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Prescrizione reato: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente una sentenza di condanna per commercio di prodotti contraffatti, dichiarando la prescrizione del reato. A causa del superamento dei termini massimi, la Corte ha estinto il reato ex art. 474 c.p. e ha proceduto a rideterminare la pena per le restanti imputazioni, rigettando le altre censure del ricorso perché ritenute aspecifiche.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Quando il Tempo Annulla una Condanna

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22134 del 2024, offre un chiaro esempio di come la prescrizione del reato possa incidere in modo decisivo sull’esito di un procedimento penale, anche dopo una condanna in appello. Questo caso dimostra l’importanza cruciale del fattore tempo nella giustizia e i poteri della Suprema Corte nel definire direttamente la controversia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte di Appello di Palermo. L’imputato era stato condannato per il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, previsto dall’art. 474 del codice penale, oltre che per altre fattispecie. Tra i motivi del ricorso spiccava un’eccezione di natura procedurale: la sopravvenuta estinzione del reato per prescrizione, maturata prima ancora che la Corte d’Appello si pronunciasse.

La Decisione della Cassazione sulla Prescrizione del Reato

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato. Attraverso l’accesso agli atti, necessario per verificare le questioni relative alla prescrizione, i giudici hanno ricostruito la cronologia del procedimento.

Il reato contestato ai sensi dell’art. 474 c.p. era stato commesso il 6 maggio 2014. Tenendo conto del periodo di sospensione dei termini di prescrizione (dall’8 marzo 2020 al 15 maggio 2020), la Corte ha calcolato che il termine massimo di prescrizione si era perfezionato il 1° gennaio 2022. Poiché la sentenza della Corte di Appello era stata emessa quasi un anno dopo, il 19 dicembre 2022, il reato era già estinto.

Di conseguenza, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a tale reato. Un altro motivo di ricorso, relativo alla mancata riqualificazione di un’altra imputazione in una forma attenuata, è stato invece giudicato inammissibile per la sua genericità.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si articola su due punti principali. In primo luogo, una volta accertata l’avvenuta prescrizione del reato, la legge impone l’annullamento della relativa condanna. In questo caso, l’annullamento ha comportato anche l’eliminazione dell’aumento di pena che era stato applicato a titolo di continuazione. Sfruttando la facoltà prevista dall’art. 620, lett. l), del codice di procedura penale, la Cassazione ha proceduto direttamente a rideterminare la pena finale per i reati residui, fissandola in un anno e quattro mesi di reclusione e 1.200,00 euro di multa. Questo intervento diretto evita un nuovo giudizio di rinvio, accelerando la definizione del processo.

In secondo luogo, la Corte ha respinto la doglianza sulla mancata concessione dell’attenuante della lieve entità del fatto per un altro reato (art. 648 c.p.). Il motivo è stato ritenuto ‘aspecifico’, ovvero non sufficientemente dettagliato. Inoltre, i giudici di legittimità hanno osservato che la Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione logica e coerente per escludere tale attenuante, basandosi sulla ‘complessiva valutazione della condotta, del considerevole numero di prodotti contraffatti e dell’elevato pericolo di diffusione degli stessi’.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: la giustizia deve agire entro tempi certi. La prescrizione non è un’impunità, ma una garanzia per il cittadino contro la durata irragionevole dei processi. Il caso in esame evidenzia come un’attenta analisi dei termini procedurali possa portare all’annullamento di una condanna. Sottolinea inoltre l’importante potere della Corte di Cassazione di ‘chiudere il cerchio’ processuale, rideterminando la pena senza necessità di ulteriori passaggi giudiziari, in un’ottica di efficienza e economia processuale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato parte della condanna?
La Corte ha annullato la condanna per il reato previsto dall’art. 474 c.p. (commercio di prodotti contraffatti) perché il reato si era estinto per prescrizione. Il termine massimo per perseguire tale illecito era scaduto il 1° gennaio 2022, ovvero prima che venisse emessa la sentenza della Corte d’Appello il 19 dicembre 2022.

Cosa ha fatto la Corte dopo aver dichiarato la prescrizione del reato?
Dopo aver dichiarato il reato estinto, la Corte ha annullato la relativa parte della sentenza e ha eliminato l’aumento di pena applicato per la continuazione. Successivamente, ha utilizzato i propri poteri per ricalcolare direttamente la pena finale per i reati residui, fissandola in un anno e quattro mesi di reclusione e 1.200,00 euro di multa, senza la necessità di un nuovo processo d’appello.

Perché è stato respinto l’altro motivo di ricorso?
Il secondo motivo di ricorso, che lamentava la mancata riqualificazione di un altro reato in una forma attenuata (lieve entità), è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘aspecifico’, ossia formulato in modo troppo generico. La Corte ha anche evidenziato che la decisione del giudice di merito era già ben motivata, avendo considerato il notevole numero di prodotti illeciti e l’elevato pericolo che ne derivava.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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