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Inammissibilità del ricorso: no alla querela tardiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La Corte ha stabilito che la manifesta infondatezza e genericità dei motivi di ricorso impedisce di esaminare la questione, sollevata successivamente, della mancanza di querela, divenuta necessaria per procedibilità a seguito di una riforma legislativa. L’inammissibilità cristallizza la situazione processuale, precludendo l’applicazione di norme più favorevoli sopravvenute.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Cosa Succede se Manca la Querela?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale della procedura penale: l’inammissibilità del ricorso preclude l’esame di questioni sopravvenute, anche se favorevoli all’imputato, come la mancanza della querela. Questo caso, relativo a un furto aggravato, dimostra come la precisione e la specificità dei motivi di impugnazione siano cruciali per accedere al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Il Furto dal Furgone

Il caso ha origine da un furto di un portafoglio avvenuto all’interno di un furgone. La vittima, impegnata a scaricare merce, aveva lasciato per necessità il veicolo aperto. L’autore del furto veniva individuato e condannato in primo grado dal Tribunale e, successivamente, in secondo grado dalla Corte d’Appello. La pena veniva ridotta in appello, ma la responsabilità penale veniva confermata, riconoscendo l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede.

I Motivi dell’Appello alla Suprema Corte

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due argomenti principali:
1. Errata applicazione dell’aggravante: Si contestava la sussistenza dell’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede.
2. Eccessiva severità della pena: Si lamentava un trattamento sanzionatorio troppo aspro, dovuto al mancato riconoscimento di attenuanti e all’aumento per la recidiva.

Successivamente, con una memoria aggiuntiva, la difesa ha sollevato una questione procedurale di grande rilievo: la mancanza agli atti della querela da parte della persona offesa. Tale querela era diventata una condizione di procedibilità per il reato contestato a seguito della recente Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022).

L’Inammissibilità del Ricorso e le Sue Conseguenze

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Secondo i giudici, le argomentazioni della difesa erano mere “vaghe doglianze” che non si confrontavano adeguatamente con le motivazioni, logiche e coerenti, delle sentenze di merito. L’impugnazione non presentava una critica argomentata, ma si limitava a esprimere una generica pretesa di “ingiustizia”, insufficiente per un giudizio di legittimità. Questa valutazione preliminare sull’inammissibilità del ricorso si è rivelata decisiva per l’intero esito del procedimento.

La Questione della Querela e il Principio Consolidato

Il punto centrale della decisione riguarda l’impossibilità di esaminare la questione della querela mancante. La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’inammissibilità del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, ogni questione successiva, inclusa la verifica delle condizioni di procedibilità introdotte da una nuova legge, è preclusa. In altre parole, un ricorso inammissibile “cristallizza” la situazione giuridica al momento della sua proposizione, impedendo al giudice di applicare norme più favorevoli sopravvenute.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che la funzione tipica dell’impugnazione è quella di una critica argomentata contro la decisione che si contesta. Quando i motivi sono generici, vaghi o non specifici, il ricorso non assolve a questa funzione e deve essere dichiarato inammissibile. Tale declaratoria ha un effetto dirimente che impedisce l’esame di qualsiasi altro aspetto del processo. Pertanto, la questione relativa alla procedibilità, che in un contesto diverso avrebbe potuto portare all’estinzione del reato, non può essere nemmeno presa in considerazione. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando la decisione impugnata.

Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Specifico

Questa ordinanza sottolinea l’importanza cruciale della tecnica redazionale e della specificità dei motivi nel ricorso per cassazione. Un’impugnazione non può limitarsi a una generica lamentela, ma deve articolare critiche precise e pertinenti rispetto alla sentenza impugnata. In mancanza di tali requisiti, si incorre nell’inammissibilità, una sanzione processuale severa che chiude la porta a qualsiasi ulteriore discussione, vanificando anche la possibilità di beneficiare di eventuali modifiche normative favorevoli intervenute nel corso del giudizio.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati sono stati giudicati dalla Corte di Cassazione come generici, vaghi e non costituenti una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, limitandosi a una generica lamentela di “ingiustizia”.

La Corte di Cassazione può considerare la mancanza di querela se il ricorso è inammissibile?
No. Secondo la Corte, la declaratoria di inammissibilità del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale e, di conseguenza, preclude l’esame di qualsiasi altra questione, compresa la verifica della sussistenza di condizioni di procedibilità come la querela, anche se introdotte da una nuova legge più favorevole.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa così definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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