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Incidente stato di ebbrezza: quando scatta l’aggravante

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver causato un incidente stradale. È stato confermato che la perdita di controllo del veicolo, dovuta alla ridotta prontezza di riflessi per l’alcol, costituisce il nesso causale sufficiente per applicare l’aggravante, anche in assenza di altri veicoli coinvolti.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente in Stato di Ebbrezza: Basta la Perdita di Controllo per l’Aggravante

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di circolazione stradale: per configurare l’aggravante dell’aver provocato un incidente in stato di ebbrezza, è sufficiente che la condotta di guida alterata dall’alcol sia la causa della perdita di controllo del veicolo. Analizziamo questa decisione che conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e chiarisce i contorni del nesso causale.

I Fatti: La Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza

Il caso riguarda un automobilista condannato in primo grado e in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. La condanna, a tre mesi di arresto e 750 euro di ammenda (con pena sospesa), includeva anche le sanzioni accessorie della revoca della patente e della confisca del veicolo. La particolarità della vicenda risiedeva nell’applicazione della circostanza aggravante di aver provocato un sinistro stradale, poiché il conducente aveva perso il controllo della sua auto, andando a collidere violentemente contro il guardrail e la segnaletica stradale.

Il Ricorso in Cassazione: Il Nesso Causale nell’Incidente in Stato di Ebbrezza

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione contestando proprio l’applicazione dell’aggravante. La tesi difensiva sosteneva la mancanza di un nesso eziologico diretto tra lo stato di ebbrezza e l’incidente. In altre parole, si contestava che fosse stato provato in modo certo che l’incidente fosse una conseguenza diretta e inevitabile dell’alterazione alcolica, e non di altre possibili cause.

La Tesi Difensiva

Secondo il ricorrente, l’accusa non aveva dimostrato che il sinistro non si sarebbe verificato se egli fosse stato sobrio. La difesa puntava a scardinare il collegamento automatico tra l’essere ubriachi e l’essere responsabili di un qualsiasi evento anomalo occorso durante la guida, richiedendo una prova più rigorosa del nesso di causalità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo completamente la tesi difensiva. I giudici hanno ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse logica e ben fondata sugli elementi probatori disponibili. La decisione si basa su un’interpretazione chiara e pragmatica del concetto di ‘incidente’ e del legame con lo stato di alterazione del conducente.

La Conferma del Nesso tra Ebbrezza e Sinistro

Il punto centrale della motivazione risiede nella constatazione che l’imputato aveva perso il controllo del veicolo. Questo fatto, unito alla sua incapacità di compiere manovre idonee a evitare l’impatto, è stato considerato una diretta conseguenza della “negativa influenza dello stato di ebbrezza sulla prontezza di riflessi”. La Corte ha quindi affermato che non è necessario dimostrare che l’ebbrezza sia stata l’unica ed esclusiva causa dell’evento. È sufficiente che abbia contribuito in modo significativo a determinare l’incidente, rendendo la guida insicura e compromettendo la capacità del conducente di gestire il veicolo in sicurezza. L’urto contro strutture fisse come un guardrail è a tutti gli effetti un ‘incidente stradale’ rilevante ai fini dell’aggravante.

Le Conclusioni: Le Implicazioni della Decisione

Questa ordinanza consolida un principio di estrema importanza: la responsabilità penale si aggrava non solo quando si causano danni a terzi, ma anche quando la guida alterata provoca un qualsiasi turbamento della circolazione, inclusa la perdita autonoma del controllo del proprio mezzo. La decisione serve da monito per tutti gli automobilisti, sottolineando che mettersi al volante dopo aver bevuto comporta rischi legali severi che si aggravano al minimo errore o perdita di controllo. La conseguenza dell’inammissibilità del ricorso, inoltre, è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, a dimostrazione della serietà con cui l’ordinamento sanziona i tentativi di contestare principi ormai solidificati.

Per applicare l’aggravante dell’incidente, è necessario dimostrare che l’ubriachezza sia stata l’unica causa del sinistro?
No, la Corte ha stabilito che è sufficiente che lo stato di ebbrezza abbia contribuito a causare l’incidente influenzando negativamente la prontezza di riflessi del conducente, rendendolo incapace di evitare l’impatto.

Un incidente che coinvolge solo il veicolo del conducente ubriaco, senza urtare altre auto o persone, fa scattare comunque l’aggravante?
Sì, l’ordinanza conferma che la nozione di “incidente stradale” include qualsiasi evento che turbi la normale marcia del veicolo, come la collisione con un guardrail o la segnaletica stradale, non essendo necessario il coinvolgimento di terzi.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile in un caso del genere?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende, oltre alla conferma della condanna originale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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