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Termine accertamento CONSOB: la Cassazione decide

Un ex presidente di un istituto di credito, sanzionato dall’autorità di vigilanza per carenze informative in un prospetto di offerta al pubblico, aveva ottenuto l’annullamento della sanzione in Corte d’Appello per tardività dell’accertamento. La Corte di Cassazione ha ribaltato tale decisione, accogliendo il ricorso dell’autorità. Il principio chiave è che il termine accertamento CONSOB di 180 giorni per la contestazione decorre non da quando l’autorità ha i primi sospetti, ma da quando ritiene, a sua discrezione, di aver acquisito tutti gli elementi necessari a fondare l’accusa, senza che il giudice possa sindacare nel merito la durata dell’attività istruttoria.

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Termine Accertamento CONSOB: la Cassazione Fissa i Paletti sulla Decorrenza

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale nel diritto dei mercati finanziari: da quale momento esatto inizia a decorrere il termine accertamento CONSOB per la contestazione degli illeciti? La Corte di Cassazione, con una pronuncia chiara, ha stabilito che tale termine non parte da semplici sospetti, ma solo dal momento in cui l’Autorità di vigilanza ritiene di aver completato la raccolta di tutti gli elementi necessari. Questa decisione riafferma l’autonomia dell’organo di vigilanza e limita la possibilità per il giudice di sindacare la durata e l’opportunità delle indagini.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sanzione amministrativa pecuniaria inflitta dall’Autorità di Vigilanza dei mercati finanziari a un ex presidente del consiglio di amministrazione di un noto istituto di credito. La contestazione riguardava carenze informative nel prospetto relativo a un’offerta di azioni al pubblico risalente al 2013.
L’interessato proponeva opposizione e la Corte d’Appello accoglieva le sue ragioni, annullando la delibera sanzionatoria. Secondo i giudici di secondo grado, la procedura sanzionatoria era stata avviata tardivamente, in violazione del termine perentorio di 180 giorni previsto dall’art. 195 del Testo Unico della Finanza (TUF). La Corte d’Appello riteneva che l’Autorità avesse ricevuto documentazione sufficiente per avviare l’indagine già tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, ma avesse atteso fino al 2016, rendendo così la sua azione intempestiva.

Il Ricorso in Cassazione e il Termine Accertamento CONSOB

L’Autorità di vigilanza ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su sette motivi. Il cuore dell’argomentazione, sviluppato in particolare nel quinto, sesto e settimo motivo, verteva sulla violazione e falsa applicazione delle norme che regolano il termine accertamento CONSOB.
L’Autorità sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere che il termine per la contestazione dovesse decorrere dal momento in cui erano pervenuti i primi elementi informativi. Al contrario, l'”accertamento” non coincide con la mera percezione di un fatto, ma con la conclusione di un’attività istruttoria complessa. L’Autorità ha evidenziato di aver acquisito i documenti decisivi per la contestazione solo nel maggio 2016 e che, pertanto, solo da quella data poteva iniziare a decorrere il termine di 180 giorni. In sintesi, la Corte d’Appello avrebbe indebitamente sostituito la propria valutazione a quella, discrezionale, dell’organo di vigilanza sull’opportunità e completezza dell’istruttoria.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi centrali del ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello.
Il ragionamento della Suprema Corte è stato netto: il giudice ordinario non può entrare nel merito della congruità e della durata dell’attività di indagine dell’Autorità di vigilanza. Il momento in cui si perfeziona l'”accertamento” dell’illecito, e da cui scatta il dies a quo del termine perentorio, è quello in cui l’organo di vigilanza ritiene, secondo una valutazione che gli è propria, di aver raccolto un quadro probatorio completo e sufficiente per formulare una contestazione.
La Corte ha specificato che una valutazione ex post da parte del giudice, che stabilisca che l’indagine si sarebbe potuta concludere prima, costituisce un’invasione nella sfera di discrezionalità tecnica e amministrativa riservata all’Autorità. L’acquisizione di documenti dalla Banca d’Italia e le successive richieste alla nuova banca subentrata erano tutti passaggi legittimi dell’attività istruttoria, la cui conclusione ha segnato il vero momento dell’accertamento. Interpretare diversamente l’art. 195 del TUF significherebbe costringere l’Autorità a formulare contestazioni affrettate e potenzialmente infondate.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio fondamentale per l’efficacia della vigilanza sui mercati finanziari: l’autonomia dell’organo di controllo nella gestione dei tempi e dei modi dell’attività ispettiva. Il termine accertamento CONSOB non è un cronometro che scatta al primo indizio, ma una garanzia che si attiva solo quando l’istruttoria è giunta a una conclusione matura e ponderata. Questa pronuncia fornisce certezza agli operatori e alle stesse autorità, chiarendo che la tempestività di una sanzione va valutata non con il senno di poi, ma nel rispetto delle complesse dinamiche investigative che caratterizzano il diritto finanziario.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di 180 giorni per la contestazione di un illecito da parte dell’autorità di vigilanza finanziaria?
Il termine di 180 giorni inizia a decorrere non dalla data della violazione o dalla ricezione dei primi indizi, ma dal momento in cui l’autorità di vigilanza ha completato l’accertamento, ovvero ha acquisito tutti gli elementi informativi e probatori che ritiene necessari per fondare la contestazione.

Il giudice può valutare se l’autorità di vigilanza avrebbe potuto concludere prima le sue indagini?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è consentito al giudice entrare nel merito dell’opportunità dello svolgimento di atti di indagine o valutare ex post la congruità della durata dell’istruttoria. Si tratta di una valutazione di esclusiva pertinenza dell’organo di vigilanza.

Cosa si intende per “accertamento” dell’illecito ai fini della decorrenza dei termini?
Per “accertamento” non si intende la mera constatazione del fatto storico, ma il risultato di un’attività di indagine e valutazione che porta l’autorità a disporre di un quadro conoscitivo completo. Questo processo si conclude solo quando l’autorità, nella sua discrezionalità, ritiene di possedere elementi sufficienti per muovere una contestazione formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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