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Vendita aliud pro alio: quando l’immobile è invivibile

La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di un contratto di compravendita immobiliare, classificandolo come “vendita aliud pro alio”. L’immobile, venduto come abitazione, si è rivelato privo dei requisiti strutturali minimi (altezza dei locali) per ottenere l’abitabilità, rendendolo un bene radicalmente diverso da quello pattuito. La Corte ha rigettato il ricorso dei venditori, stabilendo che un difetto così grave e insanabile costituisce un inadempimento che giustifica la risoluzione del contratto.

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Vendita Aliud Pro Alio: Casa senza Abitabilità e Risoluzione del Contratto

L’acquisto di una casa è un passo fondamentale, ma cosa succede se l’immobile si rivela inabitabile? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso di vendita aliud pro alio, chiarendo quando la mancanza del certificato di abitabilità, dovuta a difetti strutturali insanabili, giustifica la risoluzione del contratto. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione per acquirenti e venditori nel mercato immobiliare.

I fatti di causa

La vicenda ha origine da un contratto di compravendita di un immobile a uso abitativo stipulato nel 2004. Dopo l’acquisto, il nuovo proprietario scopriva che l’immobile era privo del certificato di abitabilità. Il problema non era meramente burocratico: una perizia rivelava che i locali non rispettavano le altezze minime previste dalla normativa urbanistica per le abitazioni (D.M. 5-7-1975 n. 12). Questo difetto strutturale rendeva di fatto impossibile ottenere il certificato e, quindi, utilizzare l’immobile come residenza a norma di legge.

L’acquirente decideva quindi di agire in giudizio per chiedere la risoluzione del contratto per grave inadempimento dei venditori. Mentre il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, dichiarando risolto il contratto e condannando i venditori alla restituzione del prezzo pagato.

Il ricorso in Cassazione dei venditori

I venditori, soccombenti in appello, proponevano ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi. Sostenevano, tra l’altro, che la Corte d’Appello avesse erroneamente applicato le norme sull’inadempimento, non considerando che l’immobile era stato costruito prima del 1967 e che l’acquirente vi aveva vissuto per oltre dodici anni. Inoltre, eccepivano la prescrizione del diritto dell’acquirente.

Le motivazioni della Cassazione: la configurazione della vendita aliud pro alio

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la sentenza d’appello. Il cuore della decisione risiede nella corretta qualificazione della fattispecie come vendita aliud pro alio.

I giudici hanno spiegato che non ci si trovava di fronte a un semplice vizio della cosa venduta (come una crepa o un impianto da riparare), ma alla consegna di un bene radicalmente diverso da quello pattuito. Un immobile venduto come ‘abitazione’ deve possedere i requisiti minimi, sia giuridici che materiali, per esserlo. La mancanza delle altezze minime legali è un difetto strutturale e insanabile che impedisce permanentemente il rilascio del certificato di abitabilità.

La Corte ha precisato che la mancanza del certificato non porta automaticamente alla risoluzione del contratto. Bisogna valutarne la gravità. In questo caso, il problema non era la mancata consegna formale del documento, ma l’impossibilità assoluta di ottenerlo a causa di una difformità strutturale. L’immobile era, in sostanza, inidoneo a svolgere la sua funzione economico-sociale di abitazione. Questo integra un grave inadempimento del venditore, che giustifica la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 c.c.

La Cassazione ha anche respinto l’eccezione di prescrizione, chiarendo che l’azione per la risoluzione del contratto per vendita aliud pro alio è soggetta al termine ordinario di dieci anni, e non ai brevi termini di decadenza e prescrizione previsti per la denuncia dei vizi (art. 1495 c.c.).

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale a tutela dell’acquirente: chi compra un’abitazione ha diritto a ricevere un bene che sia effettivamente tale. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Verifica dell’Abitabilità: Per l’acquirente, è cruciale non solo verificare la presenza del certificato di abitabilità, ma anche accertarsi che non vi siano difformità strutturali che potrebbero metterne in discussione la validità o il futuro rilascio.
2. Gravità del Vizio: Per il venditore, è importante comprendere che la vendita di un immobile privo dei requisiti essenziali per l’uso pattuito non è un vizio minore, ma un inadempimento grave che può portare alla conseguenza più drastica: la risoluzione dell’intero contratto, con l’obbligo di restituire il prezzo e risarcire i danni.
3. Distinzione tra Vizi e Aliud Pro Alio: La sentenza consolida la distinzione tra vizi sanabili (per i quali valgono le tutele e i termini brevi della garanzia per vizi) e difetti strutturali insanabili che rendono il bene completamente diverso da quello promesso. In quest’ultimo caso, si applica la disciplina generale sulla risoluzione per inadempimento, con un termine di prescrizione decennale.

Quando la mancanza del certificato di abitabilità causa la risoluzione del contratto?
La risoluzione del contratto non è automatica per la sola assenza formale del certificato. Diventa possibile quando la mancanza del certificato deriva da difetti strutturali e insanabili dell’immobile, che lo rendono privo dei requisiti indispensabili per essere utilizzato come abitazione. In tal caso, si configura un grave inadempimento del venditore.

Che differenza c’è tra un vizio sanabile e una vendita di ‘aliud pro alio’?
Un vizio sanabile (o mancanza di qualità essenziali) si ha quando il bene presenta difetti che possono essere eliminati, pur rispettando le prescrizioni igienico-sanitarie. Si ha invece una vendita di ‘aliud pro alio’ quando il difetto è strutturale e insanabile, rendendo la cosa radicalmente diversa da quella pattuita e inidonea a svolgere la sua funzione (es. un immobile venduto come abitazione che non può ottenere l’abitabilità per altezze insufficienti).

Qual è il termine di prescrizione per l’azione di risoluzione in caso di vendita ‘aliud pro alio’?
L’azione di risoluzione per inadempimento a causa di una vendita di ‘aliud pro alio’ non è soggetta ai brevi termini di decadenza (otto giorni dalla scoperta) e prescrizione (un anno dalla consegna) previsti per i vizi della compravendita (art. 1495 c.c.), ma all’ordinario termine di prescrizione decennale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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