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Rapina impropria lieve entità: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di una rapina impropria di un misuratore di pressione. Ha respinto il ricorso di uno degli imputati riguardo la sua partecipazione al reato ma ha accolto l’istanza di entrambi per la rideterminazione della pena. La Corte ha annullato la sentenza con rinvio, ordinando alla Corte d’Appello di valutare l’applicabilità della nuova attenuante per la rapina impropria di lieve entità, introdotta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 86/2024.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rapina Impropria di Lieve Entità: La Cassazione Applica la Sentenza della Consulta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della rapina impropria di lieve entità, applicando per la prima volta i principi sanciti da un’importante decisione della Corte Costituzionale (sentenza n. 86 del 2024). Il caso riguardava la sottrazione di un misuratore di pressione del valore di poche decine di euro, seguita da minacce per assicurarsi l’impunità. La Suprema Corte ha annullato la condanna, non per assolvere gli imputati, ma per ordinare un nuovo processo d’appello finalizzato a ricalcolare la pena alla luce della nuova attenuante.

La Vicenda Giudiziaria: Furto e Minacce in Parafarmacia

La vicenda ha origine in una parafarmacia, dove due persone, un uomo e una donna, agivano di concerto. Mentre l’uomo distraeva le dipendenti con domande pretestuose, la donna sottraeva un apparecchio per misurare la pressione. Una volta scoperto il furto, i due rivolgevano minacce al personale per evitare che venissero chiamate le forze dell’ordine e per garantirsi la fuga con la refurtiva.

Condannati in primo e secondo grado per rapina impropria aggravata in concorso, gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione. L’uomo contestava il suo coinvolgimento, sostenendo di non aver partecipato attivamente alla sottrazione. Entrambi, inoltre, hanno sollevato una questione cruciale basata su una sentenza della Corte Costituzionale emessa dopo la loro condanna d’appello.

La Decisione della Cassazione sulla rapina impropria di lieve entità

La Corte di Cassazione ha esaminato attentamente i motivi del ricorso, giungendo a una decisione divisa in due parti.

In primo luogo, ha respinto le censure relative al coinvolgimento dell’uomo. Le prove raccolte, incluse le testimonianze e le immagini di videosorveglianza, dimostravano chiaramente il suo ruolo di “palo” e disturbatore, essenziale per la riuscita del furto. La Corte ha inoltre chiarito che, ai fini della configurabilità della rapina impropria, non è necessaria una contestualità perfetta tra la sottrazione e la successiva violenza o minaccia. Un breve intervallo temporale, nel caso di specie circa due minuti, non interrompe il nesso funzionale tra le due azioni, che restano unite dall’obiettivo di assicurarsi il possesso del bene o l’impunità.

In secondo luogo, e qui risiede l’elemento di maggiore interesse, la Corte ha accolto il motivo di ricorso basato sulla sopravvenuta sentenza della Corte Costituzionale n. 86 del 2024. Tale pronuncia ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 628, secondo comma, del codice penale, nella parte in cui non prevedeva un’attenuante per i fatti di lieve entità. La Cassazione ha quindi riconosciuto che gli imputati avevano diritto a una nuova valutazione della loro pena.

le motivazioni

La motivazione della Cassazione è solida e si fonda su principi procedurali e sostanziali. Il rigetto dei primi motivi di ricorso dell’uomo si basa sulla constatazione che le sue doglianze erano dirette a ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la sua partecipazione al reato e la qualificazione giuridica come rapina impropria, in linea con la giurisprudenza consolidata.

La parte più innovativa della motivazione riguarda l’accoglimento del ricorso sulla base della sentenza della Consulta. La Cassazione ha affermato che la questione era ammissibile, poiché gli imputati non avrebbero potuto sollevarla nel giudizio d’appello, conclusosi prima del deposito della pronuncia di incostituzionalità. L’intervento della Corte Costituzionale ha introdotto una “valvola di sicurezza” nel sistema sanzionatorio della rapina impropria, consentendo al giudice di adeguare la pena alla reale offensività del fatto, specialmente in casi, come quello di specie, caratterizzati da un danno patrimoniale esiguo (circa 30 euro).

Poiché la valutazione sulla “lieve entità” del fatto richiede un’analisi del merito (modalità dell’azione, natura del bene, entità del danno), la Cassazione non poteva decidere direttamente, ma doveva annullare la sentenza impugnata con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello.

le conclusioni

Questa sentenza ha un’importante implicazione pratica: sancisce l’immediata applicabilità delle sentenze di accoglimento della Corte Costituzionale ai processi in corso, anche in Cassazione. La decisione impone ai giudici di merito di riconsiderare le pene inflitte per rapine improprie, qualora i fatti presentino caratteristiche di particolare tenuità. Di conseguenza, la Corte d’Appello dovrà ora riesaminare il caso specifico per stabilire se il furto del misuratore di pressione e le relative minacce possano essere qualificati come rapina impropria di lieve entità, con un possibile e significativo sconto di pena per gli imputati.

Cosa si intende per ‘immediatezza’ nel reato di rapina impropria?
L’immediatezza non richiede una perfetta coincidenza temporale tra la sottrazione del bene e l’uso della violenza o della minaccia. È sufficiente che tra le due azioni intercorra un arco di tempo breve, tale da non interrompere il legame funzionale volto a conservare il possesso della refurtiva o a garantirsi l’impunità.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza per applicare l’attenuante della lieve entità?
La Cassazione ha annullato la sentenza perché, dopo la condanna in appello, la Corte Costituzionale (sent. n. 86/2024) ha introdotto una nuova circostanza attenuante per la rapina impropria di lieve entità. Essendo una modifica favorevole all’imputato e non potendo essere stata sollevata prima, la Cassazione ha disposto un nuovo giudizio d’appello per valutare se questa attenuante sia applicabile al caso concreto.

Qual è l’effetto di una sentenza della Corte Costituzionale su un processo in corso?
Una sentenza della Corte Costituzionale che dichiara l’illegittimità di una norma penale ha effetto immediato sui processi in corso. Se la nuova disciplina è più favorevole all’imputato, come in questo caso, deve essere applicata anche se il processo si trova in fase di appello o di cassazione, come stabilito dalla sentenza in esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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