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Obbligo di motivazione: Cassazione annulla ordinanza

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza per violazione dell’obbligo di motivazione. Il Tribunale aveva ignorato le prove presentate dalla difesa riguardo a un caso analogo, limitandosi a un generico rinvio a una decisione precedente. La Corte ha ribadito la necessità di una valutazione puntuale delle deduzioni difensive, annullando il provvedimento e rinviando il caso per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di Motivazione: la Cassazione Annulla per Carenza di Risposta alle Difese

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento giuridico: l’obbligo di motivazione per ogni provvedimento giurisdizionale. La Corte ha annullato un’ordinanza di un Tribunale di Sorveglianza che aveva respinto il reclamo di un detenuto senza analizzare adeguatamente le argomentazioni difensive presentate. Questo caso sottolinea come un generico rinvio a decisioni precedenti non sia sufficiente a soddisfare il dovere del giudice di dare conto della propria decisione.

I Fatti del Caso

Un detenuto aveva presentato un’istanza per ottenere un risarcimento, ai sensi dell’art. 35-ter dell’ordinamento penitenziario, a causa delle condizioni di detenzione inumane e degradanti patite in diverse carceri. In particolare, la sua richiesta riguardava il periodo trascorso nella Casa Circondariale di Reggio Calabria e nel carcere di Milano Opera.

Il Magistrato di Sorveglianza aveva parzialmente accolto la richiesta per 135 giorni relativi alla detenzione a Reggio Calabria, ma aveva rigettato la domanda per il restante periodo, inclusa la detenzione a Milano. Contro questa decisione, il detenuto aveva proposto reclamo al Tribunale di Sorveglianza.

Durante il procedimento di reclamo, la difesa aveva depositato una memoria in cui evidenziava un fatto cruciale: il Tribunale di Sorveglianza di Firenze, con un’ordinanza precedente, aveva riconosciuto il diritto al risarcimento per sovraffollamento a un altro detenuto che si trovava recluso nello stesso periodo e nella stessa sezione del carcere di Milano Opera. Nonostante questa specifica deduzione, il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari aveva rigettato il reclamo, limitandosi a richiamare le motivazioni del primo provvedimento.

La Decisione della Cassazione e l’Obbligo di Motivazione

La Corte di Cassazione, investita del ricorso, ha ritenuto fondate le doglianze del detenuto. I giudici supremi hanno rilevato che il Tribunale di Sorveglianza era rimasto ‘silente’ sulle deduzioni difensive contenute nella memoria. In particolare, non era stata espressa alcuna valutazione sul rilievo difensivo riguardante la decisione del Tribunale di Firenze, che costituiva un precedente significativo e pertinente.

Questo comportamento, secondo la Corte, integra una violazione dell’articolo 125 del codice di procedura penale, che impone l’obbligo di motivazione per sentenze e ordinanze. Un provvedimento giudiziario non può limitarsi a un generico rinvio a decisioni precedenti, ma deve confrontarsi con i punti decisivi sollevati dalle parti. La mancata analisi di un argomento difensivo così specifico e rilevante si traduce in una ‘carenza di motivazione’.

Le motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sulla violazione diretta dell’art. 125 c.p.p. La Corte ha spiegato che il Tribunale di Sorveglianza, nel decidere il reclamo, non può esimersi dal prendere in esame tutte le argomentazioni decisive proposte dalla difesa. Nel caso di specie, il riferimento a una precedente decisione favorevole a un altro detenuto nelle medesime condizioni rappresentava un punto cruciale che richiedeva una risposta specifica e argomentata. Limitarsi a un generico riferimento al provvedimento del Magistrato di Sorveglianza significa eludere il dovere di fornire una motivazione congrua e completa, rendendo il provvedimento impugnato carente su un punto decisivo. Per questo motivo, la Corte ha concluso che l’ordinanza impugnata doveva essere annullata perché viziata da una manifesta carenza di motivazione.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari e ha rinviato il caso allo stesso Tribunale per un nuovo giudizio. Il giudice del rinvio dovrà riesaminare il reclamo, tenendo conto delle deduzioni difensive ignorate in precedenza e fornendo una motivazione completa e adeguata. Sebbene il giudice del rinvio resti libero di accogliere o rigettare il reclamo, dovrà farlo rispettando i principi di diritto e l’obbligo di motivare in modo congruo la propria decisione. Questa sentenza rafforza il diritto alla difesa e il principio secondo cui ogni decisione giurisdizionale deve essere trasparente e comprensibile nelle sue fondamenta logico-giuridiche.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale di Sorveglianza?
La Corte ha annullato l’ordinanza perché il Tribunale di Sorveglianza non ha fornito una motivazione adeguata, ignorando una specifica e decisiva argomentazione difensiva. In particolare, non ha valutato la circostanza che un altro tribunale aveva concesso un risarcimento a un altro detenuto nelle stesse condizioni.

Cosa si intende per violazione dell’obbligo di motivazione in questo caso?
Significa che il giudice non ha spiegato le ragioni della sua decisione in relazione a tutti i punti cruciali sollevati dalla difesa. Un semplice e generico rinvio alle considerazioni di un provvedimento precedente non è sufficiente a soddisfare l’obbligo di motivare previsto dall’art. 125 del codice di procedura penale.

Cosa succederà ora nel procedimento?
Il caso è stato rinviato al Tribunale di Sorveglianza di Cagliari per un nuovo giudizio. Il Tribunale dovrà riesaminare il reclamo, questa volta tenendo conto delle argomentazioni difensive che erano state ignorate e fornendo una motivazione completa e congrua per la sua nuova decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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