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Trasformazione tetto in terrazzo: quando è illegittima

Un condomino proprietario dell’ultimo piano trasforma il tetto comune in un terrazzo ad uso esclusivo. La Corte di Cassazione conferma l’illegittimità dell’opera, stabilendo che la trasformazione tetto in terrazzo è vietata quando lede il decoro architettonico e supera i limiti dell’uso della cosa comune. L’intervento è stato ritenuto una modifica sostanziale e non un uso più intenso del bene.

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Trasformazione Tetto in Terrazzo: Limiti e Divieti

La trasformazione tetto in terrazzo a uso esclusivo è un intervento edilizio che suscita spesso controversie in ambito condominiale. Se da un lato il proprietario dell’ultimo piano può desiderare di sfruttare al meglio lo spazio, dall’altro tale modifica incide su una parte comune dell’edificio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i confini tra l’uso lecito della cosa comune e l’abuso che lede i diritti degli altri condomini.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda una causa tra due sorelle, comproprietarie di un edificio. La proprietaria dell’appartamento all’ultimo piano aveva trasformato il tetto a falde, una parte comune, in un terrazzo con locali di servizio ad uso esclusivo del proprio immobile. La sorella, proprietaria di un appartamento al piano inferiore, si era opposta, chiedendo il ripristino dello stato originale del tetto. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello le avevano dato ragione, condannando la prima al ripristino. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. I giudici hanno stabilito che l’intervento realizzato non poteva essere considerato una semplice modifica finalizzata a un uso più intenso del bene comune, consentita dall’articolo 1102 del codice civile, ma costituiva un’alterazione illegittima. La Corte ha ritenuto l’opera lesiva dei diritti della controricorrente e del decoro architettonico dell’edificio.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su una chiara distinzione tra la modifica consentita e l’alterazione vietata. I giudici hanno ribadito i principi, già espressi in precedenti sentenze, secondo cui la trasformazione di un tetto in terrazzo è lecita solo a due condizioni: che sia salvaguardata la funzione di copertura e protezione delle strutture sottostanti e che le modifiche non siano significative in termini di consistenza ed estensione del bene.

Nel caso specifico, la Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) aveva accertato che la “dimensione e la rilevanza dell’opera rispetto alla dimensione complessiva dell’originario elemento strutturale” erano tali da escludere che si trattasse di una modifica non significativa. L’intervento aveva inoltre arrecato un “pregiudizio per il decoro architettonico dell’edificio”.

La Corte ha anche respinto l’argomentazione della ricorrente secondo cui la sorella non potesse lamentarsi in quanto non aveva accesso diretto al tetto. Il diritto di opporsi deriva dalla comproprietà del bene, non dalla possibilità materiale di accedervi.

Infine, è stata chiarita la differenza tra una modifica delle parti comuni (art. 1102 c.c.) e la sopraelevazione (art. 1127 c.c.). La prima riguarda interventi su parti esistenti, mentre la seconda consiste nella realizzazione di nuove opere e volumi. La modifica del tetto comune, in questo caso, rientrava nella prima ipotesi ed è stata giudicata illegittima perché effettuata in violazione dei diritti di comproprietà.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale del diritto condominiale: il diritto del singolo condomino di utilizzare le parti comuni trova un limite invalicabile nel rispetto dei diritti degli altri e nella tutela dell’integrità strutturale ed estetica dell’edificio. Chi intende procedere alla trasformazione tetto in terrazzo deve effettuare una valutazione molto attenta. Non è sufficiente garantire la funzione di copertura, ma è necessario che l’intervento non alteri in modo sostanziale la consistenza del bene e non pregiudichi il decoro architettonico. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, si rischia una condanna al ripristino dello stato dei luoghi, oltre al pagamento delle spese legali e a ulteriori sanzioni per lite temeraria.

È sempre lecito trasformare un tetto comune in un terrazzo ad uso esclusivo?
No, non è sempre lecito. La trasformazione è permessa solo a condizione che l’intervento non comporti modifiche significative della consistenza del bene, che sia salvaguardata la funzione di copertura e protezione del tetto e che non venga leso il decoro architettonico dell’edificio.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto illegittima la trasformazione in questo specifico caso?
La Corte ha ritenuto l’intervento illegittimo perché, sulla base di una consulenza tecnica, ha accertato che la dimensione e la rilevanza dell’opera erano tali da costituire una modifica significativa della struttura originaria e da arrecare un pregiudizio al decoro architettonico dell’edificio.

Un condomino che non ha accesso diretto al tetto può opporsi alla sua trasformazione in terrazzo privato?
Sì. Il diritto di opporsi a modifiche illegittime delle parti comuni deriva dalla comproprietà del bene stesso, non dalla possibilità materiale di accedervi. La Corte ha infatti respinto l’argomentazione secondo cui chi non può accedere al tetto non ha diritto di lamentarsi della sua alterazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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