LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bilanciamento circostanze attenuanti e recidiva: analisi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio, incentrato sulla richiesta di prevalenza delle attenuanti generiche. Il caso verte sul divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva qualificata. La Corte conferma la decisione, evidenziando che la questione di costituzionalità era immotivata e che il corretto bilanciamento circostanze attenuanti considera anche la personalità negativa del soggetto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bilanciamento Circostanze Attenuanti e Recidiva: la Cassazione fa il punto

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sul delicato tema del bilanciamento circostanze attenuanti in presenza di una recidiva qualificata. La Suprema Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 27205/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la condanna per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio e ribadendo i limiti imposti dalla legge al potere del giudice in questi casi.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto per reati legati agli stupefacenti, commessi in continuazione. La condanna, emessa dal Tribunale e confermata dalla Corte d’Appello, era aggravata da una recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale. Questo significa che l’imputato non solo aveva già commesso reati in passato, ma li aveva commessi più volte (reiterata), della stessa natura (specifica) e in un arco di tempo ravvicinato (infraquinquennale), manifestando una spiccata tendenza a delinquere.

Il Ricorso per Cassazione e il Bilanciamento Circostanze Attenuanti

L’imputato ha presentato ricorso per cassazione basandolo su due motivi principali:

1. Errato bilanciamento delle circostanze: La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel negare la prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulla recidiva contestata, violando così diverse norme del codice penale (artt. 69, 99, 132, 133).
2. Questione di legittimità costituzionale: È stata sollevata una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 69 del codice penale. Secondo la difesa, la norma, nella parte in cui vieta al giudice di considerare prevalenti le attenuanti generiche in presenza di una recidiva così grave, sarebbe in contrasto con i principi di uguaglianza (art. 3 Cost.) e della finalità rieducativa della pena (art. 27 Cost.).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente il ricorso, dichiarandolo inammissibile per due ragioni fondamentali.

In primo luogo, la questione di legittimità costituzionale è stata ritenuta inammissibile perché presentata in modo generico. La difesa non ha fornito alcuna argomentazione a sostegno né ha specificato perché tale questione fosse rilevante nel caso concreto. Un’eccezione di costituzionalità, per essere esaminata, deve essere motivata in modo specifico e non può essere una semplice enunciazione.

In secondo luogo, e questo è il punto centrale, la Corte ha confermato la correttezza della decisione della Corte d’Appello sul bilanciamento circostanze attenuanti. I giudici hanno sottolineato che, oltre al divieto normativo previsto dall’art. 69 c.p., la decisione era giustificata dalla “particolare pregnanza della negatività della personalità del soggetto”. Tale negatività emergeva dalla gravità dei fatti per cui si procedeva e non era stata contestata dalla difesa. In sostanza, anche se il giudice avesse avuto la facoltà di operare un bilanciamento, la personalità dell’imputato e la gravità dei reati avrebbero comunque impedito di concedere la prevalenza delle attenuanti.

Conclusioni

L’ordinanza si conclude con la declaratoria di inammissibilità del ricorso. In applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile per colpa del ricorrente, quest’ultimo è condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, viene condannato al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata equitativamente fissata in 3.000,00 Euro. La decisione ribadisce un principio consolidato: il giudizio sul bilanciamento delle circostanze non è un automatismo, ma una valutazione complessa che tiene conto non solo delle norme specifiche, come quelle sulla recidiva, ma anche degli indici di capacità a delinquere del reo desumibili dalla sua condotta.

Quando le attenuanti generiche non possono prevalere sulla recidiva?
Secondo l’articolo 69 del codice penale, richiamato nel provvedimento, è vietata la prevalenza delle circostanze attenuanti generiche per i recidivi reiterati, specifici e infraquinquennali, come nel caso di specie.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché la questione di legittimità costituzionale è stata proposta senza alcuna argomentazione a sostegno e perché il bilanciamento delle circostanze era stato correttamente operato dai giudici di merito, i quali avevano considerato non solo il divieto di legge ma anche la particolare negatività della personalità del soggetto.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per colpa del ricorrente?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata stabilita in 3.000,00 Euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati