Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 18335 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 2 Num. 18335 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 04/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso 31063/2019 R.G. proposto da:
RAGIONE_SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore , domiciliata in INDIRIZZO, INDIRIZZO, presso lo studio degli avvocati NOME COGNOME ed NOME COGNOME, che la rappresentano e difendono giusta procura in atti;
– ricorrente –
contro
NOME, elettivamente domiciliato in ROMA, INDIRIZZO, presso lo studio RAGIONE_SOCIALE‘avvocato NOME COGNOME, che lo rappresenta e difende con l’avvocato NOME COGNOME; -controricorrente – avverso la sentenza n. 575/2019 RAGIONE_SOCIALEa CORTE D’APPELLO di FIRENZE, depositata il 13/03/2019;
udita la relazione RAGIONE_SOCIALEa causa svolta nella camera di consiglio del 17/12/2024 dal Consigliere NOME COGNOME.
Osserva:
La RAGIONE_SOCIALE con delibera n. 20068 del 12/7/2017 inflisse a NOME COGNOME, consigliere d’amministrazione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE (d’ora innanzi RAGIONE_SOCIALE), successivamente posta in liquidazione coatta amministrativa, la sanzione amministrativa pecuniaria di € 40.000,00, per avere violato il complesso dei precetti di cui ai co. 2 e 7 RAGIONE_SOCIALE‘art. 94 del d.lgs. n. 58/1988 (T.U.F.) al tempo vigenti.
1.1. In estrema sintesi questo il fatto oggetto d’incolpazione
La legge (nel testo del tempo successivamente riformato il prospetto informato deve essere preventivamente approvato dalla RAGIONE_SOCIALE) fa carico a coloro che intendano avviare un’offerta pubblica d’acquisto (O.P.A.) di strumenti e prodotti finanziari diversi dalle quote o azioni di organismi d’investimento collettivo del risparmio (ORAGIONE_SOCIALE.RAGIONE_SOCIALE.) di predisporre e adeguatamente pubblicizzare un testo informativo, che, attraverso l’uso di un linguaggio non tecnico, descriva esaustivamente le condizioni patrimoniali e finanziarie RAGIONE_SOCIALEa emittente e le caratteristiche RAGIONE_SOCIALEo strumento finanziario offerto. Inoltre, impone di rendere pubblico, con eguale forma di pubblicizzazione, qualunque fatto nuovo sopravvenuto o rinvenuto errore o imprecisione nella precedente informativa.
La condotta addebitata riguardava l’O.P.A. di obbligazioni del 6/11/2012, del 22/4/2013, del 14/6/2013 e del 23/12/2012.
1.2. La Corte d’appello di Firenze, con sentenza resa pubblica il 13/3/2019, accolto il reclamo in opposizione del Fazzini, annullò la delibera RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE.
La Corte di Firenze, accogliendo critica preliminare del reclamante, reputò che il provvedimento fosse illegittimo poiché
emanato a sèguito di tardiva contestazione, giunta oltre centottanta giorni dall’accertamento (art. 195 T.U.F.).
La RAGIONE_SOCIALE si era difesa assumendo che solo con la comunicazione di RAGIONE_SOCIALE, subentrata alla RAGIONE_SOCIALE, del 12/5/2015, aveva avuto la disponibilità RAGIONE_SOCIALEa nota RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia del 24/7/2012, dei rilievi e osservazioni formulati sempre dalla RAGIONE_SOCIALE d’Italia il 5/12/2013, a seguito RAGIONE_SOCIALEa visita ispettiva condotta da quest’ultima Autorità di controllo dal 18 marzo al 6 settembre 2013, nonché RAGIONE_SOCIALEa nota del 3/12/2013 inviata dalla RAGIONE_SOCIALE d’Italia al Presidente del Consiglio d’amministrazione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE.
