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Vizi immobile: quando l’acquirente non ha diritto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18499/2025, ha rigettato il ricorso di alcuni acquirenti che chiedevano un risarcimento per vizi immobile. La Corte ha stabilito che la garanzia del venditore è esclusa quando i difetti, come crepe e fessure, sono facilmente riconoscibili dall’acquirente con una normale diligenza prima dell’acquisto. In questo caso, la consapevolezza dei problemi, unita a una significativa riduzione del prezzo di vendita, è stata considerata prova della riconoscibilità dei vizi, escludendo il diritto al risarcimento.

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Vizi Immobile: se sono riconoscibili, l’acquirente non ha diritto al risarcimento

L’acquisto di una casa è un passo fondamentale, ma cosa succede se dopo la firma del rogito si scoprono dei difetti? La legge tutela l’acquirente attraverso la garanzia per vizi immobile, ma questa protezione non è assoluta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di tale garanzia, sottolineando l’importanza della diligenza del compratore. Se i vizi erano facilmente riconoscibili prima dell’acquisto, il venditore potrebbe non essere tenuto a risarcire alcun danno.

I Fatti del Caso: La compravendita e i difetti

Tre acquirenti citavano in giudizio il venditore di un appartamento e l’agenzia immobiliare intermediaria, chiedendo un risarcimento per la presenza di crepe, fessurazioni e cavillature. Tali difetti, a loro dire, diminuivano il valore dell’immobile e non erano stati segnalati né dal venditore né dal mediatore.

In primo grado, il Tribunale dava ragione agli acquirenti, condannando il venditore a un risarcimento di oltre 29.000 euro per il minor valore del bene. La responsabilità dell’agenzia immobiliare veniva invece esclusa.

La Decisione della Corte d’Appello: i vizi immobile erano conoscibili

Il venditore impugnava la sentenza in Corte d’Appello, la quale ribaltava completamente la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la richiesta di risarcimento era infondata. Le motivazioni si basavano su diversi elementi emersi durante il processo:

1. Ammissione degli acquirenti: Gli stessi acquirenti avevano dichiarato di aver notato delle crepe sui muri durante la prima visita all’immobile.
2. Testimonianze: Le deposizioni, inclusa quella dell’amministratore di condominio, confermavano che gli acquirenti erano stati informati dei “problemi” strutturali dell’edificio.
3. Riduzione del prezzo: Il prezzo di vendita era stato notevolmente ridotto nel corso delle trattative, passando da 140.000 euro a 115.000 euro, proprio in ragione di tali difetti.

Sulla base di queste prove, la Corte d’Appello ha concluso che i vizi immobile erano, se non conosciuti, quantomeno “facilmente riconoscibili” usando l’ordinaria diligenza. Di conseguenza, la garanzia del venditore non era dovuta.

Le Motivazioni della Cassazione: il principio di autoresponsabilità dell’acquirente

Gli acquirenti hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte ha confermato la decisione d’appello, rigettando il ricorso. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di compravendita: l’esclusione della garanzia per vizi immobile facilmente riconoscibili è un’applicazione diretta del principio di autoresponsabilità.

L’acquirente ha un onere di diligenza: deve ispezionare il bene che intende acquistare e notare i difetti che si presentano con una semplice percezione. Secondo la Corte, la riconoscibilità del vizio è equiparata alla sua effettiva conoscenza ed esclude il sorgere della garanzia. Ciò significa che l’acquirente non può chiedere né la risoluzione del contratto, né la riduzione del prezzo, né tantomeno il risarcimento del danno.

La valutazione sulla “facile riconoscibilità” è un apprezzamento di fatto che spetta al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere ridiscussa in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici gravi, che in questo caso non sono stati riscontrati.

Conclusioni: cosa insegna questa ordinanza sulla garanzia per vizi immobile

Questa ordinanza offre un’importante lezione per chiunque si appresti a comprare un immobile. La tutela legale esiste, ma presuppone un comportamento diligente e attento da parte dell’acquirente. Non è possibile ignorare segnali evidenti di problematiche per poi, a contratto concluso, rivalersi sul venditore. La presenza di crepe visibili, unita a una trattativa sul prezzo che tiene conto di questi difetti, costituisce un forte indizio che l’acquirente ha accettato l’immobile “nello stato di fatto in cui si trovava”, rinunciando implicitamente alla garanzia per quei vizi palesi. È quindi fondamentale, prima di firmare il rogito, effettuare sopralluoghi accurati, se necessario facendosi assistere da un tecnico di fiducia, per valutare lo stato reale del bene ed evitare spiacevoli sorprese.

Quando è esclusa la garanzia per vizi di un immobile?
La garanzia è esclusa, ai sensi dell’art. 1491 c.c., quando i difetti erano conosciuti dall’acquirente al momento del contratto o erano talmente evidenti da poter essere riconosciuti con un minimo di diligenza (vizi “facilmente riconoscibili”).

La riduzione del prezzo di vendita influisce sulla garanzia per vizi?
Sì, secondo la Corte una significativa riduzione del prezzo, se collegata alla presenza di difetti, può essere considerata una prova del fatto che l’acquirente era a conoscenza dei vizi e li ha accettati, rinunciando di fatto alla relativa garanzia.

L’acquirente ha un dovere di diligenza nell’ispezionare l’immobile prima dell’acquisto?
Sì. La legge applica il principio di autoresponsabilità, che impone al compratore un onere di diligenza nel verificare lo stato dell’immobile. Se non rileva vizi che sarebbero stati visibili a un esame mediamente attento, non può successivamente invocare la garanzia per tali difetti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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