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Vizi della fornitura: onere della prova e revoca

Una società si oppone a un decreto ingiuntivo per una fornitura, lamentando vizi della merce e un aumento di prezzo non pattuito. Il Tribunale revoca il decreto ma condanna comunque la società opponente al pagamento di una somma ridotta, ritenendo provati i vizi solo per una parte della fornitura. A causa della soccombenza sostanziale, l’opponente viene anche condannato a pagare le spese legali della controparte. La decisione sottolinea l’importanza cruciale dell’onere della prova e della tempestività nella contestazione dei vizi della fornitura.

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Vizi della Fornitura: Chi Paga Quando la Merce è Difettosa?

La gestione dei vizi della fornitura è una delle questioni più delicate nei rapporti commerciali. Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre spunti fondamentali su come un’azienda deve comportarsi quando riceve merce non conforme, evidenziando l’importanza cruciale della tempestività e dell’onere della prova. Questo caso dimostra che vincere formalmente una battaglia, come ottenere la revoca di un decreto ingiuntivo, non significa necessariamente vincere la guerra, soprattutto quando si tratta di spese legali.

I Fatti di Causa

Una società committente riceveva un decreto ingiuntivo per un importo di oltre 11.000 euro, relativo a forniture di materiali industriali ricevute nel corso degli anni 2019 e 2020. La società decideva di opporsi al decreto, basando la propria difesa su due argomenti principali:
1. Presenza di vizi: I materiali forniti erano difettosi (presentavano bruciature e residui di flussante) e quindi non conformi a quanto pattuito.
2. Aumento unilaterale dei prezzi: Il fornitore aveva applicato un aumento tariffario non concordato.

Per questi motivi, la società non solo chiedeva la revoca del decreto ingiuntivo, ma anche la compensazione dei costi sostenuti per rimediare ai difetti della merce.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Torino ha accolto solo parzialmente l’opposizione. La decisione finale ha portato a un esito complesso:

* Revoca del Decreto Ingiuntivo: Il giudice ha formalmente revocato il decreto ingiuntivo opposto.
* Condanna al Pagamento: Nonostante la revoca, la società opponente è stata condannata a pagare al fornitore una somma di circa 9.000 euro.
* Condanna alle Spese Legali: A sorpresa, l’opponente è stato condannato a rimborsare interamente le spese legali del fornitore, per un totale di oltre 4.000 euro.

Questa decisione, apparentemente contraddittoria, si basa su una meticolosa analisi delle prove e sull’applicazione di precisi principi giuridici.

Le Motivazioni

Il cuore della sentenza risiede nelle motivazioni che hanno portato il giudice a una decisione così sfaccettata.

Analisi dei Vizi della Fornitura e Onere della Prova

Il Tribunale ha distinto nettamente tra le forniture del 2019 e quelle del 2020.
* Forniture del 2019: Le contestazioni sui vizi sono state respinte. Il giudice ha ritenuto che la società committente avesse operato una accettazione tacita della merce. Avendo consegnato il materiale al proprio cliente finale senza sollevare contestazioni immediate, aveva perso il diritto di denunciare i vizi in un secondo momento. In questo scenario, l’onere di provare l’esistenza dei difetti e, soprattutto, la tempestività della denuncia, gravava interamente su di essa, e tale prova non è stata fornita in modo adeguato.
* Forniture del 2020: Per questa partita di merce, la contestazione è stata invece accolta. La società opponente è riuscita a dimostrare, tramite prove documentali (email inviata tempestivamente, fotografie dei difetti), l’esistenza delle difformità e i costi sostenuti per il ripristino (990 euro + IVA). Questo ha permesso al giudice di ridurre il debito complessivo.

L’Aumento dei Prezzi e la Soccombenza

Anche la questione dell’aumento dei prezzi è stata parzialmente accolta. Il giudice ha ritenuto illegittimo l’aumento applicato retroattivamente alle fatture del 2019, riducendo ulteriormente il debito di circa 840 euro.
Tuttavia, la motivazione più interessante riguarda la condanna alle spese legali. Il Tribunale ha applicato il principio della soccombenza sostanziale. Sebbene l’opponente abbia ottenuto la revoca del decreto, nel merito la sua pretesa è stata accolta solo in minima parte. Il credito del fornitore è stato confermato per circa il 80% del suo valore iniziale. Di conseguenza, la parte che ha sostanzialmente perso la causa è stata l’opponente, che è stato quindi condannato a sostenere tutti i costi del giudizio.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre lezioni pratiche di grande valore per qualsiasi impresa:
1. Contestare subito e per iscritto: Di fronte a vizi della fornitura, la passività è il peggior nemico. È imperativo contestare i difetti immediatamente e con mezzi che lascino una traccia certa, come una PEC o una raccomandata, allegando prove concrete come fotografie o perizie.
2. L’accettazione tacita è un rischio: Utilizzare o rivendere la merce senza averla prima contestata equivale, per il diritto, ad averla accettata. Questo rende estremamente difficile far valere le proprie ragioni in un secondo momento.
3. Vincere non è tutto: Ottenere la revoca di un decreto ingiuntivo non garantisce una vittoria completa. Se il debito viene comunque riconosciuto in larga parte, il giudice può considerare l’opponente come la parte sostanzialmente soccombente e condannarlo a pagare le spese legali della controparte.

Se ricevo merce difettosa, posso semplicemente non pagare la fattura?
No. La sentenza dimostra che è necessario contestare formalmente e tempestivamente i vizi. Ignorare la fattura può portare a un decreto ingiuntivo. Se i vizi non sono provati rigorosamente, il pagamento è dovuto, come accaduto per le forniture del 2019.

Cosa significa ‘accettazione tacita’ della merce e quali conseguenze ha?
Significa accettare la merce implicitamente, ad esempio utilizzandola o rivendendola al cliente finale senza sollevare contestazioni. La conseguenza principale, come evidenziato nel caso, è che l’onere di provare i difetti e la tempestività della denuncia si sposta interamente sul compratore, rendendo la sua posizione processuale molto più debole.

Se il decreto ingiuntivo viene revocato, ho automaticamente vinto la causa e non devo pagare le spese legali?
No, non necessariamente. Questa sentenza è un chiaro esempio del principio di ‘soccombenza sostanziale’. Nonostante la revoca formale del decreto, il Tribunale ha valutato che l’opposizione è stata accolta solo in minima parte. Poiché il credito del fornitore è stato confermato quasi per intero, l’opponente è stato considerato il vero sconfitto nel merito e quindi condannato a pagare tutte le spese legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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