La Corte fiorentina reputa che attraverso i documenti sopra riportati, richiamati dalla RAGIONE_SOCIALE d’Italia, con la propria missiva del 29/7/2016, inviata in risposta alla richiesta RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE del 17/5/2016, quest’ultima Autorità di controllo fosse ben in grado di cogliere la sussistenza degli addebiti, solo tardivamente mossi al reclamante: la verifica RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia aveva accertato, rilevanti profili critici; dalla relazione inviata dalla RAGIONE_SOCIALE alla RAGIONE_SOCIALE, quest’ultima, <>.
In conclusione, secondo la Corte locale, risultava ‘inspiegabile’ che solo nell’anno 2016 l’Autorità di controllo avrebbe avuto contezza RAGIONE_SOCIALEa gravità RAGIONE_SOCIALEa situazione.
La RAGIONE_SOCIALE ricorre avverso la sentenza RAGIONE_SOCIALEa Corte di Firenze sulla base di sei motivi, ulteriormente illustrati da memoria. NOME COGNOME resiste con controricorso.
Con il primo motivo la ricorrente denuncia nullità RAGIONE_SOCIALEa sentenza e/o del procedimento per violazione degli artt. 115 e 132, co. 2, n. 4, cod. proc. civ.
Viene dedotto che la sentenza, attraverso motivazione eccessivamente sintetica, richiama precedenti sentenze emesse dallo stesso Giudice in relazione alla medesima ordinanza, impugnata da altri soggetti sanzionati. La ricostruzione, si soggiunge, <>.
La ricorrente individua vari errori di percezione:
-l’ispezione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia, alla quale era seguita comunicazione alla RAGIONE_SOCIALE nel dicembre 2013, non risaliva all’ottobre 2013, essendosi, invece, svolta dal 18/3/2013 al 6/9/2013;
non constava agli atti di causa alcuna relazione trasmessa dalla RAGIONE_SOCIALE alla RAGIONE_SOCIALE nel marzo del 2014, eppure tale elemento era stato giudicato probatoriamente decisivo dal Giudice;
non corrispondeva al vero che la RAGIONE_SOCIALE avesse avviato visita ispettiva nel 2016 (peraltro, precisa l’esponente, nel 2016, dopo la risoluzione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE, e l’assegnazione RAGIONE_SOCIALE‘attività alla ‘new -co’ RAGIONE_SOCIALE, l’istituto era sotto la gestione commissariale RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia);
la documentazione rilevante al fine di accertare gli illeciti era stata conosciuta dall’esponente solo dopo che, nel dicembre del 2015, aveva avviato indagine volta a verificare <>, richiedendo la trasmissione documentale alla RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE e alla RAGIONE_SOCIALE d’Italia.
Con il secondo motivo la ricorrente denuncia nullità RAGIONE_SOCIALEa sentenza e/o del procedimento per violazione degli artt. 115 e 132, co. 2, n. 4, cod. proc. civ.
Ad integrazione del primo motivo la RAGIONE_SOCIALE soggiunge che la qualità RAGIONE_SOCIALEa motivazione fa sorgere il legittimo dubbio <>.
Prosegue la ricorrente: <>.
A ulteriore supporto RAGIONE_SOCIALE‘opinione di un esame assai superficiale operato dalla sentenza impugnata viene specificato che essa aveva financo errato nell’indicare le violazioni contestate all’incolpato: non già quelle riportate in sentenza, che avevano
riguardato altro procedimento sanzionatorio definito con la delibera n. 200067/2017, bensì quelle RAGIONE_SOCIALE‘art. 94, co. 2 e 7 TUF.
In conclusione la sentenza era <>.
Con il terzo motivo viene denunciato l’omesso esame di un fatto controverso e decisivo, non avendo la Corte di merito esaminato circostanze di fatto determinanti <>.
Sviluppando il motivo la RAGIONE_SOCIALE spiega di avere depositato davanti alla Corte di Firenze i documenti che, ove fossero stati esaminati da quel Giudice, avrebbero importato una ricostruzione RAGIONE_SOCIALEa vicenda affatto diversa. Le attività di controllo e ispettiva e le decisioni RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia, che avevano permesso di accertare le gravi manchevolezze RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE e, infine, reso inevitabile la dissoluzione RAGIONE_SOCIALE‘istituto bancario, erano state conosciute dalla ricorrente solo con la nota RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia del 29/7/2016 (di risposta a una lettera di essa ricorrente del 17/5/2016), che ammetteva di non aver mai prima portato a conoscenza di essa RAGIONE_SOCIALE.
