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Vizio della fornitura: risarcimento e riduzione prezzo

Una sentenza analizza un caso di vizio della fornitura di calzature, dove l’acquirente contestava difetti a un modello specifico. Il Tribunale, qualificando il rapporto come appalto e non vendita, ha riconosciuto un difetto parziale, accordando una riduzione del prezzo solo sulla parte di merce difettosa. Ha inoltre concesso un risarcimento per il danno reputazionale liquidato in via equitativa, ma ha respinto la richiesta di risarcimento per lucro cessante per mancanza di prove adeguate. La decisione finale bilancia il diritto del fornitore al pagamento con il diritto dell’acquirente a un prodotto conforme, operando una compensazione tra i rispettivi crediti.

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Quando un acquirente può legittimamente sospendere il pagamento di una fornitura per un vizio della merce?
L’acquirente può sospendere il pagamento (invocando l’eccezione di inadempimento, art. 1460 c.c.), ma tale sospensione deve essere proporzionata e conforme a buona fede. Come dimostra il caso, se il vizio riguarda solo una parte della fornitura, la sospensione totale del pagamento può essere considerata ingiustificata per la parte di merce non difettosa. La sospensione ha un effetto temporaneo e non libera l’acquirente dall’obbligo di pagare una volta risolta la questione dei vizi.

Come viene determinato il risarcimento per un danno alla reputazione commerciale?
Il danno alla reputazione commerciale, a differenza di altre voci di danno, può essere liquidato dal giudice in via equitativa. Ciò avviene quando è provata l’esistenza del danno (ad esempio, tramite recensioni negative e reclami), ma è impossibile o estremamente difficile calcolarne l’esatto ammontare economico. Il giudice determina l’importo tenendo conto di vari fattori, come la gravità del difetto, il volume delle vendite e l’impatto sul mercato.

Perché il Tribunale ha negato il risarcimento per il mancato guadagno (lucro cessante)?
Il Tribunale ha respinto la richiesta di risarcimento per lucro cessante perché l’acquirente non ha fornito prove sufficienti e concrete. Per ottenere questo tipo di risarcimento, non basta affermare di aver perso affari futuri; è necessario dimostrare con precisione quali sono state le cause del calo degli ordinativi e collegarle direttamente e causalmente al vizio della fornitura. Documentazione generica o auto-prodotta e dichiarazioni non supportate da dati oggettivi non sono state ritenute sufficienti a soddisfare l’onere della prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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