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Art. 131-bis: non basta il precedente penale

Un artigiano viene condannato per porto ingiustificato di un coltello. La Cassazione conferma il reato ma annulla la sentenza riguardo all’applicazione dell’art. 131-bis (non punibilità per tenuità del fatto). La Corte ha stabilito che la sola esistenza di un precedente penale non è sufficiente per escludere il beneficio, essendo necessario per il giudice accertare se il precedente reato sia “della stessa indole” per poter configurare l’abitualità della condotta.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Art. 131-bis: Precedente Penale non Esclude Automaticamente la Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23533 del 2024, è intervenuta su un tema di grande rilevanza pratica: l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’Art. 131-bis del codice penale. La pronuncia chiarisce che la semplice esistenza di un precedente penale a carico dell’imputato non è, di per sé, sufficiente a escludere questo beneficio. È necessario un accertamento più approfondito da parte del giudice.

I Fatti di Causa: Un Coltello e la Difesa del Lavoro

Il caso trae origine dalla condanna di un falegname da parte del Tribunale di Belluno per il reato di porto ingiustificato di un coltello. L’uomo era stato trovato in possesso di un coltello di 18 cm (di cui 8 di lama) al di fuori della sua abitazione. La difesa aveva sostenuto che si trattasse di un mero strumento di lavoro, chiedendo l’assoluzione.

In subordine, la difesa aveva richiesto l’applicazione dell’Art. 131-bis c.p., evidenziando la scarsa offensività del fatto, l’assenza di abitualità nel reato e la concessione di altre attenuanti. Il Tribunale, tuttavia, aveva respinto tutte le richieste, condannando l’imputato al pagamento di un’ammenda di 3.000 euro.

La Decisione della Cassazione sull’Applicazione dell’Art. 131-bis

La vicenda è giunta dinanzi alla Suprema Corte, che ha analizzato i diversi motivi di ricorso. La decisione finale ha tracciato una netta distinzione tra la sussistenza del reato e l’applicabilità della causa di non punibilità.

Il Rigetto del “Giustificato Motivo”

In primo luogo, la Cassazione ha confermato la condanna per il reato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: il “giustificato motivo” che legittima il porto di uno strumento atto ad offendere deve essere attuale, specifico e verificabile al momento del controllo. Non è sufficiente addurre una generica qualifica professionale (in questo caso, quella di falegname) per giustificare il possesso del coltello in un contesto non lavorativo. La finalità della norma è infatti quella di limitare al massimo la circolazione di oggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza pubblica.

L’Accoglimento del Motivo sulla Non Punibilità

Il punto cruciale della sentenza riguarda però il secondo motivo di ricorso, relativo alla mancata applicazione dell’Art. 131-bis. Il Tribunale aveva escluso tale beneficio affermando semplicemente che l’imputato “non è incensurato”, ovvero aveva un precedente penale. Secondo la Cassazione, questa motivazione è errata e insufficiente.

Le Motivazioni: la Valutazione della “Stessa Indole”

La Corte ha spiegato che la legge, per escludere la tenuità del fatto, richiede che il comportamento sia “abituale”. Il terzo comma dell’art. 131-bis specifica quando ciò avviene: quando l’autore è un delinquente abituale, professionale o per tendenza, oppure quando ha commesso più reati “della stessa indole”.

Di conseguenza, il giudice non può fermarsi alla mera constatazione di un precedente penale. Deve, invece, compiere un’analisi specifica e motivata sulla natura del reato precedente per verificare se esso sia “della stessa indole” rispetto a quello per cui si procede. Solo in caso di affinità sostanziale tra i reati (per movente, modalità di esecuzione, etc.) si può configurare l’abitualità che osta all’applicazione della causa di non punibilità.

Nel caso di specie, il Tribunale non aveva svolto questo accertamento, limitandosi a un generico riferimento al certificato penale. Tale omissione costituisce un vizio di motivazione che ha portato all’annullamento della sentenza su questo specifico punto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione ha importanti implicazioni pratiche. La Cassazione stabilisce che la valutazione per l’applicazione dell’Art. 131-bis deve essere rigorosa e non può basarsi su automatismi. Avere un precedente penale non significa essere un delinquente abituale. Il giudice di merito ha l’obbligo di analizzare in concreto la storia criminale dell’imputato, confrontando la natura dei reati commessi, prima di poter negare un beneficio previsto dalla legge per fatti di lieve entità. La sentenza è stata quindi annullata con rinvio al Tribunale di Belluno, che dovrà riesaminare il caso, limitatamente a questo aspetto, seguendo i principi enunciati dalla Suprema Corte.

È sufficiente essere un artigiano per giustificare il porto di un coltello fuori dal luogo di lavoro?
No. Secondo la costante giurisprudenza della Cassazione, il “giustificato motivo” deve essere legato a una necessità attuale, concreta e verificabile al momento del controllo, e non può derivare dalla mera qualifica professionale del soggetto.

Avere un precedente penale impedisce sempre l’applicazione dell’art. 131-bis per la particolare tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è sufficiente la mera esistenza di un precedente. Il giudice deve accertare specificamente se il reato precedente sia “della stessa indole” di quello attuale, poiché solo in tal caso si può configurare l’abitualità della condotta che esclude l’applicazione del beneficio.

Cosa significa che la sentenza è stata annullata con rinvio “limitatamente” a un punto?
Significa che la parte della sentenza che ha accertato la responsabilità penale per il reato è diventata definitiva. Il processo dovrà però continuare davanti a un nuovo giudice (del Tribunale di Belluno) che dovrà decidere solo ed esclusivamente se applicare o meno la causa di non punibilità dell’art. 131-bis, compiendo quell’accertamento sulla natura del precedente reato che era stato omesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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