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Furto con strappo: quando diventa rapina?

Un individuo è stato condannato per rapina e truffa ai danni di una persona anziana. La questione centrale del ricorso in Cassazione riguardava la qualificazione del reato: si trattava di furto con strappo o di rapina? La Suprema Corte ha confermato la condanna per rapina, stabilendo che la violenza esercitata per strappare un oggetto indossato, come una collana, si estende necessariamente alla persona, integrando così il reato più grave. L’appello è stato respinto anche in considerazione dei precedenti penali dell’imputato e della natura solo parziale della sua confessione.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto con strappo o rapina? La Cassazione traccia il confine

La distinzione tra furto con strappo e rapina è una delle questioni più dibattute nelle aule di giustizia. Un gesto apparentemente semplice, come strappare una collana dal collo di una persona, può integrare due fattispecie di reato con conseguenze penali molto diverse. Con la sentenza n. 45589/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su questo tema, offrendo un chiarimento fondamentale sulla direzione della violenza come elemento distintivo tra i due delitti.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato in primo grado e in appello per i reati di truffa aggravata e rapina aggravata ai danni di una donna ultrasessantacinquenne. In particolare, dopo averla ingannata, le aveva sottratto con violenza una collana e degli anelli che indossava. La difesa dell’imputato presentava ricorso in Cassazione, contestando principalmente la qualificazione del fatto come rapina. Secondo il ricorrente, l’azione avrebbe dovuto essere considerata come un furto con strappo, poiché la violenza sarebbe stata esercitata esclusivamente sui gioielli e non direttamente sulla persona. A supporto di questa tesi, la difesa evidenziava una presunta incongruenza tra la prima dichiarazione della vittima, resa nell’immediatezza dei fatti, e la querela sporta il giorno successivo, ritenuta più dettagliata e accusatoria.

La Differenza tra Furto con Strappo e Rapina secondo la Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno colto l’occasione per ribadire il consolidato orientamento giurisprudenziale in materia. La linea di demarcazione tra le due fattispecie di reato risiede nella direzione della condotta violenta dell’agente.

– Si ha furto con strappo (art. 624-bis c.p.) quando la violenza è immediatamente rivolta verso la cosa (la res), e solo di riflesso, in modo indiretto e involontario, può avere ripercussioni sulla persona che la detiene.

– Si ha rapina (art. 628 c.p.) quando la violenza è rivolta o si sviluppa direttamente sulla persona, al fine di vincerne la resistenza e impossessarsi del bene. Questo avviene anche quando l’oggetto è particolarmente aderente al corpo del possessore.

Le Motivazioni della Decisione

Nel caso specifico, la Cassazione ha stabilito che strappare una collana dal collo della vittima integra senza dubbio il reato di rapina. La motivazione risiede nel fatto che, essendo la collana strettamente aderente al corpo, la violenza necessaria per strapparla si estende inevitabilmente e direttamente alla persona. L’agente, per raggiungere il suo scopo, deve superare non solo la resistenza materiale dell’oggetto, ma anche l’inevitabile opposizione fisica del corpo della vittima. Pertanto, l’azione violenta si sviluppa sulla persona, concretizzando la violenza diretta richiesta per il delitto di rapina.

La Corte ha inoltre respinto gli altri motivi di ricorso. Ha ritenuto logica la scelta dei giudici di merito di dare maggior peso alla seconda versione dei fatti fornita dalla vittima, poiché resa a mente fredda e in modo più circostanziato. Ha altresì giudicato infondata la doglianza sul calcolo della pena, essendo questa ben al di sotto della media edittale e adeguatamente motivata dalla gravità del fatto e dai numerosi precedenti penali dell’imputato. Infine, è stato negato il diritto alle attenuanti generiche proprio a causa della spiccata capacità a delinquere dell’uomo e della sua confessione solo parziale, che aveva negato l’uso della violenza.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cruciale: la qualificazione giuridica di un’azione non dipende dall’assenza di lesioni fisiche, ma dalla natura e dalla direzione della violenza impiegata. Strappare un bene indossato non è un semplice furto con strappo, ma un’aggressione alla persona che configura il più grave reato di rapina. La decisione sottolinea l’importanza di proteggere l’integrità fisica della persona, anche quando l’obiettivo finale dell’aggressore è la sottrazione di un bene materiale. Per i cittadini, ciò si traduce in una maggiore tutela; per gli operatori del diritto, in un chiaro riferimento per la corretta interpretazione delle norme.

Qual è la differenza fondamentale tra furto con strappo e rapina?
La differenza risiede nella direzione della violenza: nel furto con strappo, la violenza è rivolta all’oggetto e solo indirettamente alla persona; nella rapina, la violenza è diretta contro la persona per vincerne la resistenza e sottrarre l’oggetto.

Strappare una collana dal collo è considerato furto o rapina?
Secondo la Corte di Cassazione, è rapina. Poiché la collana è un oggetto aderente al corpo, la violenza esercitata per strapparla si estende necessariamente e direttamente alla persona, integrando così il reato di rapina.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato nonostante una confessione?
Le attenuanti sono state negate per due motivi principali: la spiccata capacità a delinquere dell’imputato, desunta dai suoi numerosi precedenti penali, e il carattere parziale della confessione, in quanto aveva ammesso la truffa ma negato l’uso della violenza per la sottrazione dei gioielli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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