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Particolare tenuità: sì anche con più reati ambientali

Un imprenditore è stato condannato per trasporto abusivo di rifiuti, sia per l’uso di mezzi non autorizzati sia per la violazione delle procedure. La Corte di Cassazione, pur riconoscendo un errore del giudice di merito nel valutare la particolare tenuità del fatto in presenza di più reati, ha annullato la sentenza senza rinvio. La ragione è che, nel frattempo, era maturata la prescrizione, estinguendo definitivamente i reati contestati.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità: applicabile anche con più reati ambientali

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14719/2024, è tornata su un tema di grande interesse pratico: l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) anche in presenza di una pluralità di reati. La pronuncia chiarisce che la commissione di più illeciti, anche se legati dal vincolo della continuazione, non preclude automaticamente il riconoscimento della tenuità, ma impone al giudice una valutazione complessiva della vicenda. Tuttavia, in questo caso specifico, l’intervento della prescrizione ha reso superfluo un nuovo giudizio di merito.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda l’amministratore di un’impresa edile, condannato dal Tribunale per due distinti reati ambientali commessi in un’unica occasione. Le contestazioni erano:

1. Trasporto abusivo di rifiuti speciali: l’imputato aveva effettuato il trasporto di fresato d’asfalto utilizzando mezzi non specificamente iscritti nell’autorizzazione all’Albo Gestori Ambientali dell’impresa.
2. Violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione: non si era sincerato preventivamente dell’accettazione dei rifiuti da parte della discarica di destinazione e, a seguito del rifiuto di questa per irregolarità formali, non aveva riportato i rifiuti presso il sito di provenienza come previsto dalla normativa.

Il Tribunale aveva ritenuto l’imputato colpevole per entrambe le violazioni, infliggendo una pena pecuniaria.

L’Iter Processuale e l’Errore del Giudice di Merito

La difesa aveva impugnato la sentenza, chiedendo in via principale l’assoluzione e, in subordine, il riconoscimento della particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p. L’atto, erroneamente qualificato come appello, è stato trasmesso alla Corte di Cassazione, unico rimedio esperibile contro sentenze di condanna alla sola pena dell’ammenda.

Il Procuratore Generale presso la Cassazione ha richiesto l’annullamento della sentenza per intervenuta prescrizione. La Corte, nell’analizzare i motivi del ricorso, ha ritenuto infondate le censure relative alla sussistenza dei reati. Ha infatti confermato che l’uso di mezzi diversi da quelli autorizzati integra il reato di trasporto abusivo e che il principio di “responsabilità condivisa” nella gestione dei rifiuti impone al trasportatore precisi obblighi di verifica e controllo.

Il punto cruciale, tuttavia, riguardava il secondo motivo di ricorso. Il Tribunale aveva negato la non punibilità per tenuità del fatto affermando che non fosse possibile applicarla in presenza di più reati, seppur riuniti nel medesimo procedimento. Questa motivazione è stata giudicata errata dalla Cassazione.

La particolare tenuità del fatto e la sua valutazione complessa

La Suprema Corte ha richiamato un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (n. 18891/2022), la quale ha stabilito che “la pluralità di reati unificati nel vincolo della continuazione non è di per sé ostativa” al riconoscimento della causa di non punibilità. Il giudice non può fermarsi al mero dato numerico delle violazioni, ma deve compiere una valutazione complessiva e ponderata della fattispecie concreta. Deve considerare indicatori come la natura e la gravità degli illeciti, i beni giuridici protetti, le modalità esecutive, le conseguenze dannose e l’intensità del dolo o della colpa.

L’assenza di questa valutazione complessa da parte del Tribunale costituiva un vizio di motivazione che, in linea di principio, avrebbe comportato l’annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame.

Le motivazioni della decisione

Nonostante l’accertato errore del giudice di primo grado, la Corte di Cassazione non ha disposto un nuovo processo. La ragione risiede nel decorso del tempo. Al momento della decisione, i termini di prescrizione per i reati contestati (risalenti al 2013) erano ampiamente scaduti. La legge processuale (art. 129 c.p.p.) impone al giudice di dichiarare immediatamente le cause di non punibilità, come la prescrizione, a meno che non emerga con evidenza una causa di assoluzione nel merito (ad esempio, perché il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso).

Nel caso di specie, non sussistendo i presupposti per un’assoluzione piena, la Corte non ha potuto fare altro che prendere atto dell’estinzione dei reati. L’annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione è diventato, quindi, l’esito obbligato del procedimento, assorbendo ogni altra questione, inclusa quella sulla corretta applicazione dell’art. 131-bis c.p.

Le conclusioni

La sentenza offre due spunti fondamentali. In primo luogo, ribadisce un principio di diritto ormai consolidato: la particolare tenuità del fatto non è esclusa a priori dalla commissione di più reati. I giudici di merito sono tenuti a una valutazione globale e non possono basare un diniego sul solo numero delle violazioni. In secondo luogo, evidenzia come le dinamiche procedurali, e in particolare la prescrizione, possano avere un impatto decisivo sull’esito di un processo, prevalendo anche su fondati motivi di ricorso che potrebbero portare a un esito diverso, come in questo caso un potenziale proscioglimento per tenuità del fatto.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto se l’imputato ha commesso più reati?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando una decisione delle Sezioni Unite, afferma che la pluralità di reati (anche in continuazione) non è di per sé ostativa all’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Il giudice deve compiere una valutazione complessiva della fattispecie concreta, considerando tutti gli indici previsti dalla norma.

Utilizzare un veicolo non specificamente elencato nell’autorizzazione al trasporto rifiuti costituisce reato?
Sì. La sentenza conferma che il trasporto di rifiuti effettuato con mezzi diversi da quelli originariamente comunicati in sede di iscrizione all’Albo dei gestori ambientali integra la contravvenzione di cui all’art. 256 del Testo Unico Ambientale.

Perché la Corte ha annullato la sentenza per prescrizione invece di rinviare per una nuova valutazione sulla tenuità del fatto?
Perché, al momento della decisione, i termini massimi di prescrizione dei reati erano già decorsi. In presenza di una causa di estinzione del reato come la prescrizione, e in assenza di prove evidenti per un’assoluzione piena, il giudice ha l’obbligo di dichiararla immediatamente, e tale declaratoria prevale su altre questioni che richiederebbero un nuovo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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