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Start up innovativa: l’iscrizione non basta per fallire

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1583/2024, ha stabilito che l’iscrizione di una società nella sezione speciale del Registro delle Imprese come ‘start up innovativa’ non è sufficiente a garantirle l’esenzione dal fallimento. I giudici hanno il potere e il dovere di verificare l’effettiva e concreta sussistenza dei requisiti sostanziali di innovatività previsti dalla legge. Nel caso di specie, una S.r.l. in liquidazione si è vista dichiarare inammissibile il ricorso contro la propria dichiarazione di fallimento, poiché la Corte ha ritenuto che la mera registrazione formale e una domanda di brevetto non collegata all’attività concreta non fossero prove sufficienti della sua reale capacità innovativa.

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Start up innovativa: l’iscrizione non basta a evitare il fallimento

Il concetto di start up innovativa è stato introdotto nel nostro ordinamento per incentivare la nascita e la crescita di imprese ad alto potenziale tecnologico, offrendo un quadro normativo di favore che include, tra le altre cose, l’esenzione dalle procedure concorsuali come il fallimento. Ma basta la semplice iscrizione nell’apposita sezione del Registro delle Imprese per godere di questa tutela? Con la recente ordinanza n. 1583 del 16 gennaio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e perentoria: no, la forma non prevale sulla sostanza.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla dichiarazione di fallimento di una S.r.l. in liquidazione da parte del Tribunale. La società e il suo liquidatore avevano proposto reclamo dinanzi alla Corte d’Appello, sostenendo di dover essere esentati dalla procedura fallimentare in quanto qualificati come start up innovativa, regolarmente iscritta nella sezione speciale del Registro delle Imprese sin dalla sua costituzione.

Secondo i reclamanti, tale iscrizione avrebbe avuto natura costitutiva, rendendo la società non assoggettabile a fallimento a prescindere da una verifica nel merito dei requisiti. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto il reclamo, ritenendo che la società non possedesse concretamente i requisiti di innovatività richiesti dalla legge. Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la linea dei giudici di merito. La decisione si fonda su un principio di diritto ormai consolidato: l’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese è un presupposto necessario, ma non sufficiente, per beneficiare del regime di favore previsto per le start up innovative.

Le Motivazioni: Oltre la Forma, la Sostanza della Start Up Innovativa

Il cuore della pronuncia della Cassazione risiede nella distinzione tra adempimento formale e possesso sostanziale dei requisiti. I giudici hanno ribadito che il legislatore, nel creare la figura della start up innovativa, intendeva incentivare e proteggere solo le imprese dotate di una reale capacità innovativa, concretamente correlata alla propria attività.

Ecco i punti chiave del ragionamento della Corte:

1. Verifica Giudiziale: Il giudice fallimentare ha il potere e il dovere di accertare in concreto la sussistenza dei requisiti di legge. L’autocertificazione dell’imprenditore al momento dell’iscrizione non preclude questa verifica.
2. Requisito dell’Innovatività: La Corte ha sottolineato che non basta descrivere nell’oggetto sociale “la progettazione, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi ad alto valore tecnologico”. È necessario che questo si traduca in un’attività effettiva e tangibile.
3. Privativa Industriale: Anche la titolarità di una privativa industriale (come un brevetto) non è di per sé risolutiva. Nel caso specifico, la società aveva depositato una domanda di brevetto, ma era emerso che il progetto non aveva le caratteristiche di un brevetto industriale, bensì di un modello di utilità. Ancora più importante, secondo la Corte, è che tale privativa sia direttamente collegata all’oggetto sociale e all’attività d’impresa concretamente svolta. Un requisito che, nel caso in esame, i giudici di merito non avevano riscontrato.

In sostanza, la Cassazione ha chiuso la porta a interpretazioni puramente formalistiche, affermando che la tutela speciale è riservata a chi dimostra, nei fatti, di essere un motore di innovazione.

Le Conclusioni: Le Implicazioni per una Start Up Innovativa

Questa ordinanza rappresenta un monito importante per imprenditori e professionisti. Essere una start up innovativa non è solo una questione di etichetta o di adempimenti burocratici. Per beneficiare delle tutele legali, inclusa la fondamentale esenzione dal fallimento, è indispensabile che l’innovazione sia il vero cuore pulsante dell’attività aziendale, dimostrabile e verificabile. L’iscrizione al registro è il punto di partenza, non il traguardo. Le aziende devono assicurarsi di possedere e mantenere nel tempo i requisiti sostanziali previsti dalla normativa, per non rischiare di vedere vanificata la protezione legale proprio nel momento di maggiore difficoltà.

L’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese è sufficiente a qualificare una società come start up innovativa e a escluderla dal fallimento?
No, l’iscrizione è un presupposto necessario ma non sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che il giudice può e deve verificare l’effettivo e concreto possesso dei requisiti di legge per l’attribuzione della qualifica di start up innovativa.

La semplice titolarità di un brevetto o di una domanda di brevetto qualifica automaticamente una società come innovativa?
No. Secondo la Corte, la mera titolarità di una privativa industriale non è sufficiente se non è direttamente collegata all’oggetto sociale e all’attività di impresa concretamente svolta, secondo criteri di effettività e concretezza.

Lo stato di liquidazione di una start up innovativa ne determina automaticamente la perdita dei benefici, come l’esenzione dal fallimento?
La Corte non ha deciso specificamente su questo punto, poiché il relativo motivo di ricorso è stato dichiarato assorbito. La decisione si è concentrata sulla mancanza dei requisiti sostanziali di innovatività, che ha reso irrilevante la questione dello stato di liquidazione nel caso esaminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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