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Pena illegale: la Cassazione annulla la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per resistenza a pubblico ufficiale a causa di una pena illegale. Il Tribunale aveva fissato la pena base a cinque mesi, al di sotto del minimo di sei mesi previsto dalla legge. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore generale, dichiarando l’illegalità della pena e rinviando il caso alla Corte d’Appello per la corretta rideterminazione della sanzione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Illegale: Quando la Sanzione è Inferiore al Minimo di Legge

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento penale: il giudice non può mai scendere al di sotto del minimo edittale nella determinazione della pena. Se ciò accade, la sanzione diventa una pena illegale e la sentenza, in quella parte, deve essere annullata. Questo caso specifico riguarda una condanna per resistenza a pubblico ufficiale, dove un errore di calcolo ha portato all’intervento della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il Tribunale di Forlì aveva condannato un imputato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di coltello. I due reati erano stati unificati sotto il vincolo della continuazione. Nella quantificazione della pena, il giudice di primo grado aveva individuato il reato più grave nella resistenza a pubblico ufficiale e aveva stabilito una pena base di cinque mesi di reclusione. A questa, aveva aggiunto un mese per il reato satellite di porto d’armi, arrivando a una pena finale di sei mesi.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e la questione della pena illegale

Il Procuratore generale della Repubblica di Bologna ha presentato ricorso per cassazione, sollevando un unico, ma decisivo, motivo: l’errata determinazione della pena base. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale, ha un minimo edittale di sei mesi di reclusione.

Fissando la pena base a cinque mesi, il Tribunale aveva violato la legge, irrogando una pena illegale perché inferiore al limite minimo consentito. È importante sottolineare che la sentenza di primo grado non era appellabile secondo le vie ordinarie, rendendo il ricorso per cassazione l’unico strumento a disposizione del Pubblico Ministero per far valere questo vizio di legittimità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso pienamente fondato. Gli Ermellini hanno confermato che la pena base per il delitto di resistenza a pubblico ufficiale era stata fissata in cinque mesi, a fronte di un minimo legale di sei. Questo errore rende la pena inflitta illegale.

La Corte ha precisato che l’irrogazione di una sanzione ‘sotto i limiti previsti’ comporta l’illegalità della pena stessa e, di conseguenza, l’annullamento della sentenza impugnata. Tuttavia, l’annullamento non riguarda l’accertamento della responsabilità penale dell’imputato, che rimane confermata, ma è limitato esclusivamente alla parte del provvedimento che determina la pena.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale di Forlì limitatamente alla determinazione della pena. Ha poi rinviato il caso alla Corte di Appello di Bologna, che dovrà procedere a un nuovo giudizio sul punto, ricalcolando la sanzione a partire da una pena base non inferiore ai sei mesi di reclusione previsti dalla legge. Questa decisione ribadisce con forza che i limiti edittali fissati dal legislatore sono invalicabili per il giudice, sia verso l’alto (massimo) che verso il basso (minimo), a garanzia della certezza del diritto e della corretta applicazione della legge penale.

Può un giudice applicare una pena inferiore al minimo previsto dalla legge?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’irrogazione di una pena al di sotto dei limiti minimi previsti dalla legge per il reato accertato rende la pena stessa illegale.

Cosa succede se un giudice stabilisce una pena illegale?
La sentenza viene annullata, ma solo limitatamente alla parte relativa alla determinazione della pena. Il caso viene poi rinviato a un altro giudice (in questo caso, la Corte di Appello) per ricalcolare correttamente la sanzione.

Perché il Pubblico Ministero ha fatto ricorso direttamente in Cassazione?
Perché la sentenza di primo grado era ‘inappellabile’ secondo l’art. 443, comma 3, del codice di procedura penale. Il ricorso per cassazione era l’unico strumento a disposizione per contestare la violazione di legge commessa dal giudice nella determinazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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