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Spese legali stragiudiziali: quando sono rimborsabili?

Un consumatore acquista un utensile difettoso e, tramite un avvocato, ne chiede la sostituzione e il rimborso delle spese legali stragiudiziali. Il venditore accetta la sostituzione ma rifiuta di pagare le spese legali. La Corte di Cassazione ha stabilito che, se il venditore si è offerto di sostituire il bene, le spese legali non erano necessarie e quindi non devono essere rimborsate, in quanto il consumatore avrebbe potuto evitare tale costo usando l’ordinaria diligenza.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese legali stragiudiziali: il venditore deve pagarle se offre la sostituzione?

Quando si acquista un prodotto che si rivela difettoso, la prima reazione è spesso quella di rivolgersi al venditore per ottenere una riparazione o una sostituzione. Ma cosa succede se, per far valere i propri diritti, ci si rivolge a un avvocato? Il venditore è tenuto a rimborsare anche queste spese legali stragiudiziali? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale su questo punto, stabilendo un principio importante per i consumatori.

I Fatti del Caso

Un consumatore acquista una smerigliatrice che, poco dopo, si rivela difettosa. Si rivolge quindi al punto vendita per chiederne la sostituzione o, in alternativa, il rimborso del prezzo pagato. Inizialmente, il venditore ritira il prodotto, impegnandosi ad avviarlo all’assistenza e chiedendo una settimana di tempo per la riparazione o sostituzione.

Insoddisfatto, il consumatore, tramite il proprio avvocato, invia una comunicazione formale (PEC) insistendo per la sostituzione immediata del bene o la risoluzione del contratto. Il venditore risponde dichiarandosi disponibile alla sostituzione, ma rifiutando di farsi carico delle spese legali sostenute dal cliente, ritenendole ingiustificate. A fronte del rifiuto del consumatore di ritirare il nuovo prodotto senza il pagamento delle spese legali, la questione finisce in tribunale.

L’Iter Giudiziario: Dal Giudice di Pace alla Cassazione

Il caso inizia davanti al Giudice di Pace, che dà torto al consumatore. La questione prosegue in appello davanti al Tribunale, che conferma la prima decisione. Secondo i giudici di merito, il venditore non si era mai rifiutato di sostituire la smerigliatrice; il vero ostacolo alla risoluzione bonaria della controversia era stata la pretesa del consumatore di ottenere il rimborso delle spese per l’assistenza legale, considerata superflua dato che il venditore si era mostrato collaborativo.

Il consumatore, non arrendendosi, propone ricorso per Cassazione, lamentando una errata valutazione delle prove e una violazione delle norme a tutela del consumatore e sul risarcimento del danno.

La Decisione della Corte: Le spese legali stragiudiziali non sono dovute

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto centrale della decisione è che il diritto al rimborso delle spese legali stragiudiziali non è automatico, ma dipende dalla necessità e utilità dell’intervento del legale.

Le Motivazioni

La Corte ha basato il proprio ragionamento su principi consolidati in materia di risarcimento del danno, in particolare sull’articolo 1227 del Codice Civile, che impone al danneggiato di usare l’ordinaria diligenza per evitare di aggravare il danno.

1. L’intervento del legale era inutile: I giudici hanno sottolineato che il venditore non si era mai opposto alla sostituzione del prodotto difettoso. L’intervento dell’avvocato, quindi, non era necessario per ottenere il bene principale richiesto dal consumatore. È stata la pretesa di rimborso delle spese legali, avanzata dal consumatore, a creare l’impasse e a impedire la conclusione della vicenda.

2. Le spese come ‘danno emergente’: Le spese legali stragiudiziali sono qualificate come ‘danno emergente’, ovvero una perdita economica diretta. Come ogni altra voce di danno, il loro risarcimento è dovuto solo se sono una conseguenza diretta e inevitabile dell’inadempimento della controparte. In questo caso, poiché il consumatore avrebbe potuto ottenere la sostituzione senza ricorrere a un legale, la spesa è stata ritenuta ‘evitabile’ con l’ordinaria diligenza.

3. Il comportamento del consumatore: La Corte ha implicitamente evidenziato che era stato il consumatore, condizionando l’accettazione della sostituzione al pagamento delle spese legali, a non permettere la risoluzione della controversia. Il rifiuto del venditore non riguardava il diritto principale (la garanzia sul prodotto), ma una pretesa accessoria e, in questo contesto, infondata.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per i consumatori. Sebbene sia un diritto farsi assistere da un legale, il ricorso all’avvocato deve essere giustificato da un effettivo e illegittimo rifiuto della controparte di adempiere ai propri obblighi. Se il venditore si dimostra collaborativo e offre la soluzione prevista dalla legge (riparazione o sostituzione), pretendere il rimborso delle spese legali può essere controproducente. La spesa potrebbe essere considerata superflua e, di conseguenza, non rimborsabile, costringendo il consumatore a farsene carico. Prima di intraprendere un’azione legale, è quindi fondamentale valutare se sia davvero l’unica via per tutelare i propri diritti o se esistano alternative più semplici ed economiche.

Se un venditore offre la sostituzione di un prodotto difettoso, deve anche pagare le spese dell’avvocato che ho contattato?
No, secondo questa ordinanza, se il venditore si è offerto di adempiere al suo obbligo principale (la sostituzione del bene), le spese legali sostenute dal consumatore possono essere considerate inutili e non necessarie. Di conseguenza, il loro rimborso non è dovuto.

Quando le spese legali stragiudiziali sono considerate un danno rimborsabile?
Sono considerate un ‘danno emergente’ e sono rimborsabili solo quando l’intervento del legale è stato necessario per superare un rifiuto illegittimo del venditore e se il consumatore non avrebbe potuto evitare tale costo usando l’ordinaria diligenza, come previsto dall’art. 1227 del codice civile.

Cosa significa che il ricorso all’assistenza legale è stato ‘inutile’ nel caso specifico?
Significa che l’intervento dell’avvocato non è servito a ottenere la sostituzione del prodotto, poiché il venditore si era già dichiarato disponibile a provvedervi. In questo contesto, è stata la pretesa di rimborso delle spese legali a bloccare la soluzione amichevole della controversia, rendendo l’assistenza legale un costo non indispensabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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