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Ricorso generico inammissibile e motivi nuovi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro un’ordinanza di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso. Il ricorso è stato ritenuto generico e aspecifico. La Corte ha stabilito che un ricorso generico inammissibile non può essere salvato da motivi nuovi, i quali devono solo sviluppare censure già ritualmente proposte e non sanare i difetti originari dell’impugnazione.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico Inammissibile: Quando i Motivi Nuovi Non Bastano

Nel complesso labirinto della procedura penale, la specificità e la chiarezza di un’impugnazione sono requisiti fondamentali. Un ricorso generico inammissibile non solo rappresenta un’occasione persa per la difesa, ma evidenzia anche un principio cardine del nostro sistema: non ci si può appellare alla Suprema Corte con doglianze vaghe o ripetitive. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10644/2024, offre un’analisi puntuale su questo tema, chiarendo inoltre l’inefficacia dei “motivi nuovi” nel tentativo di sanare un’impugnazione originariamente viziata.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di un soggetto, indagato per gravi reati, tra cui l’associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.). La difesa aveva proposto un primo appello (ricorso per riesame) contro la misura, che era stato però rigettato dal Tribunale della Libertà, confermando la detenzione.

Contro questa seconda decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a una serie di motivi volti a smantellare l’impianto accusatorio e la legittimità della misura cautelare.

Le Censure della Difesa e il Ricorso in Cassazione

I motivi del ricorso erano molteplici e toccavano diversi aspetti del procedimento cautelare:

1. Illegittimità delle intercettazioni: Si lamentava che i decreti autorizzativi fossero motivati per relationem, ovvero con un semplice rinvio alle richieste del Pubblico Ministero, e che tale vizio si fosse propagato ai successivi decreti di proroga.
2. Inutilizzabilità di prove da altro procedimento: La difesa contestava l’uso di intercettazioni provenienti da un diverso fascicolo processuale, sostenendo la mancanza di connessione tra i procedimenti.
3. Vizio di motivazione sulla gravità indiziaria: Si criticava la valutazione delle dichiarazioni di un testimone, ritenute dalla difesa idonee a scardinare il quadro indiziario.
4. Errata applicazione dell’aggravante mafiosa: Veniva contestata la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso, definendo apodittica la motivazione del Tribunale.
5. Carenza delle esigenze cautelari: Infine, si sosteneva l’assenza di un pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato, anche alla luce del mutato contesto di vita dell’imputato, che lavorava stabilmente all’estero.

Successivamente, la difesa ha depositato anche dei “motivi nuovi”, ribadendo le censure sulle intercettazioni.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Generico Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato in toto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per genericità e aspecificità. Secondo gli Ermellini, l’intero atto di impugnazione si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e puntualmente respinte dal Tribunale del riesame, senza un reale confronto critico con le motivazioni della decisione impugnata.

Per ogni motivo, la Corte ha rilevato una carenza fatale:

* Sulle intercettazioni, il ricorso era vago, non identificava neppure i decreti specifici ritenuti illegittimi e ignorava l’adeguata motivazione fornita dal giudice del riesame.
* Sull’uso di prove da altri procedimenti, la difesa non aveva chiarito la sequenza procedimentale, rendendo la censura incomprensibile e non verificabile.
* Sulla valutazione del testimone, il ricorso ometteva di confrontarsi con le cinquanta pagine di motivazione con cui il Tribunale aveva analiticamente smontato l’attendibilità di tale fonte, alla luce di numerose altre conversazioni.
* Sull’aggravante mafiosa e sulle esigenze cautelari, le censure erano parziali e non tenevano conto della complessità delle contestazioni e delle presunzioni legali previste per i reati di mafia.

L’inammissibilità dei motivi nuovi in caso di ricorso generico inammissibile

Il punto più significativo della sentenza riguarda i motivi nuovi. La Corte ha ribadito un principio consolidato: i motivi nuovi possono essere esaminati solo se l’impugnazione principale è ammissibile. Essi servono a sviluppare o a esporre meglio censure già ritualmente formulate, non a introdurne di nuove o, soprattutto, a sanare un vizio radicale come la genericità dell’atto originario.

In altre parole, se il ricorso è ab origine inammissibile, tale vizio si trasmette inevitabilmente ai motivi nuovi, rendendo anch’essi inammissibili. Non è possibile usare questo strumento per “correggere il tiro” di un’impugnazione mal formulata.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione sul principio fondamentale dell’autosufficienza e della specificità del ricorso. Un’impugnazione, specialmente in sede di legittimità, non può essere una mera riproposizione di doglianze generiche. Deve, al contrario, contenere una critica puntuale, specifica e argomentata della decisione che si contesta, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici. Quando un ricorso si limita a ripetere argomenti già vagliati e disattesi senza confrontarsi con la ratio decidendi del provvedimento impugnato, esso si rivela aspecifico e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha sottolineato come la difesa non abbia compiuto questo sforzo critico, rendendo il ricorso un atto sterile. Questo rigore formale non è un mero formalismo, ma una garanzia per il corretto funzionamento del giudizio di cassazione, che non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

Le Conclusioni

La sentenza n. 10644/2024 costituisce un importante monito per gli operatori del diritto sull’importanza di redigere atti di impugnazione specifici e tecnicamente rigorosi. Un ricorso generico è destinato all’inammissibilità, e l’istituto dei motivi nuovi non può essere utilizzato come un’ancora di salvezza per rimediare a un’impostazione difensiva inizialmente carente. La decisione riafferma la necessità di un confronto critico e argomentato con le decisioni dei giudici di merito, pena l’impossibilità per la Corte di Cassazione di esercitare la propria funzione di controllo di legittimità.

Un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile per genericità?
Sì. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile proprio perché tutti i motivi proposti sono stati ritenuti generici e aspecifici, in quanto si limitavano a reiterare censure già disattese dal giudice del riesame senza confrontarsi criticamente con le specifiche argomentazioni della sua decisione.

È possibile ‘salvare’ un ricorso inammissibile presentando dei ‘motivi nuovi’?
No. La sentenza chiarisce che i motivi nuovi proposti a sostegno di un’impugnazione sono destinati a subirne la stessa sorte. Se il ricorso principale è viziato da una causa di inammissibilità radicale, come la genericità, anche i motivi nuovi sono inammissibili, poiché non possono sanare il vizio originario dell’atto.

Quali sono i requisiti per la motivazione dei decreti di proroga delle intercettazioni?
Richiamando un orientamento giurisprudenziale costante, la Corte afferma che la motivazione dei decreti di proroga delle intercettazioni può essere ispirata a criteri di minore specificità rispetto al primo decreto di autorizzazione. Può essere sufficiente dare atto della plausibilità delle ragioni esposte dal pubblico ministero sulla persistenza delle esigenze investigative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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