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Distinzione tra profitto illecito e profitto lecito

Il profitto confiscabile si caratterizza per la sua diretta derivazione causale dal reato, senza che possa addivenirsi ad un’estensione indiscriminata ed ad una dilatazione indefinita ad ogni e qualsiasi vantaggio patrimoniale – potenziale, indiretto o mediato – che possa comunque scaturire dall’illecito. Può, in definitiva, ritenersi che il parametro della c. d. pertinenzialità al reato del profitto – intesa per l’appunto come diretta e immediata derivazione causale del secondo al primo – sia stato individuato dalla giurisprudenza di legittimità come l’effettivo criterio di selezione di ciò che può essere o meno assoggettato a confisca a tale titolo.

Pubblicato il 14 April 2014 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Il profitto confiscabile si caratterizza per la sua diretta derivazione causale dal reato, senza che possa addivenirsi ad un’estensione indiscriminata ed ad una dilatazione indefinita ad ogni e qualsiasi vantaggio patrimoniale – potenziale, indiretto o mediato – che possa comunque scaturire dall’illecito.

Può, in definitiva, ritenersi che il parametro della c.d. pertinenzialità al reato del profitto – intesa per l’appunto come diretta e immediata derivazione causale del secondo al primo – sia stato individuato dalla giurisprudenza di legittimità come l’effettivo criterio di selezione di ciò che può essere o meno assoggettato a confisca a tale titolo.

Il profitto assoggettabile a confisca, ai sensi dell’art. 19 d.lgs. 231/2001, si identifica con il vantaggio economico di diretta e immediata derivazione causale del reato presupposto, rilevando però come nel caso in cui questo venga consumato nell’ambito di un rapporto sinallagmatico, non possa essere considerato tale anche l’utilità eventualmente conseguita dal danneggiato in ragione dell’esecuzione da parte dell’ente delle prestazioni che il contratto gli impone. In tal senso, si è dunque voluto evidenziare come, qualora la consumazione del reato interferisca con l’esercizio legittimo dell’attività d’impresa, è necessario distinguere tra profitto illecito (confiscabile) e profitto lecito (non confiscabile).

Cassazione Penale, Sezione Quinta, Sentenza n.10265 udienza del 28 novembre 2013 – depositata del 4 marzo 2014

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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