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Vizi dell’opera: l’accettazione parziale e i suoi effetti

Un committente contesta i vizi dell’opera di ristrutturazione, in particolare delle persiane. La Corte d’Appello gli dà torto, ritenendo l’opera accettata. La Cassazione annulla la decisione, sottolineando che il verbale di collaudo escludeva esplicitamente le persiane dall’accettazione. Questo fatto, ignorato in appello, è decisivo per la validità della garanzia sui vizi dell’opera e impone un nuovo esame del caso.

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Vizi dell’opera e Accettazione con Riserva: La Cassazione Chiarisce

Quando si commissionano lavori di ristrutturazione, il momento del collaudo finale è cruciale. Ma cosa accade se l’accettazione dell’opera è solo parziale? Si perde il diritto a far valere la garanzia per i vizi dell’opera sulle parti non accettate? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sull’importanza del verbale di collaudo e sulle conseguenze di un’accettazione “con riserva”, offrendo una lezione fondamentale per committenti e imprese.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un contratto d’appalto per la ristrutturazione di un immobile. Il proprietario, al termine dei lavori, contesta all’impresa esecutrice la presenza di difetti, in particolare nella fornitura e posa in opera delle persiane, che avevano danneggiato gli stipiti in marmo antico. Di conseguenza, si rifiutava di saldare l’ultima fattura. L’impresa, a sua volta, chiedeva il pagamento del corrispettivo pattuito.

Il Tribunale, in prima istanza, riconosceva un inadempimento parziale dell’impresa, quantificava i danni subiti dal committente e, operata una compensazione con il credito dell’impresa, condannava quest’ultima a pagare una differenza residua.

Il Giudizio d’Appello e il Ribaltamento della Decisione

La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava completamente la sentenza di primo grado. Secondo i giudici distrettuali, il committente aveva “accettato l’opera a seguito di collaudo” e i difetti lamentati erano palesi e riconoscibili. Di conseguenza, il committente era decaduto dalla garanzia per i vizi e veniva condannato a pagare l’intero importo richiesto dall’impresa, oltre agli interessi e alle spese legali di entrambi i gradi di giudizio.

L’Analisi dei Vizi dell’Opera da Parte della Cassazione

Il committente ricorreva in Cassazione, lamentando principalmente un punto: la Corte d’Appello aveva ignorato un fatto storico decisivo e documentato. Il verbale di collaudo, infatti, pur approvando la maggior parte dei lavori, conteneva una frase inequivocabile: “tutte le strutture, tranne le persiane, risultano collaudate con esito positivo”.

La Suprema Corte ha ritenuto questo motivo fondato, evidenziando l’errore commesso dal giudice d’appello.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello aveva omesso di esaminare un fatto cruciale che era stato oggetto di discussione tra le parti. Il mancato esito positivo della verifica specifica sulle persiane, attestato nero su bianco nel verbale, costituiva un elemento determinante. Poiché la controversia verteva proprio sui difetti relativi a quelle persiane, ignorare tale circostanza aveva portato a una soluzione della controversia completamente errata. La Corte d’Appello aveva basato la sua intera decisione sul presupposto di una piena e incondizionata accettazione dell’opera, un presupposto smentito proprio dal documento che citava.

Di conseguenza, la conclusione secondo cui il committente sarebbe decaduto dalla garanzia prevista dall’art. 1667 c.c. era palesemente errata. L’accettazione non era avvenuta per la parte contestata, e quindi la garanzia per i vizi dell’opera rimaneva pienamente operativa.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello, rinviando la causa a una diversa sezione della Corte d’Appello di Perugia per un nuovo esame del merito. Il nuovo giudice dovrà riconsiderare il caso partendo dal presupposto corretto: la verifica delle persiane non si era conclusa con esito positivo. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la documentazione prodotta in fase di collaudo è essenziale. Un’accettazione con riserva o una chiara esclusione di parti dell’opera dalla verifica positiva salvaguarda i diritti del committente, impedendogli di decadere dalla garanzia per i difetti relativi a quelle specifiche parti.

Se accetto un lavoro di ristrutturazione con un verbale che esclude una parte specifica (es. le persiane), perdo la garanzia per i vizi su quella parte?
No, la sentenza chiarisce che un’accettazione parziale, che esclude esplicitamente una porzione dell’opera, non comporta la decadenza dalla garanzia per i vizi relativi a quella specifica parte non accettata.

Cosa succede se un giudice d’appello ignora un fatto decisivo e documentato, come un’accettazione parziale dell’opera?
La sua sentenza è viziata da “omesso esame di un fatto decisivo” e può essere annullata dalla Corte di Cassazione. Il caso viene quindi rinviato a un altro giudice per una nuova valutazione che tenga obbligatoriamente conto di quel fatto.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione una questione procedurale, come la tardività di una domanda, se non è stata discussa in appello?
No. Secondo la Corte, se una questione procedurale rilevabile d’ufficio non viene decisa in primo grado e non forma oggetto di uno specifico motivo di appello, si crea un “giudicato implicito” che ne preclude l’esame in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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