Con il quarto motivo viene denunciata violazione e/o falsa applicazione degli artt. 195, co. 1, 94, co. 2 e 7, 191, co. 2, d.lgs. n. 58/1998, 14, co. 2 e 6, l. n. 689/1981.
In sintesi, si assume che la decisione contrasta con la giurisprudenza di legittimità, la quale afferma che il giudice è chiamato a sindacare la ragionevolezza del tempo impiegato per l’istruttoria e l’individuazione del momento perfezionante la
conoscenza, tempo che non coincide con quello RAGIONE_SOCIALEa commessa violazione, occorrendo acquisire tutti gli elementi conoscitivi del caso; né il giudice può sostituirsi all’autorità competente, decidendo egli RAGIONE_SOCIALE‘opportunità RAGIONE_SOCIALE‘esercizio RAGIONE_SOCIALE‘azione. Può solo sindacare l’attività RAGIONE_SOCIALE‘autorità procedente ove ingiustificatamente protratta nel tempo.
Con il quinto motivo viene denunciata violazione degli artt. 115 e 132, co. 2, n. 4, cod. proc. civ., nonché violazione e/o falsa applicazione degli artt. 195, co. 1, 94, co. 2 e 7, 191, co. 2, d.lgs. n. 58/1998, 14, co. 2 e 6, l. n. 689/1981.
A tutto concedere, deduce la ricorrente, ove la Corte locale, nel far riferimento alla pretesa comunicazione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE alla RAGIONE_SOCIALE del marzo 2014, abbia voluto intendere la nota del 3/2/2014, con la quale l’istituto aveva trasmesso alla RAGIONE_SOCIALE le deduzioni ai rilievi RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia, tale documento non risultava fra quelli richiamati dalle decisioni del 2018, ai quali la sentenza impugnata aveva inteso riportarsi, nei quali si faceva riferimento, invece, alla nota del 14/2/2014, inviata dalla RAGIONE_SOCIALE alla RAGIONE_SOCIALE, la cui lettura, secondo la decisione, farebbe presumere che la ricorrente avesse acquisito il rapporto ispettivo integrale RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia.
Soggiunge la ricorrente: <> . Prescindendo dall’osservare che la valutazione di
coerenza spettava solo alla RAGIONE_SOCIALE d’Italia, non era dato cogliere <>.
Sotto altro profilo, sostenere che dal marzo 2014 era imposta l’instaurazione del procedimento sanzionatorio violava l’art. 195, co. 1, TUF, che fa decorrere il termine di centottanta giorni solo dal momento in cui l’autorità di controllo sia in possesso degli elementi sui quali la contestazione si fonda, di talché l’accertamento non può precedere l’acquisizione di tutti gli elementi necessari per la contestazione, il che è avvenuto solo con la comunicazione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia del 12/5/2016.
Con il sesto motivo viene denunciata violazione e/o falsa applicazione degli artt. 195, co. 1, 94, co. 2 e 7, 191, co. 2 e parte IV, d. lgs. n. 58/1998.
Il nucleo centrale RAGIONE_SOCIALEa doglianza, in primo luogo, contesta alla decisione impugnata di non avere mostrato consapevolezza dei compiti che la legge assegna alla RAGIONE_SOCIALE: (1) controllo preventivo del progetto d’offerta al fine di tutelare una scelta consapevole e responsabile RAGIONE_SOCIALE‘investitore; (2) vigilanza continuativa sulla trasparenza degli emittenti, in modo da poter monitorare ‘day by day’ e intervenire, ove necessario, in tempo reale, al fine di rendere informato il mercato RAGIONE_SOCIALEe vicende societarie che possano
avere influenza sui rischi RAGIONE_SOCIALE‘investimento; (3) esercizio di poteri sanzionatori, a seguito di atti d’indagine e di valutazione dei dati raccolti, al di fuori, quindi, di qualsivoglia correlazione con il ‘tempo reale’ del mercato.
Al contrario di quel che sostiene il Giudice die Firenze, la legge non impone <>. La sentenza aveva <>. Le dichiarazioni rese dal Vice direttore generale RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, messe a disposizione del Giudice, avevano esplicitato la genesi RAGIONE_SOCIALEe indagini che avevano portato alla delibera sanzionatoria (le lettere d’intervento RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia non erano mai state trasmesse alla RAGIONE_SOCIALE e neppure da RAGIONE_SOCIALE e da tali documenti, nonché dalla nota RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE d’Italia del 15/12/2015, emergeva che solo dopo la risoluzione RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE era emersa la necessità d’ulteriori verifiche -al fine d’accertare se fossero configurabili eventuali interventi sanzionatori -.
Il terzo, il quarto, il quinto e il sesto motivo, fra loro osmotici, meritano di essere accolti.
9.1. Le questioni poste con gli anzidetti motivi, tra loro tutte correlate, sono state reiteratamente risolte da questa Corte nel senso anticipato. Sia a riguardo RAGIONE_SOCIALEa medesima delibera n. 20068/2017, che RAGIONE_SOCIALEe altre concernenti la stessa vicenda (vanno
ricordate le pronunce nn. 34695, 34472, 34466 e 34465 del 2023 e le pronunce nn. 26783, 27242, 29903, 28277 e 28335 del 2024).
L’errore portante nel quale è incorsa la Corte di Firenze attiene alla determinazione del momento in cui far decorrere il termine decadenziale per l’esercizio RAGIONE_SOCIALE‘esercizio RAGIONE_SOCIALE‘azione sanzionatoria.
Sul punto non resta che riportare quanto esposto in motivazione dall’ordinanza n. 34695/2023, la quale ha richiamato compiutamente i principi di diritto condivisamente affermati in sede di legittimità, con giurisprudenza costante.
<>.
9.2. Il Giudice del merito, sotto altro collegato profilo, mostra di non avere piena consapevolezza RAGIONE_SOCIALEe funzioni assegnate dalla legge alla RAGIONE_SOCIALE in materia d’intermediazione finanziaria. Funzioni, che non si risolvono nell’esercizio RAGIONE_SOCIALE‘azione sanzionatoria, implicando, in primo luogo, attività di prevenzione e d’intervento.
La delibera impugnata dal sanzionato giunse, come già spiegato da questa Corte, <>.
9.3. Il Giudice ha omesso di prendere in effettivo e concreto esame la pluralità di documenti indicati dalla ricorrente, aventi portata decisiva al fine di giungere a una corretta applicazione dei principi di diritto sopra richiamati.
9.4. Accolto il complesso censorio, in sede di rinvio il Giudice riesaminerà la vicenda alla stregua RAGIONE_SOCIALEe norme giuridiche regolanti la materia, siccome interpretate da questa Corte, non mancando di esaminare i documenti aventi valore decisivo, introdotti in giudizio dalla ricorrente e dettagliatamente indicati specie nel corpo del terzo motivo.
I restanti motivi restano assorbiti in senso proprio dall’accoglimento del terzo, del quarto, del quinto e del sesto motivo.
In relazione agli accolti motivi la sentenza deve essere cassata con rinvio. Il Giudice del rinvio regolerà anche le spese del giudizio di legittimità.
P.Q.M.
La Corte accoglie il terzo, il quarto, il quinto e il sesto motivo del ricorso, dichiara assorbiti gli altri; cassa la sentenza impugnata in relazione agli accolti motivi e rinvia alla Corte d’appello di Firenze, in altra composizione, anche per il regolamento RAGIONE_SOCIALEe spese del giudizio di legittimità.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio RAGIONE_SOCIALEa Seconda