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Custodia cautelare: i limiti alla prognosi della pena

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di custodia cautelare, stabilendo un principio fondamentale sulla prognosi della pena. Per applicare la massima misura, la previsione di una condanna superiore a tre anni deve basarsi esclusivamente sui reati per cui la misura è stata richiesta, escludendo altre condotte. La Corte ha ritenuto illegittimo includere nel calcolo prognostico reati per i quali non era stata avanzata alcuna richiesta di misura cautelare, rinviando il caso per una nuova valutazione sulla proporzionalità della misura.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia Cautelare: Come si Calcola la Prognosi della Pena?

La custodia cautelare in carcere rappresenta la più severa limitazione della libertà personale prima di una condanna definitiva. La sua applicazione è soggetta a rigidi presupposti di legge, tra cui una prognosi sulla pena che sarà inflitta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22491/2024) ha fornito un chiarimento cruciale su come debba essere effettuata questa valutazione, stabilendo che non può tenere conto di reati per i quali la misura non è stata specificamente richiesta.

Il Caso in Esame: Detenzione di Armi e Misura Cautelare

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale del riesame che confermava l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di un giovane, indagato per la detenzione di un numero imprecisato di pistole di piccolo calibro. La decisione del Tribunale si fondava sulla ritenuta pericolosità sociale del soggetto e su una prognosi di pena finale superiore ai tre anni di reclusione, soglia prevista dalla legge per poter applicare la massima misura.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Custodia Cautelare

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Valutazione della pericolosità: Si contestava che la pericolosità fosse stata desunta dalla presunta commissione di “più delitti” di detenzione di armi, circostanza non provata, e dalla considerazione di un altro reato per il quale, però, non era stata chiesta alcuna misura cautelare.
2. Prognosi della pena: Si lamentava che la previsione di una pena superiore ai tre anni fosse illegittima, in quanto basata non solo sul reato oggetto della misura, ma anche su altre condotte per le quali nessuna misura era stata richiesta.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso, affermando che la valutazione della personalità dell’indagato e del pericolo di reiterazione del reato può legittimamente prendere in considerazione anche altre condotte criminose, a prescindere dalla richiesta di misure cautelari per esse. Questo serve a delineare un quadro completo della pericolosità del soggetto.

Tuttavia, la Corte ha accolto il secondo motivo, ritenendolo fondato. Ha chiarito che il limite di pena previsto dall’art. 275, comma 2-bis, del codice di procedura penale è strettamente legato al principio di proporzionalità della misura. La prognosi che la pena da infliggere sarà superiore a tre anni deve essere effettuata esclusivamente con riferimento alle condotte per le quali è stata avanzata la richiesta di applicazione della custodia cautelare.

Secondo la Corte, includere nel giudizio prognostico anche altri reati, per i quali non è stata chiesta la misura detentiva, costituisce una violazione di legge. Tale valutazione deve essere ancorata ai fatti specifici che giustificano la richiesta del Pubblico Ministero, per garantire che la misura applicata sia proporzionata alla gravità del reato contestato.

Le Conclusioni: Un Principio di Proporzionalità

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza impugnata, ma limitatamente alla valutazione sulla scelta della misura. Ha rinviato il caso al Tribunale del riesame per un nuovo giudizio. Quest’ultimo dovrà riconsiderare la proporzionalità della custodia cautelare, effettuando una nuova prognosi della pena basata unicamente sul reato di detenzione di armi per cui la misura era stata originariamente richiesta. Questa sentenza rafforza un principio cardine del nostro sistema: la limitazione della libertà personale deve essere sempre giustificata da presupposti rigorosi e strettamente collegati ai fatti specifici contestati.

Quando un giudice valuta la pericolosità di un indagato ai fini di una misura cautelare, può considerare anche reati per cui non è stata chiesta alcuna misura?
Sì, la Corte ha chiarito che per valutare la personalità e la pericolosità sociale dell’indagato, il giudice può prendere in considerazione anche altre condotte criminose, anche se per queste non è stata avanzata una specifica richiesta di misura cautelare.

Come deve essere calcolata la prognosi della pena per applicare la custodia cautelare in carcere?
La prognosi che la pena inflitta sarà superiore a tre anni deve essere calcolata esclusivamente in relazione ai reati per i quali il Pubblico Ministero ha specificamente richiesto l’applicazione della custodia cautelare. È illegittimo includere in questo calcolo altre condotte o reati.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare limitatamente al punto sulla scelta della misura e ha rinviato il caso al Tribunale per un nuovo giudizio. Il Tribunale dovrà ora rivalutare la proporzionalità della misura, basando la prognosi della pena solo sul reato contestato nell’ordinanza originaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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