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Termine perentorio costituzione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’amministrazione pubblica, confermando che il termine perentorio di costituzione fissato dal giudice nel rito sommario è inderogabile. La tardiva costituzione dell’amministrazione ha comportato la decadenza dalla possibilità di sollevare l’eccezione di prescrizione, consolidando un importante principio di procedura civile sulla certezza dei tempi processuali.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Perentorio Costituzione: Quando la Scadenza Fissata dal Giudice è Assoluta

Nel labirinto delle procedure legali, i termini sono le bussole che guidano le parti. Rispettarli non è solo una questione di ordine, ma un requisito fondamentale per la validità degli atti processuali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con forza un principio cruciale: il termine perentorio costituzione fissato dal giudice nel rito sommario non ammette deroghe. La decisione sottolinea come la flessibilità non possa prevalere sulla certezza del diritto, con conseguenze significative per chi si costituisce in giudizio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia tra un gruppo di professionisti del settore medico e un’importante amministrazione pubblica. I medici avevano citato in giudizio l’ente per ottenere il pagamento di somme dovute a titolo di equa remunerazione per l’attività svolta durante il loro percorso di specializzazione. L’amministrazione, costituendosi in giudizio, aveva sollevato un’eccezione preliminare di prescrizione, sostenendo che il diritto dei medici a richiedere quelle somme fosse ormai estinto per il decorso del tempo.

Tuttavia, la costituzione in giudizio dell’ente pubblico era avvenuta oltre il termine specifico fissato dal giudice di primo grado, sebbene entro il limite residuale di dieci giorni prima dell’udienza previsto dal codice. Mentre il Tribunale aveva inizialmente accolto l’eccezione di prescrizione, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, ritenendo tardiva la costituzione e, di conseguenza, inammissibile la difesa sollevata.

La Questione Giuridica e il Termine Perentorio Costituzione

Il cuore della questione legale portata all’attenzione della Cassazione era il seguente: il termine per la costituzione del convenuto fissato dal giudice nel rito sommario di cognizione (art. 702-bis c.p.c.) è perentorio e inderogabile, oppure è sufficiente rispettare il termine ‘di salvaguardia’ di dieci giorni prima dell’udienza? L’amministrazione ricorrente sosteneva che il giudice non potesse creare un termine perentorio non espressamente definito come tale dalla legge, interpretando la norma in modo più flessibile. Secondo questa tesi, il termine del giudice sarebbe stato meramente ordinatorio.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, allineandosi pienamente con la decisione della Corte d’Appello e con la propria giurisprudenza consolidata. Gli Ermellini hanno riaffermato con chiarezza che nel rito sommario di cognizione, il termine per la costituzione del convenuto fissato dal giudice è perentorio.

Le motivazioni della Corte si basano su un’interpretazione logica e sistematica della norma. L’articolo 702-bis c.p.c. conferisce al giudice il potere di ‘fissare’ un termine per la costituzione, che deve avvenire ‘non oltre dieci giorni prima dell’udienza’. Questo, secondo la Corte, non significa che il termine dei dieci giorni sia l’unico rilevante. Al contrario, esso rappresenta una ‘soglia massima insuperabile’, un limite invalicabile per il giudice, che non può fissare un termine più a ridosso dell’udienza. Tuttavia, il giudice può benissimo imporre un termine più ampio e anticipato rispetto a quello dei dieci giorni. Una volta che questo termine più ampio è stato stabilito, esso diventa vincolante e perentorio.

Affermare il contrario, osserva la Corte, significherebbe ridurre l’ordine del giudice a un mero ‘flatus vocis’, un’espressione vuota e priva di efficacia giuridica. Se il convenuto potesse ignorare il termine fissato dal giudice e costituirsi comunque entro i dieci giorni prima dell’udienza, la facoltà del giudice di regolare i tempi del processo sarebbe vanificata. Di conseguenza, la costituzione dell’amministrazione, avvenuta oltre il termine imposto, è stata correttamente ritenuta tardiva, e con essa l’eccezione di prescrizione, che doveva essere sollevata proprio nell’atto di costituzione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di fondamentale importanza pratica. Le parti convenute in un procedimento sommario di cognizione devono prestare la massima attenzione non solo al termine di legge, ma soprattutto al termine specifico indicato nel decreto del giudice. L’inosservanza di tale scadenza comporta la decadenza da difese cruciali, come l’eccezione di prescrizione, con effetti potenzialmente decisivi sull’esito della causa. La decisione della Cassazione rafforza la certezza dei tempi processuali e il ruolo del giudice come effettivo regolatore del procedimento, sanzionando non solo la negligenza ma anche, come in questo caso con la condanna per abuso del processo, i ricorsi palesemente infondati e contrari alla giurisprudenza consolidata.

Nel rito sommario di cognizione, il termine per la costituzione fissato dal giudice è perentorio?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il termine per la costituzione del convenuto, previsto dall’art. 702-bis, comma 3, c.p.c. e fissato specificamente dal giudice, è perentorio e la sua inosservanza determina la tardività della costituzione.

Se il giudice fissa un termine per la costituzione, è sufficiente rispettare quello di dieci giorni prima dell’udienza previsto dalla legge?
No. Il termine di dieci giorni prima dell’udienza è una soglia minima che il giudice non può ridurre. Se il giudice assegna un termine più ampio (ad esempio, 30 giorni prima dell’udienza), è quest’ultimo che deve essere rispettato. Ignorarlo e costituirsi dopo, anche se prima dei dieci giorni, rende la costituzione tardiva.

Quali sono le conseguenze di una costituzione tardiva nel rito sommario?
La costituzione tardiva comporta la decadenza dalla facoltà di proporre eccezioni processuali e di merito non rilevabili d’ufficio, come l’eccezione di prescrizione. Questo significa che il convenuto perde la possibilità di sollevare difese che avrebbero potuto essere decisive per l’esito del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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