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Esito positivo alcoltest: prova sufficiente per condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha stabilito che l’esito positivo dell’alcoltest, con valori di 1,15 g/l e 1,12 g/l, costituisce piena prova della violazione, anche in assenza di altri evidenti sintomi di ubriachezza. La decisione è stata rafforzata dal fatto che l’imputato aveva causato un incidente stradale. La semplice affermazione di aver assunto farmaci è stata ritenuta insufficiente per invalidare il test.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Ebbrezza: l’Esito Positivo dell’Alcoltest Basta per la Condanna?

L’accertamento della guida in stato di ebbrezza rappresenta uno dei temi più dibattuti nel diritto penale della circolazione stradale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarificazione su un punto cruciale: l’esito positivo dell’alcoltest è di per sé sufficiente a fondare una sentenza di condanna, anche quando mancano altri segni evidenti di alterazione psicofisica? Analizziamo la decisione per capire la sua portata e le implicazioni per gli automobilisti.

I Fatti del Caso: un Incidente e due Rilevamenti

Il caso trae origine da un procedimento penale a carico di un automobilista, condannato sia in primo grado che in appello per il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. L’uomo era stato sottoposto a due prove con l’etilometro a seguito di un incidente stradale che aveva coinvolto diverse vetture. I risultati erano stati inequivocabili: 1,15 g/l alla prima prova e 1,12 g/l alla seconda, valori che collocano la condotta nella fascia di reato intermedia.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

Nonostante la doppia condanna, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la sola misurazione strumentale non fosse sufficiente. I legali dell’imputato hanno evidenziato l’assenza di ulteriori indici sintomatici dello stato di ebbrezza, come l’eloquio sconnesso, l’andatura incerta o l’alito vinoso. In sostanza, si contestava che il comportamento dell’automobilista non manifestasse esternamente uno stato di alterazione, rendendo così l’accertamento puramente numerico non pienamente attendibile.

L’Esito Positivo dell’Alcoltest e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno chiarito che il ricorso si limitava a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, un’operazione non consentita nel giudizio di legittimità, che non può riesaminare il merito dei fatti.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’esito positivo dell’alcoltest costituisce piena prova dello stato di ebbrezza. L’affidabilità della misurazione scientifica è il pilastro su cui si fonda l’accertamento, e non è necessario che essa sia confermata da ulteriori elementi sintomatici.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema sono chiare e si basano su diversi punti cardine. In primo luogo, i giudici hanno sottolineato che la tollerabilità delle sostanze alcoliche è un fattore estremamente soggettivo. Un tasso alcolemico come quello registrato, sebbene superiore alla soglia penale, può non manifestarsi in tutti i soggetti con i classici segni esteriori dell’ubriachezza. Pertanto, l’assenza di tali segni non è in alcun modo sufficiente a smentire il dato scientifico.

In secondo luogo, la Corte ha dato rilievo alla circostanza dell’incidente stradale. L’essere stato causa di un sinistro è stato considerato un elemento corroborante, ovvero un fatto che rafforza ulteriormente la prova derivante dall’etilometro, indicando una ridotta capacità di guida. Infine, la mera allegazione di aver assunto farmaci, non supportata da alcuna prova specifica, è stata ritenuta inidonea a paralizzare l’efficacia probatoria dell’accertamento.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma con forza la centralità e l’affidabilità dell’alcoltest nel sistema di accertamento della guida in stato di ebbrezza. Il messaggio per gli automobilisti è inequivocabile: il dato numerico risultante dalla prova è l’elemento determinante per la condanna. Sperare di essere assolti basandosi sull’assenza di sintomi evidenti o su generiche giustificazioni non provate è una strategia difensiva destinata all’insuccesso. La pronuncia rafforza la presunzione di affidabilità degli strumenti di misurazione e pone un onere probatorio molto stringente su chi intenda contestarne i risultati.

L’esito positivo dell’alcoltest è sufficiente a provare lo stato di ebbrezza anche senza altri sintomi come l’alito vinoso o l’andatura incerta?
Sì, la Corte di Cassazione ha ribadito che l’esito positivo dell’alcoltest costituisce di per sé prova dello stato di ebbrezza, non essendo necessario che sussistano ulteriori e diversi indici sintomatici.

Essere coinvolti in un incidente stradale ha un peso nella valutazione dello stato di ebbrezza?
Sì, secondo l’ordinanza, la causazione di un incidente stradale che ha coinvolto diverse vetture è un elemento che corrobora (cioè rafforza) la prova dello stato di ebbrezza derivante dal test.

Affermare di aver assunto farmaci può invalidare il risultato dell’alcoltest?
No, la semplice allegazione dell’avvenuta assunzione di farmaci, senza fornire prove concrete e specifiche, non è ritenuta idonea a invalidare l’accertamento derivante dall’alcoltest.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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