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Colloquio senza vetro divisorio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un detenuto in regime 41-bis a cui era stato negato un colloquio senza vetro divisorio con la madre anziana, non vista da diciassette anni. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la concessione di tale modalità di incontro, al di fuori dei casi previsti per i minori, rientra nella discrezionalità dell’Amministrazione Penitenziaria. La decisione del Tribunale di Sorveglianza, che aveva negato l’autorizzazione, è stata ritenuta ragionevole e adeguatamente motivata, poiché le esigenze di sicurezza del regime speciale prevalgono, salvo casi eccezionali la cui valutazione spetta all’amministrazione.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Colloquio senza vetro divisorio: la Cassazione fa chiarezza sul 41-bis

Il diritto alla famiglia e agli affetti è un pilastro fondamentale anche all’interno del sistema penitenziario. Tuttavia, quando un detenuto è sottoposto al regime speciale del 41-bis, questo diritto si scontra con esigenze di sicurezza eccezionali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 43632/2024) affronta un tema tanto delicato quanto complesso: la possibilità di concedere un colloquio senza vetro divisorio tra un detenuto e la madre anziana. La decisione fornisce chiarimenti cruciali sul bilanciamento tra umanità della pena e prevenzione criminale.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un uomo, detenuto in regime differenziato, che non aveva contatti fisici con la propria madre da diciassette anni. Data l’età avanzata e le precarie condizioni di salute della donna, l’uomo aveva richiesto all’Amministrazione Penitenziaria di poter svolgere un unico colloquio in presenza, senza la barriera del vetro divisorio.

Inizialmente, il Magistrato di Sorveglianza aveva accolto la richiesta del detenuto. Tuttavia, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha reclamato questa decisione e il Tribunale di Sorveglianza ha annullato il provvedimento, ripristinando il diniego. Il detenuto ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che un’interpretazione rigida della norma violasse i principi costituzionali e il diritto alla vita familiare, citando precedenti sentenze che aprivano a soluzioni tecnologicamente avanzate per garantire la sicurezza.

La Decisione della Corte di Cassazione e il colloquio senza vetro divisorio

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del detenuto, confermando la decisione del Tribunale di Sorveglianza. Secondo gli Ermellini, la scelta di negare il colloquio senza vetro divisorio non è stata irragionevole né illegittima. La Corte ha sottolineato che il regime del 41-bis è caratterizzato da limitazioni severe, giustificate dalla necessità di impedire qualsiasi forma di contatto tra i detenuti e le organizzazioni criminali esterne.

Sebbene il diritto ai colloqui sia riconosciuto, le modalità con cui questi si svolgono sono rigorosamente disciplinate per prevenire il passaggio di oggetti o informazioni. La decisione di derogare a queste cautele ordinarie, come la presenza del vetro, spetta alla discrezionalità dell’Amministrazione Penitenziaria e può essere censurata dal giudice solo in caso di palese illogicità, non riscontrata in questa fattispecie.

Le motivazioni

La Cassazione ha fondato la sua decisione su diversi punti chiave. In primo luogo, ha distinto nettamente la situazione in esame da quella dei colloqui con familiari minori, per i quali la Corte Costituzionale (sent. n. 105/2023) ha riconosciuto la necessità di tutelare il preminente interesse del minore e di evitare trattamenti contrari al senso di umanità. Nel caso di un familiare adulto, sebbene le ragioni affettive siano comprensibili, il bilanciamento con le esigenze di sicurezza è diverso.

In secondo luogo, la Corte ha specificato che le circolari del DAP, come quella che disciplina i colloqui con minori di dodici anni, hanno un carattere meramente orientativo e non creano un diritto soggettivo alla deroga. L’amministrazione può discostarsene, sia in senso restrittivo che estensivo, valutando le specificità del singolo caso.

Infine, il ragionamento del Tribunale di Sorveglianza è stato considerato adeguato e immune da vizi. Il tribunale aveva correttamente ponderato la situazione, riconoscendone l’eccezionalità, ma rimettendo alla discrezionalità dell’Amministrazione Penitenziaria l’eventuale concessione di un gesto di umanità, come un abbraccio a fine colloquio, solo in assenza di concreti pericoli per la sicurezza. Il ruolo del giudice non è quello di sostituirsi all’amministrazione in valutazioni di merito, ma di controllare la legittimità e la ragionevolezza del suo operato.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce la natura eccezionale e rigorosa del regime 41-bis. La possibilità di ottenere un colloquio senza vetro divisorio con un familiare adulto è estremamente limitata e non costituisce un diritto esigibile. La decisione finale è rimessa a una valutazione discrezionale dell’Amministrazione Penitenziaria, che deve bilanciare le commoventi ragioni umane con le imprescindibili esigenze di ordine e sicurezza pubblica. Per la giurisprudenza, il controllo giudiziario su tale discrezionalità è limitato alla verifica di eventuali profili di manifesta irragionevolezza, lasciando un ampio margine di manovra a chi gestisce quotidianamente la sicurezza degli istituti penitenziari.

Un detenuto al 41-bis ha diritto a un colloquio senza vetro divisorio con un genitore anziano?
No. Secondo la sentenza, non esiste un diritto a svolgere un colloquio senza vetro con un familiare adulto, anche se anziano e in precarie condizioni di salute. Si tratta di una possibilità eccezionale la cui concessione è rimessa alla valutazione discrezionale dell’Amministrazione Penitenziaria, che deve bilanciare le esigenze di sicurezza con le ragioni umanitarie.

La giurisprudenza della Corte Costituzionale sui minori si applica anche agli adulti?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che i principi affermati dalla Corte Costituzionale riguardo ai colloqui con i minori (in cui si tutela il loro preminente interesse a mantenere un contatto fisico) non sono direttamente estensibili ai colloqui con familiari maggiorenni. Per questi ultimi, le esigenze di sicurezza del regime 41-bis sono considerate prevalenti.

Qual è il ruolo del giudice nel decidere sulle modalità dei colloqui in regime 41-bis?
Il giudice non può sostituirsi all’Amministrazione Penitenziaria nella valutazione di merito sull’opportunità di concedere un colloquio senza vetro. Il suo ruolo è limitato a un controllo di legittimità e ragionevolezza della decisione amministrativa. Può annullare un diniego solo se lo ritiene palesemente illogico, arbitrario o privo di motivazione, ma non può imporre una specifica modalità di svolgimento del colloquio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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