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Usura sopravvenuta: la Corte ricalcola il debito

Una società e i suoi garanti hanno impugnato una sentenza che li condannava a pagare un debito bancario, lamentando l’applicazione di tassi usurari. La Corte d’Appello ha parzialmente accolto il ricorso, riconoscendo l’esistenza di usura sopravvenuta e di addebiti illegittimi, come l’anatocismo e commissioni non determinate. Di conseguenza, ha revocato il decreto ingiuntivo iniziale e ha rideterminato l’importo dovuto in una misura inferiore, basandosi su una nuova perizia tecnica.

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Usura Sopravvenuta e Oneri Illegittimi: La Corte d’Appello Ricalcola il Debito Bancario

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Firenze ha riaffermato un principio fondamentale nella tutela dei correntisti: l’analisi dell’usura sopravvenuta e degli addebiti illegittimi può portare a una significativa riduzione del debito con la banca. Questo caso dimostra come, anche quando un contratto appare legittimo alla firma, le condizioni applicate nel tempo possano diventare illecite, giustificando un’azione legale.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’opposizione di una società e dei suoi garanti a un decreto ingiuntivo emesso da un istituto di credito per un debito di oltre 210.000 euro. Gli appellanti sostenevano che i rapporti di conto corrente e i mutui sottostanti fossero viziati da diverse irregolarità, tra cui l’applicazione di tassi usurari, anatocismo e commissioni illegittime.

In primo grado, il Tribunale aveva respinto tutte le loro richieste, confermando integralmente il debito. Insoddisfatti, la società e i garanti hanno presentato appello, insistendo per un’analisi più approfondita delle condizioni applicate dalla banca nel corso degli anni.

La Decisione della Corte: l’analisi sull’usura sopravvenuta

La Corte d’Appello ha ribaltato parzialmente la decisione di primo grado, concentrandosi su tre aspetti principali.

In primo luogo, ha dato pieno riconoscimento al concetto di usura sopravvenuta. Sebbene i tassi iniziali non fossero usurari, la perizia tecnica (CTU) aveva dimostrato che in diversi trimestri, nel corso degli anni, il Tasso Effettivo Globale (TEG) applicato dalla banca aveva superato la soglia legale. La Corte ha stabilito che pretendere il pagamento di interessi divenuti usurari durante il rapporto contrattuale è contrario al principio di buona fede. Di conseguenza, tali importi devono essere considerati non dovuti e stornati dal calcolo del debito.

L’Illegittimità degli Altri Addebiti

Oltre all’usura, la Corte ha riscontrato altre due importanti illegittimità:

1. Commissione di Massimo Scoperto (c.m.s.): Su alcuni conti correnti, la clausola che prevedeva la c.m.s. è stata dichiarata nulla per indeterminatezza. Il contratto si limitava a indicare una percentuale senza specificare in modo chiaro e comprensibile la base di calcolo e le modalità di applicazione. Questa mancanza di trasparenza rende la clausola invalida, poiché il cliente non è in grado di prevedere l’effettivo costo del servizio.
2. Anatocismo (Interessi su Interessi): Su un altro conto, la Corte ha accertato l’applicazione illegittima dell’anatocismo a debito del correntista. Il contratto non prevedeva esplicitamente tale pratica per gli interessi passivi, rendendo gli addebiti effettuati a questo titolo privi di fondamento giuridico.

le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su principi consolidati di diritto bancario e di tutela del contraente debole. La Corte ha chiarito che il superamento della soglia usura durante il rapporto, anche se non prevista all’inizio, configura un’illegittimità che deve essere sanzionata. Chiedere il pagamento di tali interessi rappresenta una pretesa di una prestazione “oggettivamente sproporzionata” e contraria alla buona fede contrattuale.

Per quanto riguarda le commissioni, la sentenza ribadisce che la validità di una clausola di costo dipende dalla sua determinatezza. Il correntista deve essere messo nelle condizioni di comprendere pienamente ogni onere economico derivante dal contratto. Una clausola generica, che indica solo una percentuale senza specificare come e su cosa verrà applicata, è da considerarsi nulla.

Infine, l’accoglimento parziale dell’appello ha comportato la revoca totale del decreto ingiuntivo iniziale e la necessità di ricalcolare l’esatto rapporto di dare/avere tra le parti, depurandolo da tutti gli addebiti ritenuti illegittimi.

le conclusioni

In conclusione, la Corte d’Appello ha accolto in parte le ragioni degli appellanti. Ha disposto un nuovo calcolo dei saldi dei conti correnti, eliminando gli interessi usurari, le commissioni di massimo scoperto nulle e gli addebiti per anatocismo. Il risultato è stata una drastica riduzione del debito finale, che è stato rideterminato in circa 160.000 euro. Questa sentenza sottolinea l’importanza per i clienti delle banche di monitorare attentamente i propri estratti conto e di non esitare a contestare addebiti poco chiari o eccessivi, anche a distanza di anni dalla stipula del contratto.

Cosa si intende per ‘usura sopravvenuta’ in un rapporto bancario?
Si verifica quando il costo totale del credito (interessi, commissioni e spese), pur essendo legittimo al momento della stipula del contratto, supera la soglia anti-usura stabilita dalla legge in un momento successivo, durante lo svolgimento del rapporto. La sentenza ha stabilito che gli importi che superano tale soglia sono illegittimi e non devono essere pagati.

Perché la commissione di massimo scoperto (c.m.s.) è stata dichiarata nulla?
La commissione è stata dichiarata nulla per indeterminatezza dell’oggetto. Il contratto indicava semplicemente una misura percentuale senza specificare in modo chiaro e comprensibile la base di calcolo, le modalità e la periodicità di quantificazione. Questa mancanza di trasparenza rende la clausola invalida perché impedisce al correntista di comprendere l’effettivo costo che dovrà sostenere.

Qual è stata la conseguenza pratica dell’accoglimento parziale dell’appello?
La conseguenza principale è stata la revoca del decreto ingiuntivo iniziale. La Corte ha ordinato un completo ricalcolo del debito, sottraendo tutti gli importi relativi a interessi usurari, commissioni nulle e anatocismo illegittimo. Questo ha portato a una significativa riduzione della somma finale che la società e i suoi garanti sono stati condannati a pagare alla banca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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