondo grado. Limitarsi a ripetere le difese già bocciate equivale a presentare un ricorso per cassazione inammissibile, con la conseguenza non solo di vedere confermata la condanna, ma anche di essere condannati al pagamento delle spese processuali. La strategia difensiva deve evolversi ad ogni grado di giudizio, adattandosi alle motivazioni dei giudici e concentrandosi sui vizi di legittimità della decisione impugnata.

Perché un ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, mancando così del requisito di specificità.

È sufficiente addurre la scarsa conoscenza della lingua italiana per giustificare un reingresso illegale?
Secondo la decisione, no. I giudici di merito avevano già ritenuto non credibile la tesi della scarsa conoscenza della lingua come causa di un errore scusabile, e il ricorrente non ha fornito in Cassazione argomenti specifici per confutare tale valutazione.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si limita a ripetere i motivi dell’appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Secondo un principio consolidato della Corte di Cassazione, l’atto di impugnazione deve contenere una critica specifica alle argomentazioni della sentenza impugnata e non può essere una mera riproposizione delle stesse doglianze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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