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Tasso leasing: valido il contratto se determinabile

Una società utilizzatrice di un immobile in leasing ha contestato la validità del contratto per l’omessa indicazione del tasso leasing. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il contratto è valido se il tasso, pur non essendo esplicitato, è oggettivamente determinabile per relationem, ossia tramite altri elementi contrattuali certi come l’importo dei canoni, la loro durata e il prezzo di riscatto. La trasparenza economica, secondo la Corte, è garantita quando il cliente può comprendere il costo complessivo dell’operazione.

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Tasso Leasing: Contratto Valido Anche se il Tasso Non è Esplicito

La trasparenza nei contratti finanziari è un pilastro fondamentale, ma cosa succede se un elemento cruciale come il tasso leasing non è indicato nero su bianco? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la mancata indicazione esplicita non comporta automaticamente la nullità del contratto, a patto che il tasso sia oggettivamente determinabile attraverso altri elementi presenti nell’accordo. Questa decisione consolida un importante principio sulla validità dei contratti di leasing immobiliare.

I Fatti di Causa

Una società, utilizzatrice di un capannone industriale tramite un contratto di leasing del valore di oltre un milione di euro, citava in giudizio la società concedente. L’obiettivo era ottenere l’accertamento della mancata pattuizione del tasso corrispettivo e, di conseguenza, la declaratoria di gratuità del contratto con la restituzione degli interessi versati. In subordine, la società lamentava l’indeterminatezza delle clausole sugli interessi e la presunta usurarietà del tasso di mora.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato le domande, ritenendo che le clausole contrattuali fossero sufficienti a garantire la piena consapevolezza dell’impegno economico e che gli elementi per calcolare il costo dell’operazione fossero presenti, seppur non esplicitati in una singola voce.

La Validità del Tasso Leasing Determinabile per Relationem

La società ricorrente ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione di diverse norme, tra cui l’art. 117 del Testo Unico Bancario (TUB), che impone la forma scritta per i tassi di interesse. Secondo la ricorrente, l’assenza del TAN (Tasso Annuo Nominale) rendeva il contratto nullo per indeterminatezza dell’oggetto.

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito e consolidando un principio giurisprudenziale di grande rilevanza pratica.

Le Motivazioni della Corte

I giudici hanno ribadito che, in tema di leasing immobiliare, la mancata indicazione del tasso leasing non viola l’art. 117, comma 4, del TUB, qualora lo stesso sia determinabile per relationem. Questo significa che il tasso può essere ricavato in modo oggettivo da altri elementi contrattuali, senza lasciare alcun margine di incertezza o discrezionalità alla società di leasing.

Nel caso specifico, il contratto specificava chiaramente:

* Le modalità di rimborso del finanziamento;
* L’ammontare dei singoli canoni;
* Il numero e la scadenza delle rate;
* Il prezzo di riscatto finale.

Secondo la Corte, questi elementi, nel loro insieme, sono idonei a consentire una determinazione oggettiva dei tassi applicati al rapporto. La ratio della norma sulla trasparenza, spiegano i giudici, è quella di tutelare il cliente sul piano economico, consentendogli di comprendere il livello di rischio e di spesa del contratto. Se il contratto, pur senza esplicitare un tasso percentuale, fornisce tutti i dati per calcolare il costo totale dell’operazione, l’esigenza di trasparenza è soddisfatta. Di conseguenza, il motivo di ricorso è stato ritenuto inammissibile perché basato su una giurisprudenza ormai consolidata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione rafforza un approccio sostanziale alla trasparenza contrattuale. Non è la presenza formale di una percentuale a rendere valido un contratto, ma la capacità del cliente di comprendere pienamente l’onere economico che sta assumendo. Per gli operatori del settore e per gli utilizzatori di beni in leasing, questa ordinanza conferma che la validità di un contratto si fonda sulla chiarezza complessiva delle condizioni economiche. L’importante è che tutti gli elementi necessari per il calcolo del costo del finanziamento siano presenti e oggettivamente individuabili, garantendo così una determinabilità per relationem che la legge considera sufficiente.

È nullo un contratto di leasing immobiliare se non indica esplicitamente il “tasso leasing”?
No, secondo la Corte il contratto non è nullo se il tasso, pur non essendo espressamente indicato, è determinabile per relationem, ovvero attraverso il rinvio a criteri prestabiliti ed elementi estrinseci e obiettivamente individuabili presenti nel contratto stesso.

Quali elementi contrattuali sono sufficienti per rendere il tasso di interesse determinabile?
Elementi come le modalità di rimborso del finanziamento, l’ammontare dei canoni, il loro numero, la loro scadenza e il prezzo di riscatto sono considerati idonei a consentire una determinazione oggettiva dei tassi applicabili al rapporto.

Cosa intende la Corte per trasparenza in un contratto di leasing?
La trasparenza è intesa in senso economico. Un contratto è considerato trasparente quando lascia intuire o prevedere il livello di rischio o di spesa dell’operazione di durata, garantendo così la salvaguardia del cliente, anche in assenza dell’esplicita indicazione di un tasso percentuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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