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Prescrizione reato e risarcimento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna penale per reati ambientali a causa dell’intervenuta prescrizione del reato. La Corte ha corretto un errore del giudice d’appello sul calcolo del termine di prescrizione, individuando in un sequestro giudiziario la data di cessazione della condotta illecita. Tuttavia, ha confermato le statuizioni civili, obbligando l’imputato al risarcimento dei danni poiché la prescrizione è maturata dopo la sentenza di primo grado.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Quando la Condanna Penale si Estingue ma Resta il Risarcimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale del diritto penale: la prescrizione reato e i suoi effetti non solo sulla condanna, ma anche sulle obbligazioni civili derivanti dal crimine. Il caso in esame, relativo a reati di natura ambientale, dimostra come l’estinzione della responsabilità penale non sempre comporta la cancellazione dell’obbligo di risarcire le vittime.

I Fatti di Causa: Alterazione Ambientale e Occupazione Abusiva

L’imputato era stato accusato di una serie di reati, tra cui l’alterazione di bellezze naturali, la deviazione di acque e l’invasione di terreni. Nello specifico, gli veniva contestata la realizzazione di un cordolo in cemento sull’argine di un fiume, un’opera che aveva modificato il paesaggio e occupato illecitamente un’area demaniale. La condotta era stata accertata in via definitiva nel maggio 2015.

Il Percorso Giudiziario e la questione della prescrizione reato

Condannato in primo grado nel 2019, l’imputato vedeva confermata la sua responsabilità anche in appello nel 2023. La Corte d’Appello, inoltre, accogliendo le richieste delle parti civili, lo condannava al risarcimento del danno. L’imputato decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sostenendo un punto fondamentale: tutti i reati a lui ascritti si erano estinti per prescrizione. La difesa argomentava che la Corte d’Appello aveva commesso un errore nel calcolare la data di decorrenza della prescrizione, sostenendo che un sequestro preventivo, intervenuto nel 2016, aveva di fatto interrotto la permanenza del reato, facendo così scattare in anticipo il conto alla rovescia per la sua estinzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dato ragione all’imputato per quanto riguarda gli effetti penali, accogliendo i motivi relativi alla prescrizione reato. I giudici hanno rilevato un palese errore di fatto e di diritto nella sentenza d’appello. La Corte d’Appello aveva erroneamente affermato che nessun sequestro fosse intervenuto prima della sentenza di primo grado, calcolando la prescrizione a partire da quest’ultima data. La Cassazione, invece, ha accertato che un sequestro preventivo era stato effettivamente disposto nell’ottobre del 2016. In caso di reati permanenti, come quelli contestati, il termine di prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui cessa la condotta illecita. Il sequestro giudiziario è considerato un atto che interrompe tale permanenza. Retrodatando l’inizio del calcolo a ottobre 2016, i reati risultavano prescritti alla data della decisione della Cassazione. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza senza rinvio agli effetti penali. Tuttavia, la Corte ha specificato un principio di diritto fondamentale: se la prescrizione matura dopo la sentenza di condanna di primo grado, le statuizioni civili in essa contenute (o aggiunte in appello) restano valide. Poiché nel caso di specie i reati non erano prescritti al momento della prima condanna, l’obbligo di risarcire il danno alle parti civili è stato confermato.

Le Conclusioni: Gli Effetti della Prescrizione sulla Condanna Civile

La decisione chiarisce in modo netto la duplicità degli effetti della prescrizione maturata nel corso del processo. Da un lato, estingue il reato e annulla la condanna penale, liberando l’imputato dalle conseguenze penali. Dall’altro, non incide sulle decisioni civili già cristallizzate in una sentenza di primo grado, quando a quella data il reato non era ancora prescritto. L’imputato, pur non essendo più considerato penalmente colpevole, rimane civilmente obbligato a risarcire i danni causati dalla sua condotta illecita e a pagare le spese legali alle parti civili.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un reato permanente?
La prescrizione per un reato permanente inizia a decorrere dal giorno in cui cessa la condotta illecita. La cessazione può avvenire per volontà dell’autore del reato o a seguito di un evento esterno, come un sequestro preventivo disposto dall’autorità giudiziaria.

L’estinzione del reato per prescrizione cancella anche l’obbligo di risarcire il danno?
Non necessariamente. Se la prescrizione interviene dopo la sentenza di primo grado, le statuizioni civili contenute in essa, come la condanna al risarcimento del danno, restano valide e devono essere rispettate.

Cosa succede se un giudice d’appello commette un errore nel calcolare la data di prescrizione?
La sentenza può essere impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione. Se la Corte rileva l’errore e accerta che il reato è effettivamente prescritto, può annullare la condanna agli effetti penali, correggendo la decisione del giudice precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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