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Prescrizione reato: quando il rinvio non la sospende

Un pubblico ufficiale, condannato per falso in atto pubblico, ha visto la sua sentenza annullata dalla Corte di Cassazione. Il motivo risiede nella maturata prescrizione reato, in quanto la Corte ha stabilito che due rinvii d’udienza erano stati erroneamente considerati sospensivi del termine. La decisione chiarisce che un rinvio non interrompe la prescrizione se non è la causa unica e determinante della sospensione del processo. L’annullamento è stato esteso anche agli effetti civili per vizi di motivazione.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla Condanna per Errato Calcolo dei Rinvii

La prescrizione reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento che sancisce l’estinzione di un illecito penale a causa del trascorrere del tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 31860/2024) offre un importante chiarimento su un aspetto cruciale: quando un rinvio d’udienza, anche se richiesto dalla difesa, sospende o meno il decorso della prescrizione. La Corte ha annullato la condanna di un pubblico ufficiale per falso, stabilendo che il reato era già estinto prima della sentenza d’appello a causa di un errato calcolo delle sospensioni.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava un agente di polizia stradale condannato in primo e secondo grado per il reato di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.). L’agente era accusato di aver falsamente attestato in due verbali che un automobilista, fermato per un controllo, si fosse rifiutato di sottoporsi all’alcoltest e presentasse evidenti segni di ebbrezza, quando in realtà non era stato effettuato alcun accertamento etilometrico. Questi verbali erano poi confluiti in un procedimento penale a carico del cittadino.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando, tra i vari motivi, l’errata valutazione della Corte d’Appello riguardo alla maturazione della prescrizione.

Il Calcolo della Prescrizione Reato e la Questione dei Rinvii

Il cuore della questione legale risiedeva nel calcolo del termine massimo di prescrizione. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente considerato sospensivi due rinvii d’udienza, avvenuti il 19 marzo 2021 e il 19 gennaio 2022. Senza tali sospensioni, il termine massimo di prescrizione (pari a dodici anni e sei mesi) sarebbe scaduto il 14 maggio 2023, ovvero prima della pronuncia della sentenza d’appello del 19 dicembre 2023.

Secondo l’art. 159, comma 1, n. 3 del codice penale, il corso della prescrizione è sospeso in caso di rinvio su richiesta dell’imputato o del suo difensore. Tuttavia, la Cassazione ha precisato che tale sospensione opera solo quando la richiesta difensiva è la ragione unica e determinante del differimento, causando un vero e proprio arresto del procedimento.

L’Analisi dei Verbali d’Udienza

La Suprema Corte ha esaminato direttamente i verbali delle udienze contestate, accertando che in entrambi i casi il rinvio non era stato causato esclusivamente da una richiesta della difesa.

* Udienza del 19 marzo 2021: La difesa aveva chiesto un termine per esaminare la documentazione prodotta dalla parte civile. Tuttavia, il processo non si era arrestato. Il Giudice, infatti, aveva proseguito ammettendo le prove testimoniali e aveva rinviato l’udienza non per la richiesta difensiva, ma per la necessità di sentire i testi del Pubblico Ministero, non presenti quel giorno.
* Udienza del 19 gennaio 2022: In questa occasione, la difesa si era limitata a ribadire la volontà di presentare eccezioni, e il Giudice aveva rinviato di propria iniziativa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, affinché si verifichi la sospensione della prescrizione, è necessario un nesso causale diretto ed esclusivo tra la richiesta della difesa e il rinvio. Nel caso di specie, l’attività processuale era proseguita regolarmente e i rinvii erano stati dettati da altre esigenze procedurali, come l’audizione dei testi. Pertanto, i periodi di rinvio non dovevano essere considerati sospensivi.

Di conseguenza, la Corte ha ricalcolato i termini, concludendo che la prescrizione reato si era effettivamente compiuta prima della sentenza d’appello. Ciò ha portato all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per gli effetti penali. La Corte ha inoltre esteso questa decisione al coimputato non ricorrente, in base al principio dell’effetto estensivo.

Infine, la sentenza è stata annullata anche per le statuizioni civili. La Cassazione ha riscontrato un vizio di motivazione, poiché la Corte d’Appello si era limitata a replicare il ragionamento del primo giudice senza rispondere adeguatamente alle specifiche censure mosse dall’appellante. Il caso è stato quindi rinviato al giudice civile competente per un nuovo esame sulla responsabilità civile.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale in materia di prescrizione reato: non ogni rinvio richiesto dalla difesa comporta automaticamente una sospensione dei termini. È necessario che il rinvio sia la causa esclusiva dello stallo processuale. La decisione sottolinea l’importanza per i giudici di merito di motivare accuratamente le ragioni dei rinvii e di valutare con rigore le condizioni per la sospensione della prescrizione. Per gli operatori del diritto, è un monito a vigilare attentamente sul decorso del tempo processuale, un elemento che può essere decisivo per l’esito di un giudizio penale.

Un rinvio d’udienza richiesto dalla difesa sospende sempre la prescrizione del reato?
No. Secondo la sentenza, la sospensione della prescrizione si applica solo quando la richiesta difensiva è la ragione unica e determinante del rinvio, che causa un arresto del procedimento. Se l’attività processuale prosegue e il rinvio è dettato anche da altre esigenze (come l’audizione di testi), il termine di prescrizione non è sospeso.

Cosa accade se un reato si prescrive prima della sentenza di secondo grado?
Se la prescrizione matura prima della pronuncia della sentenza d’appello, la Corte di Cassazione, investita del ricorso, annulla la sentenza di condanna senza rinvio per gli effetti penali. Questo significa che la condanna penale viene cancellata perché il reato è dichiarato estinto.

L’annullamento per prescrizione si estende anche al coimputato che non ha presentato ricorso?
Sì. La sentenza conferma l’operatività dell’effetto estensivo. Se la causa di estinzione del reato, come la prescrizione, matura prima che la sentenza diventi definitiva per il coimputato non ricorrente, l’annullamento pronunciato su ricorso di un altro imputato si estende anche a lui.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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