LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Vizi di costruzione: danni e tutele per l’acquirente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3011/2025, ha chiarito importanti principi in materia di vizi di costruzione. La Corte ha stabilito che il giudice ha il potere di riqualificare la domanda dell’acquirente, trasformando una richiesta di riduzione del prezzo in una di risarcimento del danno, se i fatti dimostrano la presenza di gravi difetti ai sensi dell’art. 1669 c.c. È stato inoltre confermato che il singolo condomino può agire per i danni derivanti da vizi sulle parti comuni che incidono sulla sua proprietà esclusiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Vizi di Costruzione: Quando il Danno va Oltre il Prezzo

L’acquisto di una casa nuova dovrebbe essere un momento di gioia, ma cosa succede se emergono gravi vizi di costruzione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 3011 del 2025, offre importanti chiarimenti sulle tutele a disposizione dell’acquirente, consolidando principi fondamentali sulla responsabilità del costruttore-venditore e sui poteri del giudice.

I Fatti del Caso: L’Acquisto di un Immobile con Gravi Difetti

Due acquirenti avevano comprato un appartamento di nuova costruzione da una società edile. Poco dopo la consegna, l’immobile manifestava gravi difetti, come infiltrazioni e umidità, riconducibili a una scorretta esecuzione dei lavori. Gli acquirenti decidevano quindi di citare in giudizio la società costruttrice, chiedendo una riduzione del prezzo di acquisto di 40.000 euro, ai sensi degli articoli 1667 e 1668 del Codice Civile.

Il Percorso Giudiziario e i motivi del ricorso

Il Tribunale di primo grado riconosceva la responsabilità della società, qualificando i difetti come gravi e rientranti nell’ipotesi dell’art. 1669 c.c. (responsabilità decennale del costruttore), e disponeva una riduzione del prezzo.

La società costruttrice proponeva appello. La Corte d’Appello, pur confermando la gravità dei difetti e la responsabilità della società, modificava la qualificazione della condanna: non più una riduzione del prezzo, ma un risarcimento del danno, quantificato nella somma necessaria per eliminare i vizi. Secondo la Corte d’Appello, l’azione corretta, data la gravità dei difetti, era quella extracontrattuale prevista dall’art. 1669 c.c., che prevede appunto il risarcimento.

Insoddisfatta, la società ricorreva in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse agito extra petita, ovvero oltre le richieste, trasformando una domanda di riduzione del prezzo in una di risarcimento del danno non richiesta. Contestava inoltre la qualificazione dei difetti come ‘gravi’ e la legittimazione degli acquirenti ad agire per vizi su parti condominiali.

Vizi di Costruzione e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della società costruttrice, stabilendo principi chiave per chi si trova ad affrontare problemi legati a vizi di costruzione.

Il Potere del Giudice di Riqualificare la Domanda

Il punto centrale della decisione è il potere del giudice di interpretare e qualificare giuridicamente la domanda. La Cassazione ha ribadito che il giudice non è vincolato dalla formula usata dalla parte, ma deve basarsi sui fatti esposti. Se i fatti (in questo caso, l’acquisto da un costruttore-venditore e la presenza di difetti che compromettono il godimento dell’immobile) configurano la fattispecie della responsabilità extracontrattuale ex art. 1669 c.c., il giudice può correttamente qualificare la domanda come risarcitoria, anche se l’attore aveva chiesto una riduzione del prezzo. Non si tratta di una decisione extra petita, ma di una corretta applicazione del diritto ai fatti di causa.

La Legittimazione del Singolo Condomino ad Agire

Un altro aspetto importante riguarda i difetti presenti su parti comuni del condominio. La società sosteneva che solo l’amministratore potesse agire. La Corte ha invece confermato l’orientamento secondo cui anche il singolo condomino ha ‘legittimazione attiva’ a chiedere il risarcimento, specialmente quando i danni derivanti dai vizi sulle parti comuni si ripercuotono direttamente sulla sua proprietà esclusiva, come nel caso di infiltrazioni.

La Nozione di ‘Grave Difetto’

La Cassazione ha infine confermato che i ‘gravi difetti’ ai sensi dell’art. 1669 c.c. non sono solo quelli che minacciano la stabilità dell’edificio, ma includono tutte quelle alterazioni che, pur riguardando parti secondarie, riducono in modo apprezzabile il godimento del bene e la sua normale utilizzazione nel tempo. Infiltrazioni e umidità rientrano a pieno titolo in questa categoria.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio di effettività della tutela. La concorrenza tra le azioni contrattuali (artt. 1667-1668 c.c.) ed extracontrattuali (art. 1669 c.c.) è volta a rafforzare la posizione del committente/acquirente. Il giudice, pertanto, ha il dovere di applicare la norma che offre la tutela più adeguata in base ai fatti allegati. Riconoscere la possibilità di riqualificare la domanda garantisce che un errore formale nella richiesta non pregiudichi il diritto sostanziale al risarcimento per gravi vizi di costruzione. Inoltre, la Corte ha sottolineato che l’affermazione della Corte d’Appello, secondo cui gli effetti dannosi dei vizi riguardavano direttamente la proprietà esclusiva degli acquirenti, era sufficiente a fondare il loro interesse e la loro legittimazione ad agire, rendendo irrilevanti le censure sulla proprietà condominiale delle strutture difettose.

Conclusioni: Le Tutele per l’Acquirente in Caso di Vizi di Costruzione

Questa ordinanza consolida tutele fondamentali per gli acquirenti di immobili. In sintesi:
1. Flessibilità della domanda: L’acquirente che lamenta gravi difetti può ottenere il risarcimento dei danni anche se aveva formalmente richiesto una riduzione del prezzo, grazie al potere del giudice di riqualificare la domanda.
2. Ampia nozione di ‘grave difetto’: Anche problemi come infiltrazioni e umidità persistenti possono essere considerati ‘gravi difetti’, attivando la potente garanzia decennale dell’art. 1669 c.c.
3. Azione individuale in condominio: Il singolo proprietario può agire direttamente contro il costruttore per i danni alla sua unità immobiliare causati da difetti nelle parti comuni.

Un giudice può trasformare una richiesta di riduzione del prezzo in una di risarcimento danni?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice ha il potere di interpretare la domanda basandosi sui fatti presentati. Se i fatti descrivono gravi difetti di costruzione, il giudice può correttamente qualificare la richiesta come risarcimento del danno ai sensi dell’art. 1669 c.c., anche se la parte aveva chiesto una riduzione del prezzo ex art. 1668 c.c.

Cosa si intende per ‘gravi vizi di costruzione’ secondo l’art. 1669 c.c.?
Non si tratta solo di difetti che minacciano la stabilità dell’edificio. Rientrano nella categoria anche quelle alterazioni che riducono in modo apprezzabile il godimento del bene nella sua globalità e la sua normale utilizzazione, come la presenza di infiltrazioni e umidità, anche se relative a elementi secondari e accessori.

Un singolo proprietario di un appartamento può fare causa al costruttore per difetti su parti comuni del condominio?
Sì. Secondo la sentenza, il singolo condomino ha la legittimazione ad agire per il risarcimento del danno quando i vizi presenti sulle parti comuni producono effetti dannosi diretti sulla sua proprietà esclusiva. In questi casi, la sua azione concorre con quella dell’amministratore di condominio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati