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Decorrenza sorveglianza speciale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per guida senza patente durante la sorveglianza speciale. Il caso verteva sulla corretta decorrenza della sorveglianza speciale dopo un periodo di detenzione. La Corte ha stabilito che, a seguito della sospensione e della successiva rivalutazione della pericolosità sociale, è necessaria una nuova formale comunicazione del decreto all’interessato perché la misura riprenda efficacia. Senza tale notifica, la misura non è attiva e non può configurarsi il reato di violazione delle sue prescrizioni.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Decorrenza Sorveglianza Speciale: Senza Notifica del Decreto la Misura non è Efficace

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38428/2024) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione, stabilendo che la decorrenza della sorveglianza speciale, dopo un periodo di sospensione, è subordinata alla formale notifica del nuovo decreto all’interessato. Senza questo passaggio cruciale, la misura è inefficace e, di conseguenza, non può essere contestata la sua violazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo condannato in appello per aver guidato un motociclo senza patente, in violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Tale misura era stata originariamente applicata con un decreto del 2011. Dopo un lungo periodo di detenzione, la pericolosità sociale del soggetto era stata nuovamente valutata nel novembre 2018. Nel marzo 2020, l’uomo veniva fermato alla guida del veicolo, portando alla sua condanna per il reato previsto dall’art. 73 del D.Lgs. 159/2011.

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un punto decisivo: all’interessato non era mai stato comunicato l’esito del giudizio di persistenza della pericolosità sociale. Di conseguenza, la misura di prevenzione doveva considerarsi inefficace e la guida senza patente un semplice illecito amministrativo, non un reato.

La Decorrenza della Sorveglianza Speciale dopo la Detenzione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 14 del D.Lgs. 159/2011, che disciplina la decorrenza e la cessazione della sorveglianza speciale. La legge prevede che l’esecuzione della misura resti sospesa durante il tempo in cui l’interessato è detenuto. Se la detenzione si protrae per almeno due anni, il tribunale deve verificare nuovamente la persistenza della pericolosità sociale.

Se tale pericolosità persiste, il tribunale emette un nuovo decreto che ordina l’esecuzione della misura. È qui che si innesta il punto cruciale chiarito dalla Cassazione: il termine di durata della misura ricomincia a decorrere “dal giorno in cui il decreto stesso è comunicato all’interessato”.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto che la decisione impugnata fosse viziata perché, pur dando atto della sospensione e della successiva rivalutazione della pericolosità, non si era accertata dell’effettiva comunicazione del nuovo decreto al ricorrente. La sentenza ha ribadito un orientamento giurisprudenziale consolidato: il periodo di applicazione della sorveglianza speciale decorre dalla notificazione del relativo decreto e non dalla semplice consegna della cosiddetta “carta precettiva” da parte degli organi di polizia. La notifica del decreto è l’atto che consente all’interessato di conoscere il provvedimento e di esercitare il proprio diritto di impugnazione. La carta precettiva, invece, ha il solo scopo di dettagliare le prescrizioni operative.

Nel caso specifico, mancava la prova che il soggetto fosse stato nuovamente e formalmente sottoposto alla misura attraverso la necessaria comunicazione del decreto che ne riattivava l’esecuzione. Pertanto, la misura non poteva considerarsi efficace al momento del fatto contestato.

Le Conclusioni

La sentenza annulla la condanna e rinvia il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio, che dovrà verificare se la comunicazione del decreto sia effettivamente avvenuta. Questa decisione rafforza il principio di legalità e di garanzia per il cittadino. Una misura così limitativa della libertà personale come la sorveglianza speciale richiede il rigoroso rispetto delle forme procedurali, prima fra tutte la piena e formale conoscenza del provvedimento da parte del suo destinatario. Senza una notifica provata, non può esserci una valida decorrenza della sorveglianza speciale e, di conseguenza, nessuna sanzione penale per la sua presunta violazione.

Da quale momento inizia ad essere efficace la misura della sorveglianza speciale?
Secondo la sentenza, la sorveglianza speciale inizia a decorrere e diventa efficace dal giorno in cui il relativo decreto è comunicato formalmente all’interessato, non dalla semplice consegna della “carta precettiva”.

Cosa accade alla sorveglianza speciale se una persona viene detenuta per più di due anni?
L’esecuzione della sorveglianza speciale viene sospesa. Al termine della detenzione, se questa è durata almeno due anni, il tribunale deve verificare nuovamente la persistenza della pericolosità sociale. Se la pericolosità è confermata, viene emesso un nuovo decreto che deve essere notificato all’interessato per riattivare la misura.

È sufficiente la consegna della “carta precettiva” da parte della polizia per rendere attiva la sorveglianza speciale?
No. La giurisprudenza prevalente, confermata da questa sentenza, stabilisce che la consegna della carta precettiva (che contiene le prescrizioni pratiche) non è sufficiente. L’efficacia della misura è legata alla notificazione del decreto del tribunale, che è l’atto giuridico che impone la misura stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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