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Usi civici: giurisdizione del Commissario speciale

Una società energetica, succeduta a un ente ferroviario statale, si opponeva alla richiesta di un Comune di reintegrare alcuni terreni espropriati nel 1932 ma gravati da usi civici. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha risolto la questione di giurisdizione, stabilendo che la competenza a decidere sulla natura dei terreni e sulla legittimità dell’esproprio spetta al Commissario per la liquidazione degli usi civici. La Corte ha chiarito che la controversia sull’espropriabilità di tali beni investe direttamente l’accertamento della loro natura giuridica (‘qualitas soli’), materia riservata alla giurisdizione speciale del Commissario.

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Usi Civici e Esproprio: La Cassazione Conferma la Giurisdizione Speciale

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con una recente ordinanza, ha affrontato una complessa questione legata agli usi civici, riaffermando un principio fondamentale in materia di giurisdizione. La vicenda, che contrappone una grande società di produzione energetica a un Comune abruzzese, verte sulla possibilità di espropriare terreni gravati da diritti collettivi e, soprattutto, su quale giudice abbia il potere di decidere in merito. La decisione chiarisce che ogni controversia che tocca la natura giuridica di questi beni, anche a seguito di un esproprio risalente nel tempo, rientra nella competenza esclusiva del Commissario per la liquidazione degli usi civici.

I Fatti di Causa

La controversia trae origine da un decreto prefettizio del 1932, con cui alcuni terreni situati nel territorio di un Comune abruzzese, gravati da usi civici, vennero espropriati per pubblica utilità in favore dell’allora ente ferroviario statale. Negli anni, una società di produzione energetica è subentrata nella titolarità di questi beni.

Successivamente, il Comune ha avviato un’azione per ottenere la reintegra di tali terreni nel demanio civico, sostenendo che l’esproprio non avesse estinto il vincolo di uso collettivo. La società energetica si è opposta, dando il via a un contenzioso davanti al Commissario per il Riordino degli Usi Civici. Quest’ultimo, in prima istanza, ha declinato la propria giurisdizione, ritenendo che il decreto di esproprio avesse validamente trasferito la proprietà dei fondi, trasformandoli in beni privati. La Corte d’Appello di Roma, in sede di reclamo, ha ribaltato la decisione, affermando la giurisdizione del Commissario, poiché la questione centrale riguardava l’accertamento della natura giuridica dei terreni (qualitas soli). La società ha quindi proposto ricorso per cassazione.

La Questione di Giurisdizione sugli Usi Civici

Il nodo cruciale del ricorso verteva sulla corretta individuazione del giudice competente. La società ricorrente sosteneva che, essendo intervenuto un atto di esproprio, la controversia dovesse essere decisa dal giudice ordinario, in quanto l’atto amministrativo avrebbe estinto i diritti d’uso civico. A suo avviso, il Commissario non avrebbe il potere di dichiarare la nullità di un provvedimento di esproprio.

Di contro, il Comune e la Corte d’Appello ritenevano che stabilire se un terreno gravato da usi civici possa essere espropriato e se tale atto possa eliminarne la natura demaniale è una questione che attiene intrinsecamente alla qualitas soli. L’accertamento di tale qualità è, per legge (art. 29 della L. 1766/1927), di competenza esclusiva del Commissario, quale giudice speciale della materia.

Le Motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite hanno respinto il ricorso della società, confermando la giurisdizione del Commissario per gli usi civici. La Corte ha chiarito che l’indagine volta a stabilire se l’espropriabilità per pubblica utilità di terreni pubblici gravati da usi civici sia consentita, e con quali effetti, investe direttamente la verifica della qualitas soli.

La risposta a tale quesito determina la natura giuridica del bene: se la risposta è positiva, la natura demaniale viene meno e il bene diventa privato (allodiale); se è negativa, la natura demaniale permane. Questo tipo di accertamento, che definisce lo statuto del bene, è il cuore della competenza del Commissario.

La Cassazione ha inoltre richiamato un suo precedente fondamentale (Sentenza n. 12570/2023), con cui le stesse Sezioni Unite avevano già stabilito un principio dirimente: i diritti di uso civico gravanti su beni collettivi non possono essere considerati implicitamente estinti per effetto di un decreto di esproprio. La loro natura, assimilabile a quella demaniale, richiede un formale e specifico provvedimento di sdemanializzazione per poter cessare. In assenza di tale atto, il decreto espropriativo che non ne tenga conto è da considerarsi invalido.

Di conseguenza, la Corte ha concluso che la decisione della Corte d’Appello era giuridicamente corretta nell’individuare la controversia come una lite sulla qualitas soli e, pertanto, nel dichiarare la giurisdizione del Commissario speciale.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione consolida l’orientamento a tutela degli usi civici e dei domini collettivi. Viene ribadito che la giurisdizione del Commissario è ampia e copre tutte le questioni che, direttamente o indirettamente, richiedono un accertamento sulla natura demaniale-civica di un terreno. L’esproprio per pubblica utilità non costituisce un atto in grado di superare il regime speciale di questi beni, che possono essere sottratti alla loro destinazione collettiva solo attraverso un procedimento specifico di sdemanializzazione. La decisione rappresenta un’importante garanzia per le collettività titolari di questi diritti, assicurando che le controversie sulla loro esistenza e consistenza siano trattate da un organo specializzato, a salvaguardia di un patrimonio di rilevanza storica e ambientale.

Chi è competente a decidere sulle controversie relative a terreni con usi civici, anche se sono stati oggetto di un esproprio?
La competenza spetta al Commissario per la liquidazione degli usi civici. La Corte di Cassazione ha stabilito che la questione sull’espropriabilità di tali terreni e sui suoi effetti sulla loro natura giuridica (qualitas soli) rientra nella sua giurisdizione speciale.

Un decreto di espropriazione per pubblica utilità può estinguere automaticamente gli usi civici su un terreno?
No. Secondo la giurisprudenza della Cassazione, la natura demaniale dei beni gravati da usi civici impedisce la loro estinzione implicita a seguito di un esproprio. È necessario un formale provvedimento di sdemanializzazione; in sua assenza, il decreto di esproprio che non tiene conto di tali usi è invalido.

Cosa si intende per “qualitas soli” in una controversia su usi civici?
Per “qualitas soli” si intende l’accertamento della natura giuridica di un terreno. In questo contesto, significa stabilire se un suolo ha natura di bene privato, di bene appartenente al demanio civico di una collettività, o se è un bene privato gravato da diritti di uso civico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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