Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28775 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28775 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 24/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROMA il 09/07/1977
avverso la sentenza del 27/11/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
COGNOME NOMECOGNOME ritenuta responsabile nelle conformi sentenze di merito reato di cui all’art. 186, comma 2, lett. c) e 2-bis cod. strada, ricorre, del difensore, avverso la sentenza di cui in epigrafe, articolando i seguenti vi di ricorso:
Mancata assunzione di una prova decisiva, costituita dalla escussione d due passanti identificati dagli operanti intervenuti al momento dell’accaduto chiesta formulata a norma dell’art. 495, comma 2, cod. proc. pen. nel co dell’istruzione dibattimentale, nonché carenza di motivazione a sostegno del getto della richiesta.
II) Carenza, illogicità e contraddittorietà della motivazione. L’affermazione penale responsabilità della ricorrente non è supportata da una corretta appl zione delle regole della logica. La ricorrente all’epoca dei fatti soffriva di sia nervosa, disturbo per il quale seguiva una terapia psicofarmacologica. I dici di merito avrebbero dovuto considerare le condizioni fisiche della ricorren la quale pesava all’epoca del fatto solo 38 chilogrammi – incidenti sulla cap di assorbimento dell’alcol e sulla sintomatologia correlata all’assunzione d vande alcoliche. Il dato del corretto funzionamento dell’apparecchiatu dell’alcoltest sarebbe incerto: il risultato elevato della misurazione, infatti be incompatibile con la lieve sintomatologia palesata dall’imputata al moment del controllo.
III) Inosservanza o erronea applicazione della legge penale in relazione all causa di esclusione della punibilità per tenuità del fatto prevista dall’ad cod.pen., rilevabile anche d’ufficio ed in sede di legittimità.
Considerato, quanto al primo motivo di ricorso, che le doglianze i espresse sono riproduttive di profili di censura già adeguatamente vagliati e sattesi dalla Corte territoriale con argomentazioni non censurabili in questa s Invero, come sostenuto in sentenza, secondo costante orientamento della Corte di legittimità, la rinnovazione, anche parziale del dibattimento, in sede di ap ha carattere eccezionale e può essere disposta unicamente nel caso in cui il dice ritenga di non poter decidere allo stato degli atti; inoltre la Suprema ha più volte ribadito che l’esercizio del potere di rinnovazione istruttoria trae, per la sua natura discrezionale, allo scrutinio di legittimità, nei lim la decisione del giudice di appello, tenuto ad offrire specifica giustificazio tanto in caso di rinnovazione, presenti una struttura argomentativa che evide – per il caso di mancata rinnovazione – l’esistenza di fonti sufficienti p
compiuta e logica valutazione in punto di responsabilità (cfr. Sez. 6, sent. n. 40496 del 21/05/2009, Messina, Rv. 245009). Nella specie la Corte di appello ha dato atto, con motivazione non censurabile in questa sede, come l’esame dei testimoni richiesto dalla difesa fosse del tutto superfluo, attesa la completezza della istruttoria compiuta.
Considerato che le deduzioni sviluppate nel secondo motivo di ricorso, attinenti alla sussistenza del reato, dietro l’apparente prospettazione del vizio di legittimità, concernendo in realtà la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio, investono profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della Corte di appello, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione, esente da vizi logici e conforme ai principi stabiliti in materia in sede di legittimità. La Corte di appello ha infatti rilevato come le misurazioni, regolarmente effettuate, avessero prodotto risultati, attestati dagli scontrini rilasciati dall’apparecchiatura, che avevano registrato valori di 2,10 e 2,35 g/I, aggiungendo come l’operante avesse descritto una sintomatologia tipica dello stato di ebbrezza. Ebbene, la Corte territoriale ha operato una corretta applicazione del principio, più volte ribadito in sede di legittimità, secondo cui i tema di guida in stato di ebbrezza, l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova dello stato di ebbrezza, con la conseguenza che è onere della difesa dell’imputato suffragare con idonee allegazioni la prospettata invalidità dell’accertamento, dimostrando la sussistenza di vizi ed errori di strumentazione ovvero di vizi correlati all’omologazione dell’apparecchio, o l’assenza e l’inattualità dei controlli pre scritti dalla legge (cfr. ex multis Sez. 4, n. 46146 del 13/10/2021, COGNOME, Rv. 28255; conf. Sez. 4, n. 46841 del 17/12/2021, COGNOME, Rv. 282659; Sez. 4, n. 11679 del 15/12/2020, dep. 2021, COGNOME, Rv. 280958). A fronte della logica ricostruzione offerta in sentenza, la difesa oppone un’alternativa ricostruzione dei fatti, la cui delibazione è esclusa in sede di legittimità. Corte di Cassazione – copia non ufficiale
Quanto all’ultimo motivo di ricorso, in base a consolidato orientamento di questa Corte, dal quale non si individuano ragioni per discostarsi, “In tema di esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto, la questione dell’applicabilità dell’art. 131-bis cod. pen. non può essere dedotta per la prima volta in cassazione, ostandovi il disposto di cui all’art. 606, comma 3, cod. proc. pen., se il predetto articolo era già in vigore alla data della deliberazione dell sentenza impugnata, né sul giudice di merito grava, in difetto di una specifica richiesta, alcun obbligo di pronunciare comunque sulla relativa causa di esclusione della punibilità” (così Sez. 5, n. 4835 del 27/10/2021, dep. 2022 , Rv. 282773; precedenti conformi: n. 57491 del 2017 Rv. 271877; n. 43838 del 2016 Rv.
N. GLYPH
11565/2025 GLYPH
R.G.
268281; n. 21465 del 2019 Rv. 275782; n. 23174 del 2018 Rv. 272789; n.
20270 del 2016 Rv. 266678; n. 19207 del 2017 Rv. 269913). In ogni caso, an- che volendo accedere al diverso, minoritario orientamento citato nel ricorso, è
d’uopo rilevare come siano del tutto generiche le ragioni prospettate a fonda- mento della riconoscibilità dell’istituto invocato, non immediatamente ricavabili
neppure dal trattamento sanzionatorio; invero, sebbene siano state concesse le attenuanti generiche con giudizio di equivalenza rispetto alla ritenuta aggravan-
te, diversamente da quanto indicato nel ricorso, la pena non è stata stabilita in misura corrispondente al minimo edittale, pari a mesi sei di arresto ed euro 1500
di ammenda.
5. Attesa la manifesta infondatezza dei motivi di doglianza, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna della ricorrente al pagamento del-
le spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende non ravvisandosi assenza di colpa del ricorrente (Corte Cost. sent. n.
186 del 13.6.2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 24 giugno 2025.