LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione e contraddittorio: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’appello che aveva dichiarato la prescrizione di reati edilizi senza celebrare un’udienza. La Suprema Corte ha ribadito la violazione del principio del contraddittorio e ha corretto l’errata applicazione delle norme sulla prescrizione, specificando la disciplina applicabile e la natura permanente dei reati contestati. La decisione sottolinea che la prescrizione in appello non può essere dichiarata inaudita altera parte.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione e Contraddittorio: Cassazione Annulla Sentenza Senza Udienza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17524/2025, ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il rispetto del prescrizione e contraddittorio nel giudizio d’appello. La Suprema Corte ha annullato una decisione di una Corte territoriale che aveva dichiarato l’estinzione di alcuni reati edilizi per prescrizione senza celebrare l’udienza, violando così il diritto delle parti a essere ascoltate. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti sia sul piano procedurale sia su quello sostanziale, in materia di calcolo della prescrizione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un procedimento penale per reati in materia edilizia e paesaggistica. La Corte di appello di Ancona, riformando la sentenza di primo grado del Tribunale di Macerata, aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di due imputati. La particolarità della decisione risiedeva nel fatto che era stata emessa de plano, ovvero senza fissare un’udienza di discussione e, quindi, inaudita altera parte, senza ascoltare le argomentazioni del Procuratore generale.

I Motivi del Ricorso e il rispetto del principio di prescrizione e contraddittorio

Il Procuratore generale presso la Corte di appello ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando due motivi principali:
1. Violazione di legge processuale: Il ricorrente ha lamentato la violazione dell’art. 129 del codice di procedura penale per la mancata instaurazione del contraddittorio. Secondo il Procuratore, una declaratoria di estinzione del reato in fase di appello non può essere adottata senza un’udienza che garantisca il confronto tra le parti.
2. Violazione di legge sostanziale: Il secondo motivo riguardava l’errata applicazione della disciplina sulla prescrizione. La Corte d’appello non avrebbe tenuto conto delle modifiche introdotte dalla cosiddetta “Legge Orlando” e avrebbe trascurato la natura permanente di alcuni dei reati contestati, che sposta in avanti il momento dal quale inizia a decorrere il termine di prescrizione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondati entrambi i motivi di ricorso.

Sul piano processuale, i giudici hanno ribadito il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui nel giudizio d’appello non è consentita una pronuncia predibattimentale di proscioglimento per prescrizione. Una tale decisione, presa de plano, lede il principio del contraddittorio, che costituisce un pilastro del giusto processo. La Corte ha sottolineato che l’interesse del Pubblico Ministero a impugnare non è venuto meno, data la natura superindividuale degli interessi tutelati dalle norme violate (tutela del territorio e del paesaggio).

Sul piano sostanziale, la Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi in merito alla disciplina della prescrizione applicabile. Ha specificato che per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, trova applicazione la cosiddetta “riforma Orlando” (legge n. 103/2017), considerata più favorevole in termini di sospensione del decorso della prescrizione. Questa interpretazione è stata avallata anche dalle Sezioni Unite.

Inoltre, la Corte ha ricordato la natura permanente dei reati contestati, come quelli previsti dal d.P.R. 380/2001 (Testo Unico Edilizia). In questi casi, la condotta illecita si protrae nel tempo e il termine di prescrizione inizia a decorrere non dal momento iniziale, ma dalla cessazione della permanenza (ad esempio, con il completamento dei lavori abusivi o con il sequestro del bene).

Le Conclusioni

In accoglimento del ricorso, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte di appello di Ancona per un nuovo giudizio. Questa decisione riafferma con forza l’inviolabilità del prescrizione e contraddittorio anche quando si tratta di valutare l’estinzione del reato per il decorso del tempo. La sentenza chiarisce inoltre il corretto quadro normativo per il calcolo della prescrizione, fornendo un’indicazione vincolante per il giudice del rinvio e un precedente importante per casi analoghi.

Una Corte d’appello può dichiarare un reato prescritto senza un’udienza e senza sentire le parti?
No. Secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione, non è consentita la pronuncia di una sentenza predibattimentale di proscioglimento per prescrizione emessa de plano (cioè senza udienza), poiché ciò viola il principio del contraddittorio.

Quale legge sulla prescrizione si applica ai reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019?
La sentenza chiarisce che per i reati commessi in questo specifico arco temporale si applica la disciplina introdotta dalla legge n. 103 del 2017, nota come “riforma Orlando”.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un reato edilizio di natura permanente?
Per i reati permanenti, come la costruzione abusiva, il termine di prescrizione non decorre dall’inizio dei lavori, ma dal momento in cui cessa la condotta illecita. Questa cessazione può coincidere con l’esaurimento totale dell’attività, con il sequestro del bene o, in mancanza, con la sentenza di primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati