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Reddito di cittadinanza: condanna per vincite non dichiarate

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a un anno di reclusione per un individuo che, pur percependo il reddito di cittadinanza, ha omesso di dichiarare vincite da gioco online per oltre 65.000 euro. La Corte ha stabilito che i conti gioco rientrano nel patrimonio mobiliare da dichiarare e ha dichiarato inammissibile il ricorso del condannato, ritenendo la sua condotta una chiara violazione degli obblighi di legge.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reddito di cittadinanza: le vincite al gioco non dichiarate costano la condanna

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale per i percettori del reddito di cittadinanza: le vincite ottenute tramite conti gioco online devono essere sempre comunicate, pena una condanna penale. Questa decisione sottolinea la rigorosa interpretazione della normativa e l’obbligo di trasparenza totale sul proprio patrimonio per chi beneficia di sussidi statali.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado alla pena di un anno di reclusione per aver violato la legge sul reddito di cittadinanza. Nello specifico, per gli anni dal 2019 al 2021, l’imputato aveva beneficiato del sussidio omettendo di comunicare le vincite ottenute e movimentate su conti gioco a lui intestati, per un importo complessivo di 65.776 euro. La difesa dell’uomo ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la colpevolezza e chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto tutte le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. I giudici hanno confermato integralmente la decisione della Corte d’Appello, ribadendo la colpevolezza dell’imputato. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e l’uomo è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

L’ordinanza della Suprema Corte si basa su tre pilastri argomentativi chiari e inequivocabili, che smontano punto per punto i motivi del ricorso.

L’obbligo di dichiarare le vincite per il reddito di cittadinanza

Il primo motivo di ricorso, con cui si contestava la colpevolezza, è stato ritenuto infondato. La Corte ha stabilito che, ai fini della disciplina sul reddito di cittadinanza, anche un conto gioco online rientra a pieno titolo nel patrimonio mobiliare del beneficiario. Esso deve essere considerato all’interno della voce “altri strumenti e rapporti finanziari” che la legge obbliga a dichiarare. L’omissione di tale comunicazione, pertanto, integra la condotta volontaria del reato contestato. Non dichiarare le vincite, secondo i giudici, è una scelta consapevole che viola la legge.

Il diniego delle attenuanti generiche

Anche la richiesta di concessione delle attenuanti generiche è stata respinta. La Cassazione ha ritenuto non irragionevole la valutazione della Corte d’Appello, che non aveva individuato alcun elemento suscettibile di un apprezzamento positivo. La pena inflitta, pari a un anno, è stata considerata adeguata alla “non lieve offensività del fatto”, commisurata all’ingente somma non dichiarata e percepita indebitamente.

L’impossibilità della sospensione condizionale della pena

Infine, la Corte ha confermato il diniego del beneficio della sospensione condizionale della pena. I giudici di merito avevano correttamente escluso la possibilità di formulare una prognosi positiva sul futuro comportamento dell’imputato. La reiterazione della condotta illecita per un lungo periodo è stata interpretata come un chiaro sintomo di una “non trascurabile propensione a delinquere”, aggravata dall’assenza di qualsiasi segno di pentimento (resipiscenza). In assenza di una prospettiva di ravvedimento, il beneficio non poteva essere concesso.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio di fondamentale importanza: chiunque richieda o percepisca il reddito di cittadinanza ha un dovere assoluto di trasparenza sulla propria situazione patrimoniale complessiva. Le vincite da gioco, anche se ottenute online, non sono un’eccezione e devono essere comunicate. La loro omissione non è una semplice dimenticanza, ma un reato che può portare a una condanna penale, senza sconti di pena o benefici, specialmente quando la condotta è reiterata e non accompagnata da pentimento.

Le vincite ottenute da conti gioco online devono essere dichiarate se si percepisce il reddito di cittadinanza?
Sì, assolutamente. La Corte di Cassazione ha stabilito che un conto gioco è qualificabile come componente del patrimonio mobiliare e rientra nella voce “altri strumenti e rapporti finanziari”, la cui comunicazione è obbligatoria per legge.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato?
La Corte ha ritenuto che mancassero elementi suscettibili di un apprezzamento positivo. La pena è stata considerata adeguata alla non lieve offensività del fatto, data l’ingente somma non dichiarata.

Perché è stata negata la sospensione condizionale della pena?
È stata negata perché la reiterazione della condotta illecita per un lungo periodo è stata considerata sintomatica di una propensione a delinquere, corroborata dall’assenza di segni di pentimento (resipiscenza), impedendo così una prognosi favorevole sul futuro comportamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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