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Valore donazioni successione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7449/2025, ha stabilito un principio fondamentale sul valore delle donazioni ai fini della successione. In un caso di disputa ereditaria tra fratelli, la Corte ha chiarito che il valore dei titoli di Stato donati in vita dal defunto deve essere calcolato al momento dell’apertura della successione e non alla data della donazione. Questa decisione, che accoglie il ricorso di una legittimaria, cassa la sentenza della Corte d’Appello che aveva erroneamente utilizzato il valore storico dei beni, e rinvia il giudizio per una nuova valutazione conforme ai criteri di legge.

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Valore Donazioni Successione: La Cassazione detta le regole per i Titoli di Stato

Determinare il corretto valore delle donazioni in una successione è un passaggio cruciale per tutelare i diritti degli eredi legittimari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto specifico ma di grande rilevanza: come si valutano i titoli di Stato donati in vita dal defunto? La risposta della Suprema Corte è netta e si pone a tutela della quota di legittima, ribadendo che il calcolo va fatto al momento dell’apertura della successione.

I Fatti di Causa: una Disputa Familiare sull’Eredità

Il caso nasce dall’azione legale intrapresa da una donna contro il fratello e i nipoti (eredi della sorella premorta). La ricorrente lamentava una lesione della propria quota di legittima sull’eredità del padre, deceduto senza testamento. Sosteneva che il padre, in vita, avesse effettuato ingenti donazioni, dirette e indirette, in favore del figlio e dei nipoti, impoverendo così l’asse ereditario a suo danno.

Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali avevano affrontato la complessa ricostruzione del patrimonio. La Corte d’Appello, pur riconoscendo l’esistenza di alcune donazioni di titoli di Stato a favore del fratello, ne aveva determinato il valore basandosi sul momento in cui le donazioni erano state effettuate, ovvero molti anni prima della morte del genitore. Questa metodologia di calcolo, seppur apparentemente basata su un accordo tra le parti, è stata il fulcro del ricorso in Cassazione.

Il Valore delle Donazioni nella Successione: il Principio della Cassazione

La ricorrente ha contestato la decisione della Corte d’Appello, sostenendo la violazione degli articoli 556 e 750 del codice civile. Secondo la sua tesi, per calcolare la quota disponibile e quella riservata ai legittimari, il valore dei beni donati non deve essere quello storico, ma quello che essi hanno al momento dell’apertura della successione.

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente questa argomentazione, giudicandola fondata. Il primo motivo del ricorso è stato ritenuto meritevole di accoglimento, portando alla cassazione della sentenza impugnata su questo punto specifico.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha chiarito in modo inequivocabile la procedura da seguire. Per determinare la quota di cui il defunto poteva disporre (la ‘disponibile’), è necessario eseguire un’operazione contabile nota come riunione fittizia. Questa consiste nel:

1. Stimare il valore dei beni lasciati dal defunto alla sua morte (relictum).
2. Sottrarre i debiti ereditari.
3. Aggiungere il valore dei beni donati in vita dal defunto (donatum).

Il punto cruciale, sottolineato dalla Corte, è che il valore del donatum deve essere determinato secondo le regole stabilite dagli articoli da 747 a 750 del codice civile. Nello specifico, l’articolo 750 stabilisce che per i titoli di Stato, il valore da considerare è quello basato sui listini di borsa e sulle mercuriali del tempo dell’apertura della successione.

La Corte ha specificato che la Corte d’Appello è caduta in errore, anche se fuorviata dal fatto che le parti avessero concordato su un valore calcolato al momento delle donazioni. Questa concordanza, tuttavia, non può derogare ai criteri legali imperativi, specialmente quando, come nel caso di specie, l’obiettivo è accertare una lesione della quota di legittima. Se i titoli sono scaduti prima dell’apertura della successione, si considera il loro valore al momento della scadenza, applicando il principio nominalistico al denaro ricavato.

Le Conclusioni

La Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello limitatamente al motivo accolto, rinviando la causa ad un’altra sezione della stessa Corte per una nuova valutazione. Il giudice del rinvio dovrà ricalcolare il valore dei titoli di Stato donati attenendosi scrupolosamente al criterio legale: il loro valore al momento della morte del de cuius. Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale del diritto successorio: la protezione degli eredi legittimari non può essere indebolita da valutazioni non conformi alla legge. Per chi affronta una successione, questo significa che tutte le donazioni fatte in vita dal defunto devono essere rivalutate al valore corrente al momento del decesso, garantendo un calcolo equo e corretto delle quote ereditarie.

Come si calcola il valore dei beni donati per determinare la quota di legittima in una successione?
Secondo la Corte di Cassazione, per determinare la quota di cui il defunto poteva disporre, si deve compiere la ‘riunione fittizia’, sommando il valore dei beni relitti (al netto dei debiti) al valore dei beni donati. Quest’ultimo valore deve essere calcolato secondo le regole degli artt. 747-750 c.c., ovvero al momento dell’apertura della successione.

Quale regola specifica si applica per la valutazione dei titoli di Stato donati in vita?
Per i titoli di Stato, l’art. 750 c.c. impone di fare riferimento al prezzo corrente stabilito nei listini di borsa e nelle mercuriali del tempo dell’apertura della successione, se i titoli non sono ancora scaduti. Se sono scaduti prima, si considera il loro valore nominale alla scadenza.

Un accordo tra le parti sul valore di una donazione può derogare ai criteri di legge?
No. La Corte ha stabilito che la posizione assunta dalle parti, anche se concorde su un determinato valore, non può consentire di violare i criteri legali di stima dei beni donati, specialmente quando si deve accertare la lesione della quota di legittima, che è un diritto tutelato dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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