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Vizi occulti: no aliud pro alio, costruttore non paga

La Corte di Cassazione ha stabilito che gravi difetti strutturali in un immobile venduto non configurano automaticamente un’ipotesi di ‘aliud pro alio’, ma rientrano nella garanzia per vizi occulti, soggetta a prescrizione annuale. La Corte ha inoltre escluso la responsabilità dell’impresa costruttrice per i difetti derivanti da un progetto errato, a meno che gli errori non siano palesemente riconoscibili, confermando invece la responsabilità del progettista.

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Vizi Occulti e Responsabilità: la Cassazione traccia i confini

L’acquisto di un immobile rappresenta spesso l’investimento più importante nella vita di una persona. Cosa succede, però, se dopo la compravendita emergono gravi vizi occulti? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla ripartizione delle responsabilità tra venditore, progettista e impresa costruttrice, delineando con precisione i confini tra la garanzia per vizi e l’ipotesi di consegna di un bene totalmente diverso (il cosiddetto aliud pro alio).

I Fatti di Causa: L’acquisto di un immobile con gravi difetti

Una acquirente citava in giudizio i venditori di un immobile, il progettista incaricato dei lavori di ristrutturazione e l’impresa esecutrice, lamentando la scoperta di gravi lesioni strutturali che erano state dolosamente occultate. Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente le richieste, condannando i venditori a un cospicuo risarcimento e ritenendo il progettista e l’impresa solidalmente responsabili per una quota del danno. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione: accoglieva l’appello dei venditori dichiarando prescritta l’azione di garanzia e liberava l’impresa costruttrice da ogni responsabilità, confermando invece quella del progettista. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La questione dei vizi occulti e la decisione della Corte

Il punto centrale del ricorso dell’acquirente verteva sulla corretta qualificazione dei difetti. Secondo la sua tesi, la gravità dei problemi strutturali era tale da rendere l’immobile un bene completamente diverso da quello pattuito (aliud pro alio), il che avrebbe comportato l’applicazione del termine di prescrizione ordinario (decennale) e non quello, molto più breve (un anno dalla scoperta), previsto per i vizi occulti dall’art. 1495 c.c.

La Cassazione ha respinto questa interpretazione. I giudici hanno chiarito che si ha aliud pro alio solo quando il bene è totalmente inidoneo a svolgere la sua funzione economico-sociale. Nel caso di specie, pur in presenza di difetti seri, l’immobile era comunque utilizzabile e i vizi erano sanabili. Di conseguenza, la fattispecie rientrava a pieno titolo nella garanzia per vizi. Poiché l’azione legale contro i venditori era stata intentata oltre un anno dopo la completa scoperta dei difetti, la Corte ha confermato la prescrizione del diritto.

La Responsabilità del Progettista per i vizi occulti

La Corte ha confermato la responsabilità professionale dell’ingegnere progettista. È emerso che quest’ultimo aveva progettato e realizzato un intervento strutturale assolutamente inutile, senza aver prima condotto un’adeguata indagine geologica del terreno. L’intervento non solo non aveva risolto i problemi preesistenti, ma aveva comportato per la committente costi significativi per opere rivelatesi inefficaci. Il danno risarcibile, ha precisato la Corte, non consisteva nel costo totale per il ripristino dell’immobile (poiché i vizi gravi erano preesistenti), ma unicamente nel costo delle opere inutili commissionate.

La Posizione dell’Impresa Costruttrice

Uno degli aspetti più interessanti della sentenza riguarda la posizione dell’impresa costruttrice. La Corte d’Appello l’aveva esonerata da responsabilità, e la Cassazione ha confermato questa linea. L’impresa, in qualità di mera esecutrice dei lavori, è tenuta ad attenersi alle disposizioni tecniche del progettista e direttore dei lavori. Non è tenuta a possedere conoscenze tecniche tali da poter contestare le scelte progettuali, a meno che queste non siano palesemente e smaccatamente errate. Nel caso specifico, la complessità dei problemi tecnici e la natura dell’errore progettuale (mancata analisi geologica) esulavano dalle competenze e dalle verifiche esigibili dall’appaltatore.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su una netta distinzione dei ruoli e delle relative responsabilità. Per quanto riguarda la compravendita, la Corte ha ribadito che l’occultamento doloso dei vizi da parte del venditore non rende inapplicabile il termine di prescrizione, ma si limita a far decorrere tale termine dal momento dell’effettiva scoperta. L’acquirente ha l’onere di agire tempestivamente una volta venuto a conoscenza della reale situazione.

In merito alla responsabilità professionale, la sentenza distingue nettamente il ruolo del progettista da quello dell’esecutore. Il progettista ha un obbligo di diligenza qualificata che include tutte le verifiche preliminari necessarie (come le analisi geologiche) per garantire l’efficacia del suo intervento. La sua colpa è stata individuata proprio in questa omissione, che ha reso il suo lavoro inutile.

L’impresa, invece, risponde per vizi di esecuzione, non di progettazione, a meno che l’errore del progetto non sia così evidente da poter essere riconosciuto da un qualsiasi esecutore. In assenza di tale palese errore, l’impresa che si attiene fedelmente al progetto non può essere chiamata a rispondere dei danni derivanti da quest’ultimo.

Conclusioni

Questa sentenza offre preziose indicazioni pratiche per tutti i soggetti coinvolti in operazioni immobiliari complesse. Per gli acquirenti, emerge l’importanza cruciale di agire entro il termine annuale di prescrizione dalla scoperta dei vizi occulti, anche in caso di dolo del venditore. Per i professionisti tecnici, viene riaffermato l’obbligo di una diligenza massima che comprende tutte le indagini necessarie a garantire la corretta riuscita del progetto. Infine, per le imprese costruttrici, la decisione conferma un principio di garanzia: la loro responsabilità è circoscritta alla corretta esecuzione dei lavori, e non si estende agli errori di progettazione altrui, salvo casi di manifesta e macroscopica erroneità.

Quando gravi difetti strutturali in un immobile costituiscono ‘aliud pro alio’ invece che ‘vizi occulti’?
Secondo la sentenza, si configura ‘aliud pro alio’ solo quando il bene è completamente diverso da quello pattuito e totalmente inidoneo alla sua funzione. Se i vizi, per quanto gravi, sono sanabili e non precludono in modo assoluto l’uso dell’immobile, si rientra nell’ambito della garanzia per vizi occulti, soggetta a termini di prescrizione più brevi.

Un’impresa costruttrice è sempre responsabile se esegue un progetto che si rivela errato?
No. La Corte ha stabilito che l’impresa, in qualità di esecutrice, non è responsabile per i difetti derivanti da un errore di progettazione, a meno che tale errore non sia palese e macroscopicamente sbagliato, tale da poter essere riconosciuto da un qualsiasi esecutore. Se l’impresa si attiene alle direttive del progettista e l’errore non è evidente, non può essere ritenuta responsabile.

L’occultamento doloso dei vizi da parte del venditore rende inapplicabile il termine di prescrizione di un anno?
No, non lo rende inapplicabile. L’effetto del dolo del venditore è quello di spostare l’inizio del decorso del termine di prescrizione al momento della completa ed effettiva scoperta dei vizi da parte dell’acquirente. Tuttavia, una volta scoperti, l’acquirente ha comunque solo un anno di tempo per avviare l’azione legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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