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Termine di decadenza: quando inizia per le sanzioni?

Un esponente di un istituto di credito, sanzionato dall’autorità di vigilanza per violazioni nelle prestazioni di servizi di investimento, aveva ottenuto l’annullamento della sanzione in appello. La Corte territoriale aveva ritenuto superato il termine di decadenza di 180 giorni per la contestazione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che il termine non decorre dalla mera conoscenza di possibili irregolarità, ma dal completamento dell’istruttoria necessaria a definire l’illecito. La sentenza distingue tra la ‘constatazione del fatto’ e l”accertamento’, conferendo a quest’ultimo una natura elastica per garantire l’efficacia dell’azione di vigilanza.

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Termine di Decadenza nelle Sanzioni Finanziarie: la Cassazione fa Chiarezza

L’applicazione di sanzioni da parte delle autorità di vigilanza è un processo delicato, governato da regole precise per bilanciare l’efficacia dell’azione di controllo e la tutela dei soggetti vigilati. Un elemento cruciale è il termine di decadenza, ovvero il limite temporale entro cui l’autorità deve contestare una violazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un punto fondamentale: da quando inizia a decorrere questo termine? La risposta non è scontata e distingue nettamente la semplice conoscenza di un fatto dal suo completo accertamento.

I Fatti di Causa

Un consigliere di amministrazione di un importante istituto di credito veniva sanzionato dall’organo di vigilanza per la violazione delle norme sulla corretta prestazione dei servizi di investimento. In particolare, si contestava alla banca di non aver garantito un’adeguata mappatura dei propri strumenti finanziari, con conseguenti carenze nella verifica di adeguatezza per la clientela.

L’esponente bancario impugnava la sanzione davanti alla Corte d’Appello, che accoglieva il ricorso. Secondo i giudici di merito, la sanzione era illegittima perché l’autorità di vigilanza aveva contestato i fatti troppo tardi, superando il termine di 180 giorni previsto dalla legge. La Corte territoriale riteneva che l’organo di controllo fosse a conoscenza di elementi allarmanti sulla situazione della banca già da diversi anni prima dell’avvio formale del procedimento sanzionatorio, e che quindi avrebbe dovuto agire prima.

La Decisione della Cassazione e il Termine di Decadenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’autorità di vigilanza, ribaltando la decisione d’appello. Il cuore della pronuncia risiede nell’interpretazione del concetto di ‘accertamento’ come momento da cui far decorrere il termine di decadenza.

I giudici supremi hanno chiarito che esiste una differenza sostanziale tra ‘constatazione del fatto’ e ‘accertamento del fatto’:

* Constatazione del fatto: È il momento in cui l’autorità viene a conoscenza, anche in modo generico, di una potenziale irregolarità. Può derivare da segnalazioni, ispezioni di altre autorità o documenti preliminari.
* Accertamento del fatto: È la fase successiva e più complessa. Comprende tutta l’attività istruttoria necessaria a verificare la sussistenza dell’infrazione, la sua gravità, gli elementi soggettivi e oggettivi, e ad attribuire le specifiche responsabilità. È solo al termine di questa fase che l’autorità ha un quadro completo e può procedere alla contestazione.

Secondo la Cassazione, il dies a quo (giorno di inizio) del termine di decadenza di 180 giorni coincide con la conclusione dell’accertamento, non con la mera constatazione. Questo approccio, definito ‘elastico’, è necessario per non compromettere l’efficacia delle indagini, spesso complesse e articolate.

Le motivazioni

La Corte ha sottolineato che le attività di vigilanza sono distinte e non possono essere confuse ai fini del calcolo del termine di decadenza. Nel caso specifico, le informazioni che l’autorità aveva ricevuto anni prima concernevano la trasparenza e la veridicità dei prospetti informativi legati ad un aumento di capitale, un’attività di vigilanza diversa da quella sulla correttezza nella prestazione dei servizi di investimento ai singoli clienti.

La sanzione annullata riguardava quest’ultimo ambito (profilatura della clientela, adeguatezza degli investimenti in obbligazioni subordinate), che richiedeva un’istruttoria specifica e autonoma. La Corte d’Appello ha errato nel considerare le due attività di vigilanza come un tutt’uno e nel far decorrere il termine da un momento in cui l’autorità non aveva ancora acquisito gli elementi necessari per contestare la violazione specifica oggetto della sanzione.
L’accertamento è compiuto solo quando l’autorità di vigilanza dispone di tutti gli elementi per valutare la condotta illecita, il che può richiedere l’acquisizione e l’analisi di una complessa documentazione contrattuale e procedurale. Far partire il termine da una conoscenza preliminare e generica costringerebbe l’autorità a contestazioni premature o incomplete, vanificando la sua funzione.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce un principio fondamentale per gli operatori del settore finanziario e per le autorità di controllo. Il termine di decadenza per l’irrogazione di sanzioni non è un meccanismo rigido che scatta al primo sospetto, ma un istituto che deve essere contemperato con la necessità di un’istruttoria approfondita e completa. La nozione di ‘accertamento’ assume un carattere flessibile, la cui durata deve essere valutata ex ante, considerando la complessità del caso e la necessità di non frammentare le indagini. Questa interpretazione rafforza i poteri delle autorità di vigilanza, garantendo loro il tempo necessario per svolgere indagini accurate, pur nel rispetto del principio di ragionevole durata del procedimento.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di decadenza di 180 giorni per la contestazione di un illecito finanziario?
Il termine di 180 giorni inizia a decorrere non dal momento della mera constatazione di un fatto potenzialmente illecito, ma dalla conclusione della fase di ‘accertamento’, ovvero quando l’autorità di vigilanza ha completato l’attività istruttoria necessaria a verificare la sussistenza e la portata dell’infrazione.

La semplice conoscenza di irregolarità da parte dell’autorità di vigilanza è sufficiente a far partire il termine di decadenza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la semplice conoscenza di elementi o di documenti che segnalano possibili irregolarità non è sufficiente. È necessario che l’autorità svolga un’indagine completa per acquisire un quadro definito della violazione prima che il termine inizi a decorrere.

In che modo la Corte distingue tra diverse attività di vigilanza ai fini del calcolo del termine?
La Corte chiarisce che le diverse sfere di vigilanza (ad esempio, vigilanza sulla trasparenza dei prospetti informativi e vigilanza sulla correttezza dei servizi di investimento) sono autonome. L’acquisizione di informazioni in un ambito non fa automaticamente decorrere il termine per contestare violazioni in un altro ambito, qualora quest’ultimo richieda una specifica e distinta attività di accertamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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