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Vendita aliud pro alio: certificato di conformità

La Corte di Cassazione ha confermato la risoluzione di un contratto di vendita per un parapetto autoportante, qualificando il caso come ‘vendita aliud pro alio’. La decisione si fonda sulla mancanza di un’adeguata certificazione di conformità alla normativa di sicurezza, ritenuta essenziale per la funzione del bene. L’assenza di tale documento ha reso il prodotto radicalmente diverso da quello pattuito e inidoneo al suo scopo, legittimando l’acquirente a richiedere la risoluzione del contratto e la restituzione del prezzo.

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Vendita aliud pro alio: quando il certificato mancante annulla il contratto

L’acquisto di un prodotto, specialmente in ambito professionale e di sicurezza, si basa sulla fiducia che esso possieda tutte le caratteristiche promesse e, soprattutto, quelle richieste dalla legge. Ma cosa succede se un componente essenziale, come un certificato di conformità, viene a mancare? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3250 del 2024, ha chiarito che tale mancanza può configurare una vendita aliud pro alio, con conseguenze molto gravi per il venditore.

I Fatti di Causa

Una società edile acquistava da un fornitore un sistema di parapetti autoportanti destinati a un cantiere. A seguito della fornitura, l’acquirente si rifiutava di saldare il prezzo residuo, contestando al venditore il mancato rilascio di una documentazione fondamentale: il certificato di conformità del prodotto alla specifica norma tecnica di sicurezza (EN ISO 14122-3).

Il fornitore, ritenendo di essere nel giusto, otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento. L’impresa acquirente si opponeva, trasformando la sua richiesta iniziale di riduzione del prezzo in una domanda di risoluzione totale del contratto.

Il Tribunale di primo grado dava ragione al venditore, ma la Corte d’Appello ribaltava completamente la decisione. Secondo i giudici d’appello, la mancanza di un certificato completo e specifico per il modello venduto rendeva il parapetto, un presidio di sicurezza sul lavoro, totalmente inidoneo alla sua funzione. Si trattava, quindi, non di un semplice difetto, ma della consegna di un bene radicalmente diverso da quello pattuito: una vendita aliud pro alio.

La Decisione della Corte di Cassazione sul caso di vendita aliud pro alio

Il fornitore ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse erroneamente interpretato le prove e le conclusioni del consulente tecnico. Tuttavia, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando in pieno la sentenza d’appello.

I giudici hanno stabilito che, per un prodotto con una funzione essenziale di sicurezza, la certificazione di conformità non è un mero pezzo di carta, ma un elemento intrinseco che ne attesta l’idoneità. La sua assenza o incompletezza (come nel caso di specie, dove il certificato prodotto non era specifico per il modello venduto e non era firmato) priva il bene della sua utilità funzionale ed economica.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato la differenza fondamentale tra ‘vizi della cosa’ e ‘aliud pro alio’. I semplici vizi danno diritto a una riduzione del prezzo o alla riparazione, entro termini di decadenza e prescrizione molto stretti. La vendita aliud pro alio, invece, si verifica quando il bene consegnato è così diverso da quello ordinato da appartenere a un’altra categoria merceologica o, come in questo caso, da essere completamente incapace di svolgere la sua funzione essenziale. Questo grave inadempimento giustifica la risoluzione del contratto, un rimedio molto più drastico.

Nel caso specifico, un parapetto senza la prova certificata della sua conformità alle norme di sicurezza è un bene inservibile. Non può garantire la protezione dei lavoratori e, quindi, non può essere installato. La sua funzione economico-sociale è azzerata. Pertanto, consegnare un parapetto senza l’adeguata certificazione equivale a consegnare qualcosa di completamente diverso da ciò che era stato richiesto, integrando pienamente la fattispecie della vendita aliud pro alio.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale per tutti i contratti di fornitura, specialmente per quelli che riguardano prodotti legati alla sicurezza. La documentazione che attesta la conformità alle normative non è un accessorio, ma una parte essenziale del bene stesso. Un venditore non può sottrarsi a tale obbligo, e la sua mancanza può portare non solo alla perdita del diritto al pagamento, ma anche alla risoluzione del contratto e alla condanna alla restituzione di quanto già incassato. Per l’acquirente, è un’importante tutela che garantisce di ricevere un prodotto non solo materialmente integro, ma anche legalmente e funzionalmente idoneo all’uso previsto.

Quando la mancanza di un certificato configura una ‘vendita aliud pro alio’?
Secondo la sentenza, ciò avviene quando il certificato è essenziale per la funzione del bene, specialmente se si tratta di un presidio di sicurezza. La sua assenza rende il prodotto del tutto inidoneo all’uso a cui è destinato, facendolo degradare a una ‘sottospecie del tutto diversa da quella dedotta in contratto’, equiparabile alla consegna di un bene diverso.

La marcatura CE è sempre necessaria per i parapetti autoportanti?
La Corte, conformemente a quanto affermato dalle parti, ha evidenziato che per i parapetti in questione non era necessaria la marcatura CE. Tuttavia, ha sottolineato che era comunque indispensabile la dichiarazione di conformità alla specifica norma tecnica di settore (EN ISO 14122-3), che ne garantisce la sicurezza e l’idoneità.

Quali sono le conseguenze per il venditore in caso di ‘vendita aliud pro alio’?
Le conseguenze sono molto più gravi rispetto a quelle per i semplici vizi. L’acquirente può chiedere la risoluzione del contratto, che comporta lo scioglimento di ogni vincolo. Di conseguenza, il venditore non solo perde il diritto al saldo del prezzo, ma è anche tenuto a restituire gli acconti già ricevuti, oltre a poter essere chiamato a risarcire eventuali ulteriori danni